"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
                  La chiave delle cose perdute 
           
 
 
 
 
  LA QUINTA CHIAVE 
  Alla fine del centoduesimo   ... 
 
 
 
 
 
Alla fine del centoduesimo Shar, ai due nacque un figlio. Negli annali venne chiamato Enki-Me, 
Enki Colui Che Comprende  
Saggio e intelligente egli era, in fretta comprendeva i numeri. 
Insaziabile era la sua curiosità sui cieli e su tutto ciò che li riguardava. 
Il dio Enki nutrì una spiccata predilezione nei suoi confronti, gli svelò segreti un tempo già rivelati ad Adapa. 
Enki gli insegnò della famiglia del Sole e delle dodici divinità celesti. 
Di come i mesi si contavano seguendo il corso della Luna e gli anni seguendo il corso del Sole. 
Di come su Nibiru si contavano gli Shar, 
e di come questi conti erano stati uniti da Enki. 
Di come il dio Enki divise il cerchio dei cieli in dodici parti. Di come assegnò una costellazione a ciascuno di loro, 
di come sistemò dodici stazioni in un grande cerchio. 
Di come le stazioni vennero chiamate con nomi che onoravano i dodici capi degli Anunnaki. 
Enkime bramava di visitare i cieli: due viaggi celesti egli compì. E questo è ora il racconto dei viaggi che Enkime compì nei cieli. 
E di come Marduk dette il via ai guai 
e alle unioni fra consanguinei. 
Enkime venne inviato nel Luogo dell'Atterraggio per stare con Marduk. 
Da lì Marduk, a bordo di una navicella spaziale, 
lo condusse sulla Luna. 
Lì Marduk, trasmise a Enkime quanto aveva appreso da Enki, suo padre. 
Quando Enkime fece ritorno sulla Terra, fu inviato a Sippar, il Luogo dei Carri, per stare con Utu. 
Lì a Enkime venne affidata una tavoletta per scrivere quanto Utu gli insegnava. 
Utu consentì a lui, un principe dei Terre tri, di abitare nella sua lucente dimora. 
I riti gli insegnò, per dare il via alle funzioni del sacerdozio. 
A Sippar Enkime si stabilì con Edinni, sua sposa e sorellastra. 
 
Nel centoquattresimo Shar i due ebbero un figlio: sua madre gli diede nome Matushal, 
Colui Che è Cresciuto accanto alle Acque Luminose. 
Fu dopo questo evento che Enkime intraprese il suo secondo viaggio ai cieli. 
Anche questa volta Marduk fu suo mentore e compagno. A bordo di un Carro Celeste si innalzarono verso i cieli, orbitarono avvicinandosi e allontanandosi dal Sole. 
Marduk lo condusse a visitare gli Igigi su Lahmu. Gli Jgigi nutrirono simpatia nei suoi confronti, 
da lui appresero molte cose sui Terrestri Civilizzati. Si dice di lui negli Annali che partì alla volta dei cieli. E che nei cieli rimase fino alla fine dei suoi giorni. 
Prima che Enkime partisse alla volta dei cieli, gli venne insegnato tutto ciò che è nei cieli. 
Enkime annotò tutto negli scritti, scrisse affinché i suoi figli sapessero. 
Scrisse di tutto ciò che è nei cieli nella famiglia del Sole. E delle regioni della Terra, 
e anche delle sue terre e dei suoi fiumi. Affidò gli scritti ne11e mani di Matushal, 
suo Figlio Primogenito, affinché abitasse e studiasse con i suoi fratelli Ragim e Gaidad. 
Matushal era nato nel centoquattresimo Shar. 
Fu testimone dei problemi degli lgigi e di quanto aveva fatto Marduk. 
Ednat, sua sposa, gli dette un figlio, Lamech, Uomo possente era il suo nome. 
In quei giorni le condizioni sulla Terra si erano fatte ancora più dure, i lavoratori nei campi e nei pascoli si lamentavano. 
Gli Anunnaki nominarono Lamech capo Lavoratore, affinché stabilisse delle quote per ridurre le razioni. 
In quei giorni per Adapa giunse il momento della morte. 
E quando Adapa seppe che i suoi giorni volgevano alla fine, così disse: 
Che tutti i miei figli e i figli dei miei figli siano qui riuniti! 
 
