"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
                  La chiave delle cose perdute 
           
 
 
 
 
  LA TERZA CHIAVE 
  Ricondotti nell'Abzu Adamo  ... 
 
 
 
 
 
Ricondotti nell'Abzu Adamo e TiAmat procreano figli 
I Terrestri proliferano, lavorano come minatori e come servitori  
Nascono i nipoti di Enlil, i gemelli Utu e Inanna 
Coppie di Anunnaki generano altri discendenti sulla Terra  
Mutamenti climatici causano stenti sulla Terra e su Lahmu 
L'avvicinamento orbitale di Nibiru è accompagnato da sconvolgimenti 
Enki e Marduk esplorano la Luna e la trovano inospitale  
Enki determina le costellazioni e il Tempo Celeste 
Amareggiato del proprio fato,  
Enki promette la supremazia a Marduk 
Anu affida il comando di un nuovo porto spaziale a Utu e non a Marduk 
Enki incontra due femmine terrestri e si accoppia con loro 
Una dà alla luce un figlio, Adapa, l'altra una figlia, Titi  
Tenendo segreta la propria paternità 
Enki li cresce come trovatelli Adapa, dotato di grande intelligenza, 
diventa il primo Uomo Civilizzato 
Adapa e Titi si accoppiano e hanno due figli: Caino e Abele 
 
Che siano esiliati nell'Abzu, che siano cacciati dall'Eden! Così decretò Enlil; 
Adamo e TiAmat vennero cacciati dall'Eden e vennero esiliati nell'Abzu. 
Enki li rinchiuse in un recinto fra gli alberi; 
li lasciò soli affinché si conoscessero. 
Con gioia Enki vide la realizzazione di quello 
che Ningishzidda aveva fatto: TiAmat era in felice attesa! 
Ninmah giunse per assistere al parto: 
sulla Terra nacquero due gemelli, un maschio e una femmina! 
Ninmah ed Enki osservarono con meraviglia i nuovi nati. Era una meraviglia come crescevano e come si sviluppavano; 
i giorni erano mesi, i mesi come anni terrestri si susseguivano. 
Quando Adamo e TiAmat ebbero altri figli e altre figlie, i primi, a loro volta, stavano essi stessi procreando! 
Prima ancora che fosse trascorso uno Shar di Nibiru, 
i Terrestri si stavano moltiplicando. 
I Lavoratori Primitivi furono dotati di comprensione, imparavano i comandamenti. 
Erano desiderosi di stare con gli Anunnaki, 
lavoravano duramente per procurarsi le razioni di cibo. 
Non si lamentavano del caldo e della polvere, non borbottavano per il lavoro massacrante. 
Gli Anunnaki dell'Abzu furono sollevati dalla fatica del lavoro. L'oro vitale giungeva a Nibiru, 
lentamente l’atmosfera di Nibiru si andava risanando. 
 
La Missione Terra procedeva con soddisfazione di tutti. Fra gli Anunnaki, Coloro Che dal Cielo Scesero sulla Terra, 
vi furono matrimoni e nascite. 
I figli di Enlil e di Enki presero moglie fra sorelle e sorellastre, scelsero la sposa fra le eroine guaritrici. 
Sulla Terra nacquero loro figli maschi e figlie femmine. Sebbene avessero i cicli vitali di Nibiru, 
essi si accelerarono seguendo i cicli della Terra. Colui che su Nibiru sarebbe stato ancora in fasce, 
sulla Terra era già un bambino. 
Chi su Nibiru muoveva i primi passi, sulla Terra camminava e correva. 
Un momento di grande gioia fu quando 
a Nannar e a Ningal nacquero due gemelli: erano un maschio e una femmina; · 
Ningal li chiamò Inanna e Utu. 
Con loro sulla Terra iniziava la terza generazione di Anunnaki! Ai discendenti dei capi furono assegnati i compiti. 
Compiti vecchi furono suddivisi, 
fra i discendenti vennero resi più leggeri. 
Nuovi compiti furono aggiunti a quelli vecchi. Sulla Terra il calore aumentava, 
la vegetazione diventava rigogliosa, 
le creature selvatiche invadevano il territorio. 
Le piogge erano più violente, i fiumi traboccavano, le dimore avevano bisogno di riparazioni. 
Sulla Terra il caldo aumentava sempre più, 
le nevi bianche si scioglievano, trasformandosi in acqua. Gli oceani non riuscivano più a contenere i confini dei mari. Dalle viscere della Terra i vulcani eruttavano fuoco e zolfo. Il suolo tremava, a ogni istante la Terra tremava. 
Nel Mondo Inferiore, il luogo bianco come la neve, 
la Terra gemeva. 
In cima all'Abzu, Enki stabilì un posto di osservazione. 
Ne affidò il comando a suo figlio Nergal e alla sua sposa Ereshkigal. 
 
