"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
                  La chiave delle cose perdute 
           
 
 
 
 
  LA QUARTA CHIAVE 
  Il vasto sapere di Adapa stupisce   ... 
 
 
 
 
 
 
Il vasto sapere di Adapa stupisce i saggi di Nibiru  
Per ordine di Anu Adapa viene condotto a Nibiru  
Il primo viaggio spaziale di un Terrestre 
Enki rivela ad Anu il segreto della paternità di Adapa 
Enki giustifica la propria azione con la necessità di procurare più cibo 
Adapa viene rispedito sulla Terra per iniziare la coltivazione e il pascolo 
Enlil ed Enki creano semi da coltivare e razze di ovini 
Ninurta insegna a Caino la coltivazione agricola 
Marduk insegna ad Abele l'arte della pastorizia e della lavorazione della lana 
Lottando per l'acqua, Caino colpisce e uccide Abele 
Caino viene processato per omicidio, condannato all'esilio  
Adapa e Titi hanno altri discendenti che si uniscono fra consanguinei 
Sul letto di morte Adapa benedice suo figlio Sati e lo nomina suo erede 
Un discendente, Enkime, viene condotto a Lahmu da Marduk 
Ninurta e il suo simbolo, l'Aquila Divina 
 
Che Adapa, il Terrestre, sia condotto a Nibiru! 
Questa fu la decisione di Anu. 
Enlil non fu contento della decisione: 
chi avrebbe mai pensato fosse possibile, che, creando un Lavoratore Primitivo, 
quell'essere sarebbe diventato simile a noi, che, dotato di conoscenza, 
avrebbe viaggiato fra Terra e cielo! Su Nibiru berrà le acque di lunga vita, 
mangerà il cibo di lunga vita. 
Colui che è della Terra diventerà come uno di noi Anunnaki! Così Enlil diceva a Enki e agli altri capi. 
Lo stesso Enki non era contento della decisione; torvo era il suo volto dopo che Anu ebbe parlato. 
Dopo che Anu ebbe parlato, 
Enki concordò con il proprio fratello: 
Chi lo avrebbe potuto prevedere! Così disse Enki agli altri.  I fratelli sedettero a riflettere; 
anche Ninmah era con loro a discutere la faccenda. 
L'ordine di Anu non si può disobbedire! Così disse loro. Che Adapa sia accompagnato a Nibiru dai nostri giovani, 
perché abbia meno paura, perché spieghi le cose ad Anu! 
Così disse Enki agli altri. 
Che Ningishzidda e Dumuzi siano suoi compagni. 
Così potranno vedere per la prima volta Nibiru con i propri occhi! 
 
Il suggerimento venne approvato da Ninmah: i nostri giovani, nati sulla Terra 
si stanno dimenticando di Nibiru, 
i suoi cicli vitali sono sopraffatti da quelli della Terra. 
Che anche i due figli di Enki, non ancora sposati, viaggino fino a Nibiru. 
Forse anch'essi potranno trovare lì delle mogli! 
Quando la successiva camera celeste proveniente da Nibiru giunse a Sippar, 
Ilabrat, un visir di Anu, scese dalla camera. Sono venuto a prendere Adapa, il Terrestre! 
Così egli si rivolse ai capi. 
I capi presentarono Adapa a Ilabrat; 
gli mostrarono anche Titi e i suoi figli. 
Sono davvero fatti a nostra immagine e somiglianza! 
Così esclamò Ilabrat. 
Anche Ningishzidda e Dumuzi, figli di Enki, furono presentati a Ilabrat. 
Sono stati scelti per accompagnare Adapa nel suo viaggio! 
Così gli disse Enki. 
Anu sarà felice di vedere i propri nipoti! Così disse Ilabrat. Per ascoltare le istruzioni, Enki convocò Adapa. 
Così parlò ad Adapa: 
Adapa, stai per recarti su Nibiru, il pianeta dal quale proveniamo. 
Sarai condotto al cospetto di Anu, nostro re, sarai presentato a sua maestà. 
Al suo cospetto ti inchinerai. Parla solo se vieni interrogato, dagli risposte brevi. 
Ti saranno forniti nuovi abiti; indossa gli indumenti nuovi. Ti daranno un pane che non si trova sulla Terra; 
il pane è morte, non mangiarlo! 
In un calice ti daranno un elisir da bere; l'elisir è morte, non berlo! 
Ningishzidda e Dumuzi, i miei figli, viaggeranno con te, presta attenzione alle loro parole e così vivrai! 
 