Che possa benedirli prima di morire, 
che possa parlare loro prima di morire. 
E quando al suo capezzale si riunirono Sati e i figli dei figli, Adapa così domandò a tutti loro: Dov'è Caino, 
il mio primogenito? Che lo si vada a prendere! Così disse a tutti loro. 
Al dio Enki Sati espresse il desiderio del padre, 
gli chiese cosa dovesse fare. 
Enki convocò allora Ninurta: Che l'esiliato, del quale tu fosti il mentore, 
sia convocato al letto di morte di Adapa! 
A bordo del suo Uccello Celeste Ninurta spiccò il volo, fino alla Terra di Vagabondaggio volò. 
Vagò per le terre, dai cieli andò alla ricerca di Caino. E quando alla fine lo trovò, 
come sulle ali di un'Aquila lo condusse fino da Adapa. 
Quando Adapa venne informato dell'arrivo del proprio figlio, così disse: Che Caino e Sati siano condotti a me! 
Al cospetto del loro padre i due vennero condotti: Caino, il primogenito alla destra, 
Sati, il secondo genito alla sinistra. 
Poiché Adapa aveva perso la vista, 
per riconoscere i propri figli ne toccò il volto. 
E quello di Caino, alla sua destra, era glabro, 
mentre quello di Sati, alla sua sinistra, aveva la barba. Adapa pose allora la sua mano destra sulla testa di Sati, 
che era alla sua sinistra. 
Lo benedisse dicendogli: Del tuo seme la Terra sarà piena, e del tuo seme, come un albero con tre rami, 
l'Umanità sopravvivrà a una Grande Calamità. Pose allora la sua mano sinistra sulla testa di Caino, 
che era alla sua destra, e così gli disse: 
Per il tuo peccato sei privato del diritto di nascita, ma dal tuo seme sorgeranno sette nazioni. 
Cresceranno in un regno separato, abiteranno terre lontane. 
 
Ma poiché hai ucciso tuo fratello con una pietra, da una pietra sarai a tua volta ucciso. 
Quando Adapa ebbe pronunciato queste parole, lasciò cadere le mani, esalò un sospiro e aggiunse: 
Convocate ora la mia sposa Titi, tutti i figli e tutte le figlie. E dopo che lo spirito mi avrà abbandonato, 
conducetemi al mio luogo natale, vicino al fiume. 
E lì seppellitemi con il viso rivolto al Sole. Titi emise un urlo come una bestia ferita, 
sulle ginocchia al fianco di Adapa crollò. 
Caino e Sati, i due figli di Adapa, ne avvolsero il corpo in un telo. 
Seppellirono Adapa in una grotta sulle rive del fiume, che Titi mostrò loro. 
Era nato a metà del novantatreesimo Shar, a metà del cento ottavo Shar egli morì. 
Aveva avuto una vita lunga per un Terrestre; non aveva però il ciclo vitale di Enki. 
Dopo aver seppellito Adapa, 
Caino si accomiatò da sua madre e dai suoi fratelli. 
Ninurta, a bordo del suo Uccello Celeste, lo riportò alla Terra di Vagabondaggio. 
E in un regno distante Caino ebbe figli e figlie. E per loro costruì una città, 
e mentre era intento nella costruzione, restò ucciso dalla caduta di una pietra. 
Nell'Eden Lamech serviva gli Anunnaki come capo Lavoratore. 
Nei giorni di Lamech iniziarono i matrimoni misti fra Marduk e gli Igigi e i Terrestri. 
 
L'umanità si moltiplica; la stirpe di Adapa ha prerogative regali Sfidando Enlil, Marduk sposa una femmina terrestre Perturbazioni celesti e mutazioni climatiche colpiscono Lahmu 
Gli lgigi discendono sulla Terra, catturano femmine terrestri per sposarle 
Il promiscuo Enki ha un figlio umano, Ziusudra. Siccità e pestilenze causano sofferenza sulla Terra 
Enlil la considera una punizione voluta dal Fato e vuole far ritorno a casa 
Anche Ninmah, invecchiata dai cicli della Terra, vuole fare ritorno a casa 
Un emissario misterioso li mette in guardia dal non sfidare il destino 
Aumentano i segni di un imminente Diluvio Catastrofico La maggior parte degli Anunnaki inizia a fare ritorno su Nibiru 
Enlil mette in atto un piano per far perire tutto il genere umano 
Enki e Ninmah iniziano a conservare i Semi della Vita della Terra 
I restanti Anunnaki si preparano per il Giorno del Diluvio Nergal, Signore del Mondo Inferiore, darà il preavviso 
Enki divulga il segreto del Diluvio 
 