Una cosa ignota, una cosa spiacevole sta avvenendo proprio sotto i nostri piedi! Così disse Nergal a Enki, suo padre. 
A Nibruki, il luogo del Legarne Cielo-Terra, Enlil osservava i circuiti celesti. 
Confrontava i moti celesti tramite i ME delle Tavole dei Destini. Vi è subbuglio nei cieli! 
Così disse Enlil a suo fratello Enki. 
Dal pianeta Lahmu, luogo della stazione di passaggio, Marduk si lamentava con Enki, suo padre: 
Ci disturbano forti venti che sollevano fastidiose tempeste di polvere! 
Queste parole irradiava Marduk a Enki, suo padre: Nel Bracciale Martellato stanno avvenendo disordini! Dai cieli frammenti di zolfo ricadevano sulla Terra. 
Impietosi demoni che causavano distruzione, che con violenza alla Terra si avvicinavano, 
nei cieli si trasformavano in fuochi fiammeggianti. 
Su di un giorno dal cielo terso calava così l'oscurità con tempeste e Venti del Male così infuriavano. 
Attaccavano la Terra come razzi di pietra. Kingu, la Luna della Terra, e anche Lahmu, 
erano afflitte da questi cataclismi. 
I volti di tutti e tre erano butterati da un numero infinito di cicatrici! 
Enlil ed Enki irradiavano messaggi urgenti ad Anu, il re, 
i saggi di Nibiru misero in allerta. 
La Terra, la Luna e Lahmu 
devono fronteggiare una calamità sconosciuta! Da Nibiru i saggi risposero; le loro parole, però, 
non placarono il cuore dei capi. 
Nei cieli si andava posizionando la famiglia del Sole. 
I pianeti celesti, dei quali la Terra è il settimo nella fila, si stavano scegliendo ciascuno il proprio posto. 
Nei cieli Nibiru si avvicinava, 
alla dimora del Sole si stava avvicinando. Nibiru era distratta dai sette, messi in fila. 
 
Non riusciva a centrare il varco attraverso il Bracciale Martellato. Dal Bracciale aveva spostato frammenti e pezzi! 
Privi della barriera celeste, 
Lahamu e Mummu si rannicchiavano vicino al Sole. Nei cieli Lahamu abbandonava la sua gloriosa dimora. Era attratta da Nibiru, il re celeste; 
una regina celeste bramava essere! 
Per placarla, dalle profondità celesti Nibiru fece comparire un demone mostruoso. 
Un mostro che una volta era appartenuto alla schiera di Tiamat, un mostro creato dalla Battaglia Celeste. 
Dalle profondità celesti si fece strada, dal suo sonno Nibiru lo risvegliò. 
Come un drago fiammeggiante si allungava dall'orizzonte verso il centro della volta celeste. 
La sua testa era lunga una lega, 
in tutto era lungo cinquanta leghe, spaventosa era la sua coda. 
Di giorno oscurava i cieli della Terra. 
Di notte sul volto della Luna gettava un sortilegio fatto di oscurità. 
Lahmu chiedeva aiuto ai propri fratelli, gli esseri celesti: Chi bloccherà il dragone, chi lo fermerà e lo ucciderà? 
Così chiedeva. 
Solo il valoroso Kingu, un tempo protettore di Tiamat, si fece avanti per rispondere. 
Kingu si affrettò a intercettare il dragone lungo il suo cammino: 
violento fu lo scontro, 
una tempesta di nubi si levò su Kingu; Kingu venne scossa nelle sue viscere, 
per la violenza dell'impatto la Luna tremò e sussultò. 
Poi il cataclisma celeste si placò. 
Nibiru fece ritorno alla sua dimora distante, nel Profondo. Lahamu la sua posizione non abbandonò. 
I razzi di pietra cessarono di piovere sulla Terra e su Lahmu. Enki ed Enlil si riunirono con Marduk e Ninurta, 
fecero un controllo dei danni subiti. 
 