Queste istruzioni Enki dette ad Adapa. Lo ricorderò, rispose Adapa. 
Enki convocò Ningishzidda e Dumuzi, 
impartì loro una benedizione e dette loro consigli. Sarete condotti al cospetto di Anu, il re, mio padre; 
al suo cospetto vi inchinerete e gli renderete omaggio. 
Non lasciatevi intimorire da principi e nobili, siete loro pari. La vostra missione è quella di riportare Adapa sulla Terra, 
non lasciatevi incantare dalle delizie di Nibiru! 
Lo ricorderemo! Così dissero Ningishzidda e Dumuzi. 
Enki abbracciò Dumuzi, il figlio più giovane; sulla fronte lo baciò. Enki abbracciò Ningishzidda, il figlio saggio, sulla fronte lo baciò. Nelle mani di Ningishzidda depose, non visto, 
una tavoletta sigillata. 
La consegnerai in segreto a mio padre Anu! Così gli ordinò Enki. Poi i due partirono con Adapa alla volta di Sippar, 
si recarono al Luogo dei Carri. 
I tre si presentarono a Ilabrat, visir di Anu. 
Gli indumenti degli lgigi vennero consegnati a Ningishzidda e a Dumuzi, come aquile celesti vennero abbigliati. 
Ad Adapa vennero tagliati i capelli arruffati, 
gli venne dato un elmetto come quello di Aquila. 
Al posto del perizoma gli venne fatto indossare un indumento attillato. 
Tra Ningishzidda e Dumuzi venne fatto sedere in Quello Che Sale. Quando venne dato il segnale, il Carro Celeste rombò e vibrò. Adapa, impaurito, si rannicchiò e gridò: 
l'Aquila senza ali si sta alzando in volo! 
Ningishzidda e Dumuzi misero le braccia 
attorno ai suoi fianchi, con parole di conforto lo calmarono. 
Quando si furono alzati per circa una lega, guardarono la Terra: 
videro le sue terre, separate fra loro da mari e oceani. Quando si furono alzati per circa due leghe, 
l'oceano si era rimpicciolito tanto da sembrare una tinozza, la terra asciutta era ridotta a un cestino. 
 
Quando si furono alzati per circa tre leghe, 
guardarono ancora una volta il luogo dal quale erano partiti: la Terra si era ridotta a una piccola sfera, 
ingoiata nell'infinito da un mare di oscurità. Di nuovo Adapa si agitò; si rannicchiò e gridò: 
Riportatemi indietro!  Così implorò. 
Ningishzidda posò la mano sul collo di Adapa; in un attimo Adapa si tranquillizzò. 
Quando atterrarono su Nibiru, molta era la curiosità. Tutti volevano vedere i figli di Enki, nati sulla Terra, 
e, ancora di più, erano curiosi di incontrare un Terrestre: un essere proveniente da un altro mondo 
era giunto su Nibiru! Così urlavano le folle. 
Insieme a Ilabrat furono condotti a palazzo, per essere lavati e profumati con unguenti. 
Vennero dati loro indumenti idonei e puliti. 
Dando ascolto alle parole di Enki, Adapa indossò il nuovo abito. Nel palazzo si aggiravano nobili ed eroi, 
principi e consiglieri si riunirono nella sala del trono. Alla sala del trono Ilabrat li condusse, dietro di lui veniva 
Adapa, e a chiudere il corteo ancora i due figli di Enki. 
Nella sala del trono si inchinarono al cospetto di Anu, il re. 
Dal suo trono Anu si fece avanti. 
Nipoti miei! Nipoti miei! Così esclamò. Abbracciò Dumuzi, abbracciò Ningishzidda. 
Con occhi pieni di lacrime li abbracciò, li baciò. 
Invitò Dumuzi a sedersi alla sua destra, Ningishzidda si sedette alla sua sinistra. 
Poi Ilabrat presentò ad Anu Adapa, il Terrestre. 
Comprende la nostra lingua? Anu, il re, chiese a Ilabrat. 
La comprende, gli è stata insegnata dal dio Enki in persona! 
Così rispose Ilabrat. 
Avvicinati!  Così Anu disse ad Adapa. 
Come ti chiami e qual è la tua occupazione? 
Adapa fece un passo avanti, nuovamente si inchinò: Adapa è il mio nome, del dio Enki sono il servo! 
 