Nei giorni di Lamech, 
Marduk e gli lgigi si imparentarono con le Terrestri tramite matrimonio. 
In quei giorni gli stenti sulla Terra aumentavano sempre più. 
In quei giorni su Lahmu, il pianeta fu avvolto da aridità e polvere. Enki, Enlil e Ninmah, gli Anunnaki che decretano il fato, 
sì consultarono. 
Quali condizioni si stavano alterando sulla Terra e su Lahmu? 
Così si chiese ro. 
Osservarono bagliori sul Sole, 
vi erano sconvolgimenti nella forza di attrazione delle reti della Terra e di Lahmu. 
Nell'Abzu, all'estremità di fronte alla Terra Bianca, installarono strumenti per l'osservazione. 
Gli strumenti vennero affidati a Nergal, figlio di Enki, e della sua sposa Ereshkigal. 
Ninurta fu assegnato alla Terra al di Là dei Mari, 
per creare fra le montagne un Legame Cielo-Terra. 
Gli lgigi su Lahmu erano irrequieti; 
a Marduk venne affidato il compito di tranquillizzarli. 
Fino a quando vi saranno gli stenti, 
la Stazione di Passaggio su Lahmu deve restare! Così dissero i capi a Marduk. 
I tre che decretano i fati si consultarono. 
Si guardarono. Come sono invecchiati gli altri! 
Così pensava ciascuno in cuor suo. 
 
Enki, che ancora piangeva la morte di Adapa, 
fu il primo a parlare. 
Più di cento Shar sono trascorsi dal mio arrivo, così disse al fratello e alla sorella. 
A quei tempi ero un capo impetuoso, ora sono vecchio, barbuto e stanco! 
Ero un eroe pieno di entusiasmo, 
pronto al comando e all'avventura! Così disse allora Enlil: Ora ho figli che hanno a loro volta figli, 
tutti loro sono nati sulla Terra. Sulla Terra siamo diventati vecchi, 
ma quelli che sono nati sulla Terra invecchiano ancora prima! 
Così disse, afflitto, Enlil al fratello e alla sorella. 
Mi chiamano vecchia bacucca! Così con tristezza disse Ninmah. Mentre gli altri sono andati e venuti, per fare i turni sulla Terra, noi, i capi, siamo sempre rimasti! 
Forse è giunta per noi l'ora di ripartire! Così disse Enlil. 
Me lo sono chiesto spesso. Così disse loro Enki. 
Ogni volta che uno di noi esprimeva il desiderio di ritornare a Nibiru, 
sempre da Nibiru ci è stato impartito l'ordine di non rientrare! Me lo sono chiesto spesso anch'io, disse Enlil: 
forse una cosa è su Nibiru, una cosa è sulla Terra? 
Forse riguarda i cicli vitali che sono diversi? Così disse Ninmah. I tre capi decisero di aspettare e di assistere agli eventi. 
Fu allora che il Fato, o forse era il Destino, prese la decisione. 
Accadde che subito dopo Marduk si recasse da Enki, suo padre. Una faccenda molto seria desiderava discutere con lui. 
Sulla Terra i tre figli di Enlil hanno scelto delle spose: Ninurta ha sposato Ba'u, una giovane figlia di Anu; 
Nannar ha scelto Ningal, Ishkur ha scelto Shala. 
Nergal, tuo figlio, ha preso in sposa Ereshkigal, una nipote di Enlil. 
Con la minaccia di ucciderla ha estorto il suo consenso. Nergal non ha atteso che io, che sono il tuo primogenito, 
per primo mi sposassi. 
 
Gli altri quattro attendono con deferenza il mio matrimonio. Desidero scegliermi una moglie, 
di avere una sposa è il mio desiderio! Così disse Marduk a Enki, suo padre. Le tue parole mi riempiono di gioia! 
Così rispose Enki a Marduk. Anche tua madre se ne rallegrerà! 
Prima di riferire il suo desiderio a Ninki, Marduk spiegò ogni cosa al padre. 
È una delle fanciulle che curano e che danno soccorso? 
Così continuò a indagare Enki. 
È una discendente di Adapa, è della Terra e non di Nibiru! 
Così Marduk sussurrò con un filo di voce. Con uno sguardo perplesso Enki ammutolì; 
poi in preda a una furia incontrollata si mise a urlare: 
Un principe di Nibiru, un Primogenito, che ha il diritto alla successione, vuole sposare una Terrestre?! 
Marduk replicò, non una Terrestre, bensì una tua discendente. 
È una figlia di Enkime, che è salito in cielo, il suo nome è Sarpanit! 
Enki convocò la sua sposa Ninki, 
le riferì quanto era trapelato dalle parole di Marduk. 
Marduk ripeté a Ninki, sua madre, 
il desiderio che nutriva nel profondo del suo cuore e così disse: 
Quando Enkime viaggiava con me e gli insegnavo dei cieli e della Terra, 
io stesso, con i miei occhi, 
ho visto ciò che mio padre una volta mi disse: 
Passo dopo passo abbiamo creato su questo pianeta un Essere Primitivo, uno che fosse come noi. 
Il Terrestre Civilizzato è a nostra immagine e somiglianza, tranne che per la durata della sua vita lui è uguale a noi! 
Una figlia di Enkime mi ha affascinato e desidero sposarla! Ninki rifletté sulle parole del figlio. 
E la fanciulla, apprezza le tue attenzioni? Così chiese a Marduk. 
Sì! Così Marduk rispose alla madre. 
 