Enki controllò le fondamenta della Terra, esaminò ciò che era accaduto alle piattaforme. 
Le profondità degli oceani egli misurò, negli angoli più estremi della Terra 
scandagliò le montagne dell’oro e del rame. 
Non vi sarà penuria dell'oro vitale. Così parlò Enki. Nell’Eden Ninurta era colui che controllava. 
Laddove le montagne tremavano e le vallate sussultavano, si alzò in volo e viaggiò a bordo della sua nave spaziale. 
La Piattaforma di Atterraggio era intatta; 
nelle valli del nord la Terra riversava liquidi ardenti! 
Questo riferì Ninurta a Enlil, suo padre; aveva scoperto nebbie sulfuree e bitumi. 
L'atmosfera su Lahmu era danneggiata, 
le tempeste di polvere interferivano con la vita e con il lavoro. Questo Marduk riferì a Enki. Desidero fare ritorno sulla Terra! 
Così confessò al padre. 
Enlil riesaminò i suoi vecchi progetti, 
riprese in considerazione i suoi progetti delle città e a ciò cui erano destinate. 
Nell’Eden bisogna creare un Luogo dei Carri! 
Così disse agli altri.         
Sulla tavola di cristallo mostrò loro i vecchi progetti. 
Il trasferimento dal Luogo dell'Atterraggio 
alla stazione di passaggio su Lahmu non è più certo: 
Dobbiamo essere in grado di levarci in volo dalla Terra alla volta di Nibiru! Così diceva loro Enlil. 
Dal primo ammaraggio, erano trascorsi ottanta Shar. 
 
Questo è ora il racconto del viaggio di Enki e Marduk fino alla Luna, 
e di come Enki determinò le tre Vie del Cielo e le costellazioni. Che il Luogo dei Carri sia fondato nei pressi di BadTibira, 
la Città del Metallo. 
 
Da lì, che a bordo dei carri l'oro della Terra 
sia trasportato direttamente a Nibiru a bordo dei carri! 
Così parlò loro Ninurta, il comandante di BadTibira. Enlil diede ascolto alle parole di Ninurta, suo figlio; 
della saggezza di suo figlio andava fiero. 
Enlil comunicò velocemente il piano ad Anu, il re, così gli parlò: Che nell’Eden sia fondato un Luogo dei Carri Celesti. 
Che sia costruito nei pressi del luogo 
dove il minerale di oro viene fuso e raffinato. 
Che dalla Terra l'oro puro sia trasportato a bordo dei carri direttamente su Nibiru! 
Che da Nibiru gli eroi e i rifornimenti giungano direttamente sulla Terra! 
il progetto di mio fratello è invero lodevole! Così confermò Enki ad Anu, loro padre. 
Un grande punto debole però cela: 
la forza di attrazione della rete della Terra 
è di gran lunga maggiore di quella di Lahrnu; per superarla si esauriranno i nostri poteri! 
Prima di prendere una decisione affrettata, che sia valutata un'alternativa: 
accanto a sé la Terra ha una compagna, è la Luna! La forza di attrazione della rete è minore, 
l'ascesa e la discesa richiederanno ben poco sforzo. 
Che sia presa in considerazione l'idea di una stazione di passaggio, che io e Marduk possiamo ivi recarci! 
Anu, il re, presentò ai consiglieri e ai saggi i due progetti, affinché li valutassero. 
Che sia esaminata per prima la Luna. 
Così essi consigliarono al re. 
Che sia esaminata per prima la Luna! 
Così Anu irradiò la decisione a Enki ed Enlil. 
Enki ne fu molto rallegrato; 
la Luna lo aveva sempre affascinato. 
Si era sempre chiesto se, in qualche luogo, 
nascondeva delle acque, se possedeva un 'atmosfera. 
 
