Il Diario
31 Maggio 2010
E cosģ c'era.
Era lą che osservava, divertita ed insolente.
Gli occhi di quel bambino, questa sera, erano puntati sulla "madre"; inconsapevole, forse, che la "madre" in realtą era la sua padrona.
Flashback.
Hug Skua, piccola provincia a sud di Kabul. Centoventuno anime e cinquanta pecore di solitudine e fame; di terrore e livore. Una donna, allatta il suo bambino dentro un Burka che, sicuramente,molto tempo fa, era colorato.
Piccoli movimenti sotto quel manto di tristezza, miseria e povertą.
Flashback.
Lontano, su in cielo, un elicottero militare, probabilmente delle forze armate statunitensi, compie il suo "solito" giro d'ispezione e ricognizione. Il lento e cadenzato rumore dei rotori, ormai, segnano la vita dei pasti di quel bambino che, dormendo, ruba i sogni alla fame. Il freddo pungente, costringe i pochi passanti a piegarsi ancor di pił nelle mantelle color kaki, mentre una bambina, con ai piedi un paio di zoccoli, raccoglie i resti di una focaccia sbriciolata.
Flashback.
E' freddo.
Un freddo intenso e pungente.
Un freddo che, probabilmente, sarą l'ultimo saluto e dolce cantilena per la ninna nanna di un bambino che gią dorme.
Flashback.
Buona notte
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