Queste parole pronunciò Adapa; grande stupore causò la sua risposta. 
Una meraviglia delle meraviglie si è realizzata sulla Terra! 
Così dichiarò Anu. 
Una meraviglia delle meraviglie si è realizzata sulla Terra! 
Così esclamarono tutti i presenti. 
Che ci sia una celebrazione, 
diamo così il benvenuto ai nostri ospiti! Così disse Anu. 
Anu introdusse tutti coloro che erano riuniti al salone 
dei banchetti, mostrò con orgoglio le tavole imbandite. 
Alle tavole imbandite il pane di Nibiru venne offerto ad Adapa, ma lui non ne mangiò. 
Alle tavole imbandite l'elisir di Nibiru venne offerto ad Adapa, ma lui non ne bevve. 
Da questo rifiuto Anu, il re, era confuso, era offeso: 
perché Enki ha inviato a Nibiru questo Terrestre maleducato, per rivelargli le vie celesti? 
Avvicinati, Adapa! Così Anu gli ordinò. 
Perché non hai né mangiato, 
né bevuto e hai rifiutato la nostra ospitalità? 
Enki, il mio signore, mi ha ordinato: non mangiare il pane, non bere l'elisir!        ' 
Con queste parole Adapa rispose ad Anu, il re. Che cosa strana! Così disse Anu. 
Per quale motivo Enki ha messo in guardia un Terrestre dal nostro pane e dal nostro elisir? 
Ne chiese ragione a Ilabrat, ne chiese ragione a Dumuzi; Ilabrat non conosceva la risposta, 
Dumuzi non ne seppe dare una spiegazione. 
Chiese allora a Ningishzidda. 
Può darsi che la risposta sia racchiusa qui! Così replicò Ningishzidda ad Anu. 
Consegnò allora ad Anu, il re, 
la tavoletta segreta che di nascosto aveva portato con sé. 
Incuriosito era Anu, preoccupato era Anu; 
per decifrare la tavoletta si ritirò nella sua stanza privata. 
 
Questo è ora il racconto di Adapa, 
il progenitore dell'Umanità Civilizzata, e di come grazie ai suoi figli Caino e Abele 
la Terra conobbe la sazietà. 
Nel segreto della sua stanza Anu ruppe il sigillo. Nello scannerizzatore inserì la tavoletta, 
così da decifrare il messaggio di Enki. 
Adapa è nato dal mio seme donato a una femmina Terrestre! 
Questo rivelava il messaggio di Enki. 
Anche Titi è stata concepita dal mio seme donato a un'altra femmina Terrestre. 
Di saggezza e parola essi sono dotati; 
non sono però dotati dello stesso lungo ciclo vitale di Nibiru. 
Adapa non deve né mangiare il pane di lunga vita, né deve bere l'elisir di lunga vita. 
Adapa deve fare ritorno sulla Terra per viverci e ivi morire, la mortalità deve essere il suo destino. 
Sazietà conoscerà la Terra grazie alla semina e alla pastorizia dei suoi discendenti! 
Così Enki rivelò a suo padre Anu il segreto di Adapa. Anu rimase stupefatto dal messaggio segreto di Enki; 
non sapeva se essere in collera o se ridere. 
Convocò Ilabrat, suo visir, nella sua stanza privata, così gli parlò: Ea, mio figlio, pur col nome di Enki, 
non ha cambiato i suoi modi libertini con le femmine! 
Mostrò allora a Ilabrat, suo visir, il messaggio della tavoletta. Quali sono le regole, cosa deve fare il re? 
Chiese allora Anu al visir. 
Secondo le nostre regole le concubine sono permesse; 
non esistono, però, regole di coabitazione interplanetaria! 
Così rispose Ilabrat al re. Se c'è danno, che almeno sia limitato. Che Adapa venga riportato immediatamente sulla Terra, 
né Ningishzidda e Dumuzi restino più a lungo! 
Anu allora convocò Ningishzidda nella sua stanza privata. 
 