Nelle notti insonni, ammaliato, 
aveva osservato il suo disco argenteo dalla luce fredda. 
Giocava col Sole, ora cresceva, ora calava; 
una meraviglia delle meraviglie egli la considerava. 
Desiderava scoprire quali segreti custodiva sin dal Principio. 
A bordo di una navicella spaziale Marduk ed Enki viaggiarono alla volta della Luna. 
Per tre volte girarono intorno alla compagna della Terra, 
vi poterono osservare la profonda ferita infertale dal drago. 
Il volto della Luna era segnato da molte cavità, opera di demoni distruttori. 
Diressero la navicella spaziale verso un luogo di pendii collinari, vi atterrarono nel mezzo. 
Da lì riuscivano a osservare la Terra e la distesa dei cieli. 
Gli Elmetti d'Aquila dovettero indossare; l’atmosfera non era sufficiente per respirare. 
Con facilità camminarono sulla sua superficie, in questa e quella direzione vagarono. 
Il drago del male aveva causato aridità e desolazione. 
È diversa da Lahmu, non        adatta a una stazione di passaggio! 
Così riferì Marduk al padre. 
Abbandoniamo questo luogo, torniamo sulla Terra! Non essere frettoloso, figlio mio! 
Così Enki rispose a Marduk. 
Non sei dunque incantato dalla danza celeste 
di Terra, Luna e Sole? 
La visuale è libera da qui, il quarto del Sole è vicino. La Terra, come un globo, è sospesa nel vuoto. 
Con i nostri strumenti possiamo scandagliare i cieli distanti. 
In questa solitudine possiamo ammirare l’opera del Creatore di Tutte le Cose! 
Restiamo, osserviamo i circuiti, 
ammiriamo come la Luna ruota intorno alla Terra. Come la Terra compie i suoi circuiti attorno al Sole! Così, emozionato da quanto vedeva, 
Enki parlò a suo figlio, Marduk. 
 
Marduk fu convinto dalle parole del padre; 
a bordo della navicella spaziale stabilirono la loro dimora. 
Per un circuito della Terra, per tre circuiti sulla Luna rimasero. Misurarono i suoi movimenti attorno alla Terra, 
calcolarono la durata di un mese. 
Misurarono l'anno della Terra per sei circuiti della Terra, per dodici circuiti attorno al Sole. 
Annotarono come i due si intrecciavano facendo sparire le stelle. Poi prestarono attenzione al quarto del Sole, 
studiarono i percorsi di Mummu e di Lahmu. 
Lahmu costituiva il secondo quarto del Sole insieme alla Terra e alla Luna. 
Sei erano i pianeti celesti del Mare Inferiore. 
Così spiegava Enki a Marduk. 
Sei erano i pianeti celesti del Mare Superiore, oltre il limite, oltre il Bracciale Martellato. 
Erano Anshar e Kishar, Anu e Nudimmud, Gaga e Nibiru; questi erano gli altri sei. 
Dodici erano in tutto, 
il Sole e la sua famiglia ne contavano dodici. 
Degli sconvolgimenti più recenti Marduk chiedeva spiegazioni a suo padre: 
Perché sette pianeti celesti hanno preso posto in fila? 
Così chiedeva a suo padre. 
Enki allora esaminò il loro circuito attorno al Sole. 
Enki esaminò attentamente la loro grande fascia attorno al Sole, loro progenitore. 
Enki segnò su di una mappa le posizioni della Terra e della Luna. 
Tramite i moti di Nibiru, che non era un discendente del Sole, segnò l’ampiezza   della grande cintura. 
Enki decise di chiamarla la Via di Anu, dal nome del suo re. Nella distesa dei cieli profondi, 
padre e figlio osservarono le stelle. 
Enki era affascinato dalla loro vicinanza e dai loro raggruppamenti. 
 
