Segna e sogna,
viandante che sosti,
tra queste nere tende
al riparo del Sole.
Segna cosa insegna
non viver più
la perduta vita.
Sogna quel che resta
senza morte,
d\'un ricordo perso
nell'oblio,... del nulla!
Languidi e distorti i sospiri di notte,
sussurro è il richiamo della sua morte,
spine di rosa era il giaciglio,
con le coperte di rosso vermiglio.
Mischiate fragranze di circostanza,
il dolce profumo è marcio che avanza,
e incenso in eterno per adornare,
il letto funereo che lì è a rimirare..
La pelle, quì adesso, abbandona l'essenza,
e delle sembianze è solo parvenza,
vaga lo spirito senza catene,
che corre veloce con l'empie sue vene..
Le chiare pareti d'un candido bianco,
e dentro quel vento,
leggero e un po' stanco.
Muta è la pioggia scrosciante,
sinfonia di canti e di lacrime amante.
Silente ora dorme dentro la bara,
e di questo sognare la vita ne è ignara.
Non più labbra rosse come quel vino,
ma oscure presenze quì son a capo chino.
Sulla pietra incisa un breve epitaffio
e una donna ferita dall'oscuro suo graffio.
Lì è un uomo vissuto senz'altro odio alcuno
su lastra è inciso
il mio nome è ...nessuno!
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