Conosci il contenuto del messaggio di tuo padre? 
Così chiese a Ningishzidda. 
Ningishzidda chinò il capo, rispose allora sussurrando: Non lo conosco, ma posso indovinarlo. 
Ho testato l'essenza vitale di Adapa, lui è del seme di Enki! 
Proprio questo è il messaggio! Gli confermò Anu. 
Adapa deve fare immediatamente ritorno sulla Terra. 
Il suo destino è di essere il progenitore dell'Uomo Civilizzato! Per quanto riguarda te, Ningishzidda, 
farai ritorno con Adapa sulla Terra. 
Per diventare il maestro dell'Umanità Civilizzata al fianco di tuo padre! 
Così Anu, il re, prese la decisione, 
così decise del destino di Adapa e di Ningishzidda. Anu e gli altri due fecero ritorno dai saggi e dai nobili, 
dai principi e dai consiglieri lì riuniti. 
Anu comunicò la sua decisione all'assemblea: 
Il nostro benvenuto al Terrestre non deve essere prolungato, sul nostro pianeta non può né bere, né mangiare. 
Tutti noi abbiamo constatato le sue sorprendenti abilità, lasciamo che faccia ritorno sulla Terra. 
Che i suoi discendenti sulla Terra coltivino i campi e nei prati pascolino le greggi. 
Per garantire la sua salvezza ed evitargli agitazione, Ningishzidda compirà il viaggio di ritorno con lui. 
Gli verranno affidati i semi dei cereali di Nibiru 
che si moltiplicano, affinché crescano sulla Terra. 
Dumuzi, il più giovane, resterà uno Shar con noi. Poi sulla Terra farà ritorno, 
con le pecore e l'essenza delle greggi! 
Questa fu la decisione di Anu, tutti chinarono il capo, acconsentendo alle parole del re. 
Al momento stabilito Ningishzidda e Adapa vennero condotti al Luogo dei Carri Celesti. 
Anu e Dumuzi, i consiglieri, i nobili e gli eroi, tutti si accomiatarono da loro. 
 
Fra rombo e vibrazioni il carro si sollevò. 
Videro Nibiru che si andava rimpicciolendo sotto i loro occhi, poi scorsero i cieli dall'orizzonte fino allo zenit. 
Nel corso del viaggio 
Ningishzidda fece conoscere ad Adapa gli Dei pianeti. 
Gli insegnò del Sole, della Terra e della Luna. 
Gli insegnò di come i mesi si inseguono e come si conta un anno terrestre. 
Quando fecero ritorno sulla Terra, 
Ningishzidda raccontò al padre Enki tutto quanto era successo. 
Enki rise soddisfatto: è andata proprio come me l'aspettavo! 
Così disse con allegria. 
Tranne che hanno trattenuto Dumuzi, 
questo proprio non lo capisco! Così disse Enki. 
Enlil fu molto incuriosito dal rapido ritorno di Ningishzidda e di Adapa. 
Qual è il problema?  Cos'è accaduto su Nibiru? 
Così domandò a Ningishzidda e a Enki. 
Che anche Ninmah sia convocata, 
che anche lei sia messa al corrente di quanto è accaduto! Così gli ordinò Enki. 
Una volta arrivata Ninmah, 
Ningishzidda raccontò a lei e a Enlil quanto era accaduto. 
Rivelò anche l'unione di Enki con le femmine terrestri. Non ho infranto regole, 
ho solo assicurato l'abbondanza di cibo! Così Enki disse loro. 
Non hai infranto regole, 
ma hai determinato i fati di Anunnaki e dei Terrestri con un atto avventato! 
Così disse Enlil in preda alla collera. 
Ora la sorte è stata tirata, 
il Destino viene sopraffatto dal Fato! 
In preda alla collera Enlil parlò, infuriato si girò e li lasciò. Marduk raggiunse Eridu, convocato da sua madre Damkina. 
Chiese a suo padre e a suo fratello un chiarimento sugli strani eventi. 
 