Riportò le immagini delle dodici costellazioni tramite i circuiti dei cieli, da orizzonte a orizzonte. 
Nella Grande Fascia, la Via di Anu, appaiò ciascuno con la famiglia del Sole composta da dodici membri. 
A ciascuno assegnò una stazione, 
per nome sarebbero state chiamate. 
Poi nei cieli, sotto la Via di Anu, laddove Nibiru si avvicina al Sole, 
progettò una strada simile a una fascia, la chiamò la Via di Enki. Destinò anche a essa dodici costellazioni, 
a seconda della loro forma. 
I cieli sopra la Via di Anu, la Fila Superiore, li chiamò la Via di Enlil. Anche lì riunì le stelle in dodici costellazioni. 
Le costellazioni delle stelle erano trentasei, nelle tre Vie erano situate. 
D'ora in avanti, quando Nibiru si avvicina e si allontana dalla Terra, il suo corso sarà determinato secondo le stazioni delle stelle. 
Così sarà la posizione della Terra, mentre ruota attorno al Sole! Enki indicò a Marduk l'inizio del ciclo, 
la misura Tempo Celeste. Quando giunsi sulla Terra, 
la stazione terminale Stazione dei Pesci la chiamai. 
Quella che seguiva la chiamai con il mio attributo, Colui Che è delle Acque! 
Così Enki, con soddisfazione e orgoglio, 
raccontava a suo figlio Marduk. La tua saggezza abbraccia i cieli, 
i tuoi insegnamenti ampliano la mia conoscenza. 
Ma sulla Terra e su Nibiru la conoscenza e il comando sono separati. Così disse Marduk a Enki, suo padre. 
Figlio Mio! Figlio Mio! Cos'altro non sai? 
Cos’altro ti posso dare? Così gli chiese Enki. 
Ho condiviso con te i segreti dei Cieli e i segreti della Terra! Ahimè, padre mio! Rispose Marduk. 
Angoscia trapelava dalla sua voce. 
 
Quando gli Anunnaki hanno cessato il lavoro nell'Abzu e hai creato il Lavoratore Primitivo, 
non mia madre, bensì Ninmah, la madre di Ninurta, 
fu convocata ad assisterti. 
Non Io, bensì Ningishzidda, più giovane di me, 
fu invitato ad aiutarti. Con loro, non con me, 
hai condiviso la tua conoscenza della vita e della morte! 
Figlio Mio! Così Enki rispose a Marduk. A te fu dato il comando, per essere il supremo degli lgigi e di Lahmu! 
Ahimè padre mio! Così Marduk gli disse. Della supremazia il Fato ci ha privati! 
Tu, padre mio, sei il Primogenito di Anu; 
tuttavia è Enlil e non tu, a essere l'Erede Legittimo. 
Tu, padre mio, fosti il primo ad ammarare e a fondare Eridu. Tuttavia Eridu è nel dominio di Enlil, il tuo è nel lontano Abzu. Io sono il tuo Primogenito, 
io nacqui su Nibiru dalla tua legittima sposa. Tuttavia l'oro è raccolto nella città di Ninurta, 
da dove può essere inviato o trattenuto. 
La sopravvivenza di Nibiru è nelle sue mani, non nelle mie. Ora che ritorneremo sulla Terra, quale sarà il mio compito? 
Sono destinato alla fama e alla regalità o a essere ancora umiliato? 
In silenzio Enki abbracciò il proprio figlio, 
sulla Luna desolata gli fece una promessa: Di ciò di cui sono stato privato, per te non io, 
bensì la sorte sarà a decidere! 
Il tuo tempo celeste verrà, la mia stazione sarà accanto alla tua! 
 
Questo è ora il racconto di Sippar, il Luogo dei Carri nell’Eden, e di come i Lavoratori Primitivi fecero ritorno all'Eden. 
Per molti circuiti della Terra, 
padre e figlio dalla Terra furono assenti. 
 