Non se ne parla nemmeno! 
Così asserì Enki alzando il tono della voce. 
Se nostro figlio la sposerà, mai più farà ritorno a Nibiru, rinuncerà per sempre alle sue prerogative regali! 
A queste parole Marduk rispose con un riso amaro: 
I miei diritti su Nibiru comunque non esistono, perfino sulla Terra sono stati calpestati. 
Questa è invero la mia decisione: 
da principe diventerò re sulla Terra, il Signore di questo pianeta! 
Così sia! Così disse Ninki. Così sia! Così replicò Enki. Convocarono Matushal, il fratello della sposa; 
gli riferirono il desiderio di Marduk. 
Matushal si sentì prima umiliato, 
fu poi sopraffatto dalla gioia. Così sia! Così egli disse. 
Quando la notizia fu comunicata a Enlil, questi fu colto da una collera violenta. 
Si era a stento tollerato il fatto che il padre avesse avuto relazioni con delle Terrestri. 
Ma non si può certo tollerare che il figlio ne sposi una, conferendole il titolo regale! 
Quando a Ninmah venne riferita la notizia, anch’ella ne fu profondamente delusa. 
Marduk poteva prendere in moglie una qualsiasi delle nostre fanciulle, 
poteva scegliere anche una delle figlie che ho avuto da Enki. 
Avrebbe potuto sposare anche una delle sue sorellastre, così come è nostra usanza! Così disse Ninmah. 
Infuriato Enlil irradiò ad Anu, su Nibiru, notizia dell'accaduto: 
Questo comportamento si è spinto troppo oltre, 
non lo si può più tollerare! Così disse Enlil ad Anu, il re. 
Su Nibiru Anu convocò i consiglieri per discutere con urgenza la questione con loro. 
Nel libro delle regole, nessuna ne trovarono adatta a questo caso. Anu convocò anche i saggi, 
per discutere le conseguenze della scelta. 
 
Su Nibiru, Adapa, progenitore della fanciulla, non è potuto restare! Così gli rammentarono. 
Per tale motivo a Marduk si deve vietare per sempre di far ritorno con lei! 
A dire il vero, essendosi abituato ai cicli terrestri, 
il ritorno di Marduk sarebbe impossibile anche senza di lei! 
Questo dissero i saggi ad Anu; 
con essi i consiglieri concordavano. 
Che la decisione venga irradiata sulla Terra! Così disse Anu: Marduk può sposarsi, ma su Nibiru non sarà più principe! 
La decisione venne accettata da Enki e Marduk, 
anche Enlil dovette accettare le parole irradiate da Nibiru. 
Che sia celebrato il matrimonio, che sia celebrato a Eridu! 
Così disse loro Ninki. 
Nell’Eden Marduk e la sua sposa non possono restare! 
Così annunciò il comandante Enlil. 
Facciamo un dono di nozze a Marduk e alla sua sposa: 
un dominio tutto loro, lontano dall’Eden, in un'altra terra! 
Così disse Enki a Enlil. 
Enlil, in cuor suo, approvava l'idea che Marduk fosse mandato via: 
Di quale terra, di quale dominio parli? 
Così chiese a Enki, suo fratello. 
Un dominio sopra l'Abzu, 
nella terra che lambisce il Mare Superiore. Quella che è separata dall’Eden dalle acque, 
che si può raggiungere con le navi! Questo disse Enki a Enlil. Che così sia! 
Così egli disse. 
A Eridu Ninki preparò una celebrazione nuziale per Marduk e Sarpanit. 
La sua gente annunciò il matrimonio al suono di un tamburo di rame. 
Al suono di sette tamburelli le sue sorelle presentarono la sposa allo sposo. 
 
Una grande moltitudine di Terrestri Civilizzati si riunì a Eridu, per loro il matrimonio era come un'incoronazione. 
Erano presenti anche giovani Anunnaki, in gran numero giunsero da Lahmu gli lgigi. 
Siamo giunti per celebrare lo sposalizio del nostro capo, siamo giunti per essere testimoni dell'unione 
fra la Terra e Nibiru! 
Così dissero gli lgigi per giustificare il loro arrivo così numerosi! 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Home