Il Diario
3 Novembre 2006
Kabul (AFG), 3 Novembre 2006
Gabriele Torsello, giornalista indipendente, rilasciato oggi dai suoi rapitori.
Così la brutta avventura è finita, amico mio.
Sempre pronto e spavaldo; sempre fuori e rilassato; aperto e speranzoso che il mondo a te davanti potesse essere "di un'altra verità".
Ma quale? Il respiro ed il profumo delle rocce ti hanno sempre affascinato, come quel soprannome "Kash" un po' riconosciuto, un po' imposto.
E la Tua spensieratezza; la preoccupazione; l'introvabilità del quotidiano e ..lo studio.
Quello studio che ti ha tenuto lontano, per giorni, dalle tue dimensioni "inquiete"; quelle dimensioni che solo i tuoi occhi, speranzosi, fermi ed impensabili, hanno osservato. Già. Cosa hanno osservato quegli occhi? La ricerca di "quello" per cui valeva la pena, si è trasformata in una avventura un po' più grande della tua.
Il telefono, già.
Il mondo che osserva e si chiede: ma come? Sembra uno di "Loro"!Uno di "loro", appunto. "Loro" chi?
Fame, orrori e conforto nella religione "unica"; la "Sapiente".
Quella religione, la "Sapiente", diventata una nuova via.
"La tua via".
Quante domande e quante risposte .
Alcune facilmente rintracciabili nel parolaio di chi si scatena a giudicare, condannare, ma anche perdonare ... da dietro una scrivania od un televisore.
I miei Déi non sono riusciti ad ascoltare il tuo "Dio unico" e la parola è rimasta un pensiero, ma...
...ma il pensiero, disperso tra gli eventi di un miraggio (speranza, afflizione, perdita e trascorrere degli eventi...) hanno fatto si che oggi tu sia libero.
Libero, dai tuoi "carcerieri", dalle facciate e dalle "muraglie" che il mondo ti ha costruito addosso.
Libero e vivo, sorridente e partecipativo.
Libero.
Libero da cosa?
La vita, per fortuna, ti ha rinnovato il contratto d'affitto su questo povero pianeta.
La "convenzione" ti ha reso prigioniero e ti rinchiuderà, per il resto dei giorni nella gabbia di un ricordo: ferocemente triste per te e curiosamente convenzionale per gli altri.
Non eroe, ma attrazione "Barnum" per i posteri che in te come cavia hanno trovato un alibi: quello delle loro coscienze.
L'alibi all'immobilismo.
Il capitolo della ricerca delle origini vitali di "un popolo" si ferma con il tuo rilascio.
Coraggio: sarà piacevole ascoltare dalle tue parole, come avvenne.
Sarà interessante vedere i luoghi e le lacrime di chi osserva da lontano e s'interroga: perchè?!
Per te come sarà?
Ben tornato tra noi che speravamo di essere divini e ci siamo ritrovati terrestri e paurosi, con i se ed i ma che furono tuoi e oggi rimarranno soltanto nostri.
Ben tornato.
Buona Notte
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