Padre e fratello decisero di non rivelargli il segreto. Anu era rimasto affascinato dall'Uomo Civilizzato, 
aveva ordinato che saziasse subito tutti sulla Terra! 
Così a Marduk rivelarono la verità solo in parte. Marduk rimase colpito da Adapa e da Titi, 
provò affetto per i loro due figli. 
Mentre Ningishzidda istruisce Adapa, che sia io l’insegnante dei bambini! 
Così Marduk chiese a Enki, suo padre, e a Enlil. 
Che Marduk insegni a uno e Ninurta insegni all'altro! 
Così rispose allora Enlil. 
A Eridu Adapa e Titi rimasero con Ningishzidda, ad Adapa insegnò i numeri e la scrittura. 
Ninurta portò con sé il primo nato dei gemelli nella sua città, BadTibira. 
Caino, Colui Che nel Campo Coltiva il Cibo, lo chiamò. Gli insegnò a scavare canali per irrigare, 
gli insegnò la semina e il raccolto. 
Per Caino Ninurta costruì un aratro con il legno degli alberi, perché potesse diventare coltivatore del suolo. 
L'altro fratello, figlio di Adapa, 
fu portato da Marduk nei campi. 
Abele, Colui dei Terreni Allagati, 
da allora in poi questo fu il suo nome. 
Marduk gli insegnò a costruire stalle; 
attesero il ritorno di Dumuzi per dare il via alla pastorizia. 
Al completamento dello Shar, Dumuzi fece ritorno sulla Terra. 
Portò con sé il seme dell'essenza delle greggi, 
portò con sé pecore da allevare. 
Su di un altro pianeta, la Terra, 
trasportò animali a quattro zampe, originari di Nibiru! 
lì suo ritorno con il seme dell'essenza e con le pecore 
fu motivo di grandi celebrazioni. 
Dumuzi fece ritorno con il suo carico prezioso presso suo padre Enki. 
 
I capi si riunirono, esaminarono come procedere con la nuova razza. 
Mai prima d'ora una pecora aveva vissuto sulla Terra, 
sulla Terra mai un agnello era stato fatto discendere dai cieli. 
Un ovino femmina non aveva mai partorito un piccolo. 
La filatura della lana non era mai stata tentata in precedenza!  I capi degli Anunnaki, Enlil ed Enki, 
Ninmah e Ningishzidda, che erano i creatori, 
decisero di costruire la Camera della Creazione, la Casa della Creazione. 
Sulla collina pura del Luogo dell'Atterraggio, fra le Montagne del Cedro fu costruita. 
Vicino al luogo dove erano stati piantati i semi dell’elisir, portati da Ninmah, venne costruita la Camera della Creazione. 
Lì, sulla Terra, ebbe inizio la moltiplicazione dei cereali e delle pecore. 
Ninurta era il mentore di Caino per la semina e il raccolto. 
Marduk era il mentore di Abele, 
per l'arte di allevare e pascolare pecore e agnelli. 
Quando le prime colture vennero raccolte, 
quando le prime pecore raggiunsero l'età fertile, che si festeggi con una Celebrazione dei Primi! 
Così decretò Enlil. 
Al cospetto degli Anunnaki riuniti vennero presentati i primi cereali e i primi agnelli. 
Ai piedi di Enlil ed Enki, Caino, guidato da Ninurta, depose le sue offerte. 
Ai piedi di Enlil ed Enki, Abele, guidato da Marduk, 
depose le sue offerte. 
Enlil dette ai fratelli una gioiosa benedizione, lodò il loro lavoro. 
Enki abbracciò Marduk, suo figlio, 
sollevò l'agnello perché tutti lo vedessero: 
Carne da mangiare, lana da indossare sono giunte sulla Terra! 
Così disse Enki. 
 
 
Questo è ora il racconto dei discendenti di Adapa, 
e di come Caino uccise Abele, e di quanto dopo accadde. Terminata la Celebrazione dei Primi, 
Caino era cupo in volto. 
Era profondamente addolorato dalla mancata benedizione di Enki. 
Quando i fratelli tornarono ai loro compiti, Abele si vantava davanti al fratello: 
Sono colui che porta l'abbondanza, colui che sazia gli Anunnaki. 
Colui che dà forza agli eroi, 
colui che fornisce la lana per i loro abiti! 
Caino, offeso dalle parole del fratello, ribatté con veemenza alle sue vanterie: 
Io sono colui che rende rigogliose le pianure, 
che arricchisce i solchi di cereali. 
Io sono colui nei cui campi gli uccelli si moltiplicano, nei cui canali i pesci abbondano. 
Il pane che dà sostegno io lo produco, 
io rendo varia la dieta degli Anunnaki con pesci e volatili! 
E così i gemelli continuarono a litigare, 
per tutto l'inverno continuarono a discutere. Quando ebbe inizio l'estate, non aveva piovuto, 
i prati erano aridi, i pascoli diminuivano. 
Abele condusse il suo gregge nei campi del fratello, affinché si dissetasse con l'acqua dei solchi e dei canali. 
Immensa fu la collera di Caino; 
ordinò al fratello di portare via le greggi. 
Contadino e pastore, fratello e fratello, si scambiarono parole di accusa. 
Si trattarono con disprezzo, 
giunsero perfino a prendersi a pugni. 
Fuori di sé Caino raccolse una pietra, con essa colpì forte Abele alla nuca. 
 
Ripetutamente lo colpì, fino a quando Abele cadde, 
il sangue grondava copioso dal suo capo. 
Quando Caino vide il sangue del fratello, così gridò: Abele, Abele, fratello mio! 
Immobile giaceva Abele, disteso a terra, la sua anima lo aveva abbandonato. 
Accanto al fratello che aveva ucciso rimase Caino, per lungo tempo rimase a piangere. 
Titi fu colei che con una premonizione per prima seppe dell'uccisione: 
in sogno, mentre era addormentata, vide il sangue di Abele, le mani di Caino ne erano imbrattate. 
Riscosse Adapa dal suo sonno, gli raccontò della visione. Un profondo dolore riempie il mio cuore, 
è forse successo qualcosa di irreparabile? 
Così disse Titi ad Adapa in preda a una grande agitazione. Al mattino i due si misero in viaggio, lasciarono Eridu, 
andarono a cercare il luogo dove si trovavano Caino e Abele. 
Nei campi trovarono Caino, 
ancora seduto accanto al corpo di Abele. 
Un grido di angoscia sfuggì a Titi, Adapa gli cosparse il capo di fango. 
Cos'hai fatto? Cos’hai fatto? Così urlarono a Caino. 
Il suo silenzio rispose per lui; Caino si gettò a terra e pianse. Adapa fece ritorno alla città di Eridu, 
a Enki raccontò l'accaduto. Infuriato Enki affrontò Caino. 
Che tu possa essere maledetto! Così gli disse. 
Dall’Eden devi andare via, 
non puoi restare fra gli Anunnaki e i Terrestri Civilizzati! 
Per quanto riguarda Abele, 
il suo corpo non può restare nei campi a cibare gli uccelli rapaci. Com'è consuetudine degli Anunnaki, sarà sepolto in una tomba, 
sotto a un mucchio di pietre. 
Enki mostrò ad Adapa e a Titi come seppellire Abele, non essendo a loro nota l'usanza. 
 