Sulla Terra non vennero realizzati progetti, gli Igigi su Lahmu erano in rivolta. 
Enki trasmise parole segrete ad Anu, 
da Nibruki irradiò le sue preoccupazioni: Enki e Marduk si sono recati sulla Luna, 
sono rimasti lì per innumerevoli circuiti. 
Ciò che fanno lì è un mistero, 
ciò che progettano non ci è dato saperlo. 
Marduk ha abbandonato la stazione di passaggio su Lahmu, gli Igigi sono impazienti. 
La loro stazione è stata colpita da tempeste di polvere, non ci è dato sapere quale danno è stato arrecato. 
Nell'Eden si deve creare il Luogo dei Carri. 
Da lì l'oro deve essere trasportato direttamente dalla Terra a Nibiru. 
D'ora in poi non sarà più necessaria alcuna stazione di passaggio su Lahmu. 
Questo è il progetto di Ninurta, 
grande comprensione ha di queste faccende. Che crei il Luogo dei Carri vicino a BadTibira. Che Ninurta ne sia il primo comandante! 
Anu prestò grande attenzione alle parole di Enlil; a Enlil così rispose: 
Enki e Marduk stanno facendo ritorno sulla Terra. Ascoltiamo prima cosa hanno trovato sulla Luna! 
Enki e Marduk partirono dalla Luna, fecero ritorno sulla Terra. Riferirono delle condizioni che vi erano lassù; 
una stazione di passaggio è inattuabile! Così riferirono. 
Che sia costruito il Luogo dei Carri! Così ordinò Anu. 
Che Marduk ne sia il comandante! Così Enki disse ad Anu. Il compito è riservato a Ninurta! 
Incollerito gridò Enlil. 
Non è più necessario il comando degli Igigi, Marduk conosce bene il compito. 
Che Marduk sia responsabile della Porta del Cielo! 
Così Enki disse a suo padre. 
Anu esaminò con preoccupazione la faccenda: rivalità avvelenavano ora i suoi figli! 
Anu era dotato di saggezza, sagge erano le sue decisioni: 
il Luogo dei Carri è concepito 
per trovare nuove strade per l'oro. 
Poniamo nelle mani di una nuova generazione quello che d'ora in poi accadrà. 
Né Enlil, né Enki, né Ninurta, 
né Marduk dovranno avere il comando. 
Che la terza generazione si assuma la responsabilità, che Utu sia il comandante! 
Che sia costruito il Luogo dei Carri Celesti, 
che sia chiamato Sippar, la Città degli Uccelli! 
Così parlò Anu: la parola del re era legge. 
La costruzione ebbe inizio nell'ottantunesimo Shar, seguendo i progetti di Enlil. 
Nibruki era nel centro, 
Enlil l'aveva designata quale Ombelico della Terra. 
Le vecchie città vennero fondate 
lungo il diametro di cerchi concentrici. 
Erano disposte in modo da formare una freccia 
che dal Mare Inferiore puntava verso le montagne. Enlil tracciò una linea fra le cime gemelle di Arrata, 
una linea che raggiungeva i cieli nel nord. 
Laddove la freccia intersecava la linea di Arrata, segnò il luogo dove erigere Sippar, 
il Luogo dei Carri sulla Terra. 
La freccia vi puntava direttamente, 
era individuata con un cerchio perfetto da Nibruki. 
Ingegnoso era il piano, 
tutti si meravigliarono della sua precisione. 
Nell'ottantaduesimo Shar la costruzione di Sippar giunse al termine. 
Il comando venne affidato all'eroe Utu, nipote di Enlil. Un Elmetto d'Aquila venne creato per lui, 
con ali d'Aquila venne decorato. 
 
Anu viaggiava nel primo carro 
che da Nibiru si recò direttamente a Sippar. 
Desiderava vedere con i propri occhi l'installazione, voleva meravigliarsi di quanto era stato realizzato. 
Per l'occasione gli Igigi, comandati da Marduk, da Lahtnu discesero sulla Terra. 
Gli Anunnaki erano convenuti dal Luogo dell'Atterraggio e dall'Abzu. 
Vi furono congratulazioni e acclamazioni, vi furono una festa e una celebrazione. 
Inanna, nipote di Enki, 
interpretò canti e danze in onore di Anu. 
Con affetto Anu la baciò; la chiamò affettuosamente Anunitu, l'Amata di Anu. 
Prima di ripartire, Anu riunì ancora gli eroi e le eroine. Una nuova era è iