dal Diario del Cavaliere
E' questo
Bene e tra simili, ci si conosce al volo.
e si riconosce un tratto, una svista,
tra i sillogismi del cuore. Specialmente
tu, se poi un'ansia di coprire, fa scoprire
in tutte le carte i nostri sogni rivelati.
Non è un gioco per pochi intimi e forse
ad una tacita complicità, destinata
al suo privato oblio.
Se Ti incontrassi, davvero,
al Bar del tempo
forse cadrei nei tuoi occhi
perdendomi, di là,
nella sala da biliardo
e la fumea che ne colora le ore
e i momenti.
Io non gioco e preferisco osservare
l'attimo in cui, la stecca,
schiocca sulla bilia color crema,
afflitto come sono dalla smania
di frenare gli istanti e di rinascere
dentro la vita
e le tue labbra.
Forse, nei tuoi occhi,
potrei arrestare l'ansia di questa corsa
senza un finale
con le tappe intermedie che si accavallano
nell'attesa che Tu, abbandonando i sogni,
apparissi per caso sull'uscio
per amarmi di nuovo.
Ecco, allora, direi
che non era grave scivolare
sul panno verde, tra i birilli scomposti,
se Tu venissi
perché s'è fatto tardi.
Spesso è come nell'aria,
è come darsi nelle cose.
Sorge nei fiori
e prelude alla neve
galleggiando in te, intorno, dove
un altro tempo incombe
e si dischiude
nel cuore.
Intuizioni, minuscole, sottendono
alla gelida notte.
Guardo, sovente, la sua pace.
E penso me, dentro un porto
e riposo l'anima.
Nel tempo,
e non del tempo,
soltanto in transito
svanendo e rinascendo, a poco a poco,
e non del tempo
ma nel tempo,
il nostro,
rimanendo come si sta
tra le foglie e la terra.
Poi la notte, questa lunga notte mai scesa,
perenne, ci riprende gli occhi
e ciechi viaggiamo.
Ma è per via
che troveremo il giorno,
riposando sopra le rocce,
all'ombra delle querce.
Anche se è un gioco per pochi intimi
e forse una tacita complicità,
destinata al nostro privato oblio.
E' tutto
dal Diario di Krenneg McAff
Bardo e Maestro di Spada
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