Il Diario 
17 Ottobre 2005 
 
 
Sono arrivati i primi freddi (finalmente!?) e con essi, purtroppo, anche quelle nebbie e quelle foschie di un altro inverno ormai alle porte. Ma mentre percorro quella strada che conduce al di là della piccola catena di colli che mi separano dal mio studio, sono costretto a ricredermi: Un cielo azzurro e un sole splendente valgono ben più di qualche goccia di sudore sulla pelle. Non si riesce, infatti, a vedere quasi nulla oggi — tanta è la nebbia — mentre l'auto arranca piano lungo i pochi tornanti che la separano dal passo. 
L'atmosfera che si respira — e nella quale sembro fluttuare — è quasi fiabesca, quella — per intenderci — delle fiabe di novembre che si raccontano ai bambini attorno al fuoco — o almeno le si raccontavano un tempo, quel tempo che alcuni di noi forse ricordano con un po' di nostalgia, quel tempo dove non ci si vergognava — come adesso — di sognare. 
Un'atmosfera, dicevo, come di urgente e ansiosa attesa, quasi di presagio.Nelle fiabe, però, tutto quello che deve succedere… alla fine succede.  
E nella vita reale? 
«La vita reale, in realtà, è altra cosa da quella che si trova nelle fiabe!» 
Eppure — anche di fronte ad un'opinione rispettabile come questa — non possiamo accettare di sottostare a questa logica impietosa che, paralizzando la volontà (con frasi del tipo: «tanto non si può far niente, è tutto inutile, è tempo sprecato»), uccide pian piano ogni motivo di gioia e di speranza, e ogni sorriso. 
Se è vero che ci sono cose che non possiamo cambiare (e verso le quali è inutile lottare), è altrettanto vero che la vita ci dà spesso la possibilità di divenire artefici del nostro destino. 
«Ma che vai dicendo? Di quale destino stai parlando?…» 
Sinceramente?  
Non posso proprio dire di saperlo.  
Ma una cosa so con certezza: che voglio svegliarmi al mattino con quell'entusiasmo che sa guardare avanti, che sa vedere oltre la cortina di nubi che spesso offusca gli orizzonti e che mi aiuterà — ne sono certo — ad "inventarmi" quella gioia che soltanto uno spirito libero riesce quasi sempre — giorno dopo giorno — a costruirsi… 
E se fosse proprio questo il destino al quale siamo chiamati?  
A vivere nella gioia, forse ... 
 
 
Buona notte