"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
                  La chiave delle cose perdute 
           
 
 
 
 
  L'OTTAVA CHIAVE 
  Babili, centro prescelto da Marduk     ... 
 
 
 
 
 
 
Babili, centro prescelto da Marduk, sopravvive alla calamità 
Enki lo interpreta come un presagio dell'inevitabile supremazia di Marduk 
Enlil riflette sul Passato, sul Fato e sul Destino.  
Accetta la supremazia  di Marduk e si ritira in terre lontane.  
I fratelli si accomiatano  dando libero sfogo ai sentimenti 
Enki considera il Passato come un modo per predire il Futuro.  
Decide di lasciare ai posteri in eredità il suo  racconto. 
Chiusura da parte dello scriba 
 
Babili, dove Marduk aveva proclamato la propria sovranità, 
fu risparmiata dal Vento del Male. 
Il Vento del Male divorò tutte le terre a sud di Babili; colpì  anche il cuore della Seconda Regione. 
Quando, subito dopo la Grande Calamità, 
Enlil ed Enki si incontrarono per controllare i danni della devastazione, 
Enki considerò presagio divino il fatto che Babili fosse stata risparmiata! 
Che Marduk fosse destinato alla supremazia, 
è confermato dal fatto che Babili è stata risparmiata!  
Così disse Enki a Enlil. 
 
Deve essere stato il volere del Creatore di Tutte le Cose! 
Così Enlil replicò. 
 
Fu allora che gli rivelò della visione avuta in sogno e della profezia di Galzu. 
Se sapevi tutto ciò, perché mai non hai evitato l'uso delle Armi del Terrore?  
Così gli chiese Enki. 
Fratello mio, il motivo era che già tutto era successo! 
Così Enlil disse a Enki con voce rotta dal dolore. 
Dopo la tua venuta sulla Terra, 
ogni volta che la missione è stata ostacolata 
da un impedimento, abbiamo sempre escogitato un modo per aggirare l'ostacolo. 
La creazione dei Terrestri, 
è stata la soluzione più ingegnosa. 
 
Ma è stata anche la causa di una serie di cambiamenti del tutto indesiderati. 
Quando hai ben compreso i cicli celesti e hai assegnato le costellazioni, 
chi in essi avrebbe mai potuto presagire le mani del Destino?  
Chi poteva distinguere fra i Fati scelti e il Destino immutabile?  
Chi ha proclamato presagi falsi, 
chi ha pronunciato  vere profezie? 
Decisi  perciò di  tenere  per me le  parole  di Galzu.  
Era davvero l'emissario del Creatore di Tutte le Cose, 
era forse una mia allucinazione? 
 
Accada quel che accada!  
Così mi son detto. 
Enki ascoltava le parole del fratello muovendo il capo in segno di assenso. 
La Prima Regione è desolata,  
la Seconda Regione è in confusione,  
la Terza Regione è ferita. 
Il Luogo dei Carri Celesti non esiste più; 
ecco ciò che è accaduto!  
 
Così disse Enki a Enlil.  
Se questo era il volere del Creatore di Tutte le Cose, 
questo è quanto è rimasto della nostra Missione sulla Terra! 
Il seme è stato gettato dall'ambizioso Marduk,  
tocca ora a lui raccoglierne i frutti! 
 
Questo disse Enlil a Enki, suo fratello;  
accettò poi il trionfo di Marduk. 
Che il numero di rango di Cinquanta , 
che intendevo concedere a Ninurta,  
sia invece dato a Marduk. 
 
Che Marduk dichiari la sua supremazia sulla desolazione delle Regioni! 
In quanto a me e a Ninurta, 
non  intralceremo  più  il suo cammino. 
Partiremo alla volta delle Terre al di là degli Oceani,  
completeremo ciò per cui eravamo venuti. 
Porteremo a termine la missione di procurare oro per Nibiru!  
Questo Enlil disse a Enki. 
 
Sarebbero andate diversamente le cose se non fossero state usate le Armi del Terrore? 
Così chiese Enki, in tono di sfida, al fratello. 
Avremmo dovuto dare ascolto alle parole di Galzu di non fare ritorno a Nibiru?   
Così ribatté Enlil. 
La Missione sulla Terra avrebbe forse dovuto terminare quando si ammutinarono gli Anunnaki? 
Quel che ho fatto ho fatto,  
quel che tu hai fatto hai fatto. 
Il passato è immutabile! 
 
Non è anche questa una lezione? 
Così chiese Enki a Enlil e a se stesso. 
Quanto è accaduto sulla Terra, 
non  rispecchia forse quanto è accaduto su Nibiru? 
Nel racconto del Passato non si rispecchia forse ciò che è scritto  del Futuro? 
L'Umanità, creata a nostra immagine, ripeterà i nostri successi e fallimenti? 
Enlil rimase in silenzio. Quando si alzò per andar via, Enki allungò il braccio verso di lui . 
Stringiamoci in un abbraccio fraterno, 
come compagni che hanno affrontato grandi sfide su di  un pianeta sconosciuto! 
Così disse Enki  al proprio fratello. 
Enlil, afferrando il braccio del fratello,  ricambiò la stretta. 
Ci incontreremo ancora, sulla Terra o su Nibiru? Così chiese Enki. 
Diceva il vero Galzu che il nostro ritorno su Nibiru avrebbe significato per noi la morte? Così ribatté Enlil. Poi si volse e partì. 
Solo restò Enki; 
rimase solo in compagnia dei pensieri del suo cuore. 
Rimase seduto a riflettere su come tutto aveva avuto inizio e su come tutto era giunto al termine. 
Era stato il Destino o era stato il Fato a determinare gli eventi? Se il cielo e la Terra sono regolati da cicli all'interno di cicli, 
ciò che è accaduto, accadrà di nuovo? Il Passato è forse il Futuro? 
 
I Terrestri emuleranno  forse gli Anunnaki, la Terra farà forse tornare in vita Nibiru? 
Colui che arriverà per primo, sarà forse l'ultimo a  partire? Con la testa carica  di pensieri, 
Enki prese una decisione: 
di annotare gli eventi a partire da Nibiru fino a quell'infausto giorno sulla Terra. 
Che fossero registrati, 
per fungere da guida per le generazioni future! Che i posteri, in un tempo designato dal Destino, leggano queste annotazioni,  ricordino il Passato, 
comprendano  il Futuro quale profezia. 
Che il Futuro sia giudice del Passato! 
Così parlò Enki, Primogenito di Anu, re di  Nibiru. 
 
 
Queste sono le Parole del Dio Enki.  
Scritte sotto dettatura  del grande Signore Enki.  
Nessuna parola è stata omessa, nessuna  parola aggiunta 
Dal maestro scriba Endubsar, uomo di Eridu, figlio di Udbar.  
Dal dio Enki sono stato benedetto  con  una lunga vita. 
Grazie a voi che, fin qui, mi avete letto! 
 
 
 
 
 
 
 
 
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