Per trenta giorni e trenta notti Abele venne pianto dai propri genitori. 
Caino venne condotto a Eridu per essere giudicato, Enki desiderava pronunciare la sentenza d'esilio. 
Che lo stesso Caino sia ucciso per il suo atto! 
Così disse Marduk con collera. 
Che siano riuniti i Sette Che Giudicano! Così disse Ninurta, mentore di Caino. 
Chi ha mai udito di una simile assemblea? Così gridò Marduk. 
Che i capi Anunnaki debbano essere chiamati a giudicare uno che non è di Nibiru? 
Non basta forse che colui che ha avuto Ninurta come mentore abbia ucciso colui che era da me prediletto? 
Non è forse che così come Ninurta sconfisse Anzu, allo stesso modo Caino si è levato 
contro il proprio fratello? 
Che il fato di Anzu sia anche il fato di Caino, che il suo soffio vitale venga estinto! 
Con queste parole colme di collera Marduk si rivolse a Enki, Enlil e Ninurta. 
Ninurta dalle parole di Marduk fu rattristato; 
la sua risposta fu fatta di silenzio, non di parole. 
Che io possa conferire in privato con Marduk, mio figlio! 
Così disse loro Enki. 
Quando lui e Marduk si ritrovarono nelle stanze private di Enki: Figlio mio! Figlio mio! 
Disse Enki dolcemente rivolgendosi a Marduk. Grande è il tuo dolore. 
Che altro dolore non si aggiunga al dolore! 
Lascia che ti riveli un segreto 
che mi pesa come un macigno sul cuore! 
Accadde tanto tempo fa, mentre camminavo lungo il fiume, due fanciulle terrestri attirarono la mia attenzione. 
Adapa e Titi sono nati da loro, concepiti dal mio seme. Una nuova razza di Terrestri nacque così sulla Terra, 
l'Uomo Civilizzato. 
 
Anu, il nostro re, non sapeva se erano in grado di moltiplicarsi. 
Su Nibiru Anu e il consiglio se ne convinsero grazie alla nascita di Caino e Abele. 
Una nuova fase della presenza di Anunnaki su questo pianeta 
fu ben accolta e approvata. 
Ora che Abele è stato ucciso, e se anche Caino verrà fatto morire, la sazietà avrà fine, gli ammutinamenti si rinnoveranno, 
tutto ciò che è stato fatto verrà distrutto! 
Non c'è da meravigliarsi se avevi a cuore Abele, era il figlio del tuo fratellastro! 
Ora abbi pietà dell'altro, che la stirpe di Adapa sopravviva! Con queste parole, profondamente rattristato, 
Enki svelò il proprio segreto a Marduk, suo figlio. All'inizio Marduk rimase stupefatto dalla rivelazione, 
poi fu colto da una risata irrefrenabile. 
Delle tue doti amatorie spesso mi era giunta voce, ora ne ho la prova! 
Così sia, che sia risparmiata la vita di Caino, che sia esiliato ai confini della Terra! 
Così disse Marduk al padre, passando dalla collera alla risata. A Eridu Enki pronunciò la sentenza: 
Che Caino sia esiliato, 
che per espiare il suo atto malvagio sia condannato a peregrinare verso oriente. 
Che la vita gli venga risparmiata, 
lui e le generazioni che da lui discenderanno saranno distinte! 
L'essenza vitale di Caino fu modificata da Ningishzidda. Così che sulla sua faccia non crescesse più la barba. 
Così Ningishzidda aveva modificato l'essenza vitale di Caino. 
Con sua sorella Awan, come sposa, Caino partì dall'Eden, si diresse verso la Terra di Vagabondaggio. 
Allora gli Anunnaki si sedettero e si chiesero: Senza Caino, senza Abele, 
chi farà crescere i cereali e chi farà il pane? Chi sarà il pastore, chi moltiplicherà le greggi, 
chi fornirà la lana per il vestiario? 
 
