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Il Diario
21 Marzo 2009
E' successo di nuovo.
Credevo che la vita, almeno in questo, mi avesse risparmiato.
E invece no.
Eccoli lą i miei giudici.
Sorridono e son tristi.
Annunciano sventura e mortificano il sorriso.
Occhi negli occhi, mentre, il sudore rosato di sangue profuma di sale.
Un attimo; un respiro.
L'Arena, in un boato, aggiunge ai miei battiti le urla precise e distinte: A morte, a morte!
A Te, viandante che ti fermi con lo sguardo gentile su queste pagine; a Te, che leggi di questo viaggio terminato e consunto; a Te, che sentendo il profumo di queste lacrime, con un gesto rapido, andrai via, verso altri lidi; A Te, viandante, il mio pensiero sarą fedele compagno.
Come l'ultimo abbraccio prima dell'addio.
Prima della fine.
A Te, che mi penserai, ancora per tanto tempo e di me parlerai; a Te che non mi conoscerai, va il mio saluto ...
Buona notte
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