Ninni Raimondi  
 
    
I due Poeti     
4 Febbraio 2020 
 
 
Per un sentiero a margini 
di gigli e di roveti, 
un lungo stuol precedono 
due giovani poeti; 
non hanno al crin l'olimpico 
raggio del greco Apollo, 
non l'arpa ad armacollo, 
perché lo stuoli li seguita 
fra i gigli e fra i roveti? 
 
Lo stuol lo ignora e mormora: 
quei due, son due poeti! 
E meste donne, e vergini 
dagli occhi innamorati, 
e giovinetti pallidi 
di larve innebriati, 
e vecchi malinconici 
pieni di antiche storie, 
belli di antiche glorie, 
risa mescendo e lagrime, 
fra i gigli e fra i roveti, 
col plauso e la bestemmia 
seguono i due poeti. 
 
L'un canta: - I dì declinano, 
la creazione è stanca; 
un immenso sbadiglio 
il vecchio Adamo abbranca; 
la vetustà dei secoli 
piange nell'universo, 
e, in alta noia immerso, 
fra i dormienti arcangeli, 
Dio nell'azzurro io scerno 
che raccapriccia all'orrida 
idea d'essere eterno. 
 
Desolazione e tenebra, 
ecco il nuovo retaggio! 
Si fan di gelo i crateri, 
muor sulle fronti il raggio; 
onta all'amplesso, o vergini! 
Maledetti i neonati! 
 
Perano i fior sui prati, 
e, coperta di cenere, 
l'umanità languente 
si dissolva nei torbidi 
vapor dell'occidente! - 
E l'altro canta: - Vivere 
è uno scoppio di riso; 
il mondo è un manicomio 
che inneggia al paradiso! 
 
Vedete i fior? Oh lagrime 
della occulta allegrezza, 
e la terra si spezza 
perché ci dican gli alberi 
che giù nel tenebrore 
non si cessa di ridere, 
e si fa ancor l'amore! 
 
Vecchi pensosi, e vecchie 
dimesse, usciamo al sole; 
scordiamo i dì che furono 
per intrecciar carole; 
e intorno a voi si accoppiino 
le giovinette razze; 
proli beate e pazze 
escan dai fianchi indomiti 
dei forti e delle belle; 
e presto andrem nell'aria 
a dischiodar le stelle! - 
 
E il primo ancora: - Oh l'Ellade, 
la Venere di Milo! 
Splendor, melodi, effluvii 
dall'Ellesponto al Nilo!... 
O Menfi, o Babilonia! 
Gioite ancor dal nulla; 
giganti della culla, 
ecco i pigmei del feretro! 
 
Questa che si dissolve 
ripiomberà, caligine, 
sopra la vostra polve! - 
E l'altro ancora: - Un brindisi, 
fanciulli, all'avvenire! 
E prepariamo un tumulo 
ai dubbi, ai pianti, all'ire! 
 
Siam gli eredi dei secoli 
che ha fatto economia; 
a noi la legge pia, 
la libertà dell'anima, 
il lavoro ferace, 
a noi l’amore, il genio, 
l'innocenza e la pace! 
 
Tal pel sentiero a margini 
di gigli e di roveti 
un lungo stuol precedono 
i giovani poeti. 
 
Però la folla attonita 
va ripetendo intorno: 
se l'un sorride al giorno, 
se l'altro è nelle tenebre, 
fra i gigli e fra i roveti, 
perché la terra viaggiano 
insieme i due poeti? 
 
E meste donne, e vergini 
dagli occhi innamorati, 
e giovinetti pallidi 
di larve inebriati, 
e vecchi malinconici 
pieni di antiche storie, 
belli di antiche glorie, 
dicon: son risa o lagrime, 
son gigli o son roveti 
che cogliean sul mistico 
sentier dei due poeti? 
 
Allora un vecchio incognito 
apparve d'improvviso : 
pareva un dell'Iliade, 
tanto era grande in viso; 
certo avea visto l'epoche 
dei palesati arcani. 
 
Stette, ed alzò le mani; 
i due si inginocchiarono, 
e quell'immenso stuolo 
fu tutto muto e immobile 
in un momento solo. 
 
- Dalle regioni eteree, 
dai sempiterni campi 
dove i Ver sono oceani, 
dove le Idee son lampi, 
piova su te, miserrima, 
cieca turba, la luce: 
è Amor che ti conduce! 
 
É il divino carnefice 
che han questi due nel core! 
- Amor che guida al tumulo, 
sia gioia o sia dolore! - 
 
Disse: e, il manto sciogliendone, 
scoperse a lor due piaghe, 
che nell'ombra grondavano 
su quelle forme vaghe; 
 
lo stuol seguìta avevala, 
la bella coppia esangue, 
fra due rivi di sangue; 
 
e quei due rivi uscivano 
a flutti, e niun li vide, 
uno dal cor che lagrima, 
l'altro dal cor che ride. 
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