Che Adapa e Titi si moltiplichino ancora! 
Così dissero gli Anunnaki. Con la benedizione di Enki 
Adapa conobbe ancora molte volte Titi, la sua sposa. 
Una figlia, e un'altra ancora, ogni volta nasceva una figlia femmina. 
Nel novantacinquesimo Shar Adapa e Titi ebbero finalmente un maschio. 
Titi lo chiamò Sati, Colui Che fa Proseguire la Vita; 
a partire da lui ebbe inizio il conto delle generazioni di Adapa. 
In tutto Adapa e Titi ebbero trenta figli e trenta figlie. 
Tutti lavorarono duramente come coltivatori della terra e pastori per gli Anunnaki. 
Grazie a loro gli Anunnaki e i Terrestri Civilizzati conobbero di nuovo la sazietà. 
Nel novantasettesimo Shar, a Sati nacque un figlio maschio, partorito dalla sua sposa Azura. 
Col nome di Enshi venne registrato negli annali; 
il suo nome significava Maestro dell'Umanità. 
Suo padre Adapa gli insegnò a scrivere e a fare di conto. Adapa insegnò a Enshi chi erano gli Anunnaki, 
gli rivelò tutto ciò che c'era da sapere su Nibiru. 
Venne condotto su Nibruki dai figli di Enlil; gli insegnarono i segreti degli Anunnaki. 
Nannar, il figlio maggiore di Enlil sulla Terra, 
gli mostrò gli oli profumati da usare quali unguenti. 
Ishkur, il più giovane dei figli di Enlil, 
gli insegnò come preparare l'elisir dai frutti di Inbu. 
Da allora in poi l'Uomo Civilizzato chiamò gli Anunnaki "signori". 
Quello fu il principio dei riti di venerazione degli Anunnaki. In seguito poi Enshi ebbe un figlio da sua sorella Noam. 
Kunin, Colui delle Fornaci, questo significava il suo nome. Poiché fu istruito da Ninurta a BadTibira, 
lì apprese l'arte delle fornaci e dei forni. 
Come accendere fuochi dal bitume, 
come fondere e raffinare i metalli, questo gli venne insegnato. 
 
Lui e i suoi figli lavorarono nella fusione e nella raffinazione dell’oro per Nibiru. 
Tutto ciò accadde nel novantottesimo Shar. 
 
Questo è ora il racconto delle generazioni di Adapa dopo l'esilio di Caino, 
e dei viaggi celesti di Enkime e della morte di Adapa. Nel novantanovesimo Shar un figlio nacque a Kunin. 
Lo aveva concepito con Mualit, una sorellastra di Kunin. Malalu, Colui Che Suona, lei lo chiamò; 
nella musica e nel canto lui eccelleva. 
Ninurta costruì per lui un'arpa fatta di corde, gli costruì un flauto. 
Malalu suonava inni a Ninurta, 
al cospetto di Ninurta cantò insieme alle sue figlie. La sposa Malalu fu la figlia del fratello di suo padre, 
Dunna era il suo nome. 
Nel centesimo Shar da quando era iniziato il conto sulla Terra, un figlio nacque a Malalu e a Dunna; fu il loro primogenito. 
Irid, Colui delle Dolci Acque, così sua madre Dunna lo chiamò. Dumuzi gli aveva insegnato a scavare pozzi, 
così da abbeverare greggi nei pascoli distanti. 
Fu lì, accanto ai pozzi nei prati, 
che i pastori e le fanciulle si incontravano. 
E fu così che l'Umanità Civilizzata si sposò e si moltiplicò. In quei giorni gli lgigi venivano più di frequente sulla Terra. Abbandonavano sempre più l'osservazione dai cieli. 
Desideravano sempre più guardare da vicino cosa accadeva sulla Terra. 
Enki supplicò Marduk di restare con loro su Lahmu. 
Marduk bramava osservare da vicino cosa accadeva sulla Terra. Accanto a un pozzo, nei prati, Irid incontrò la sua sposa. 
Il suo nome era Baraka, era la figlia del fratello di sua madre. 
 
 
 
 
 
 
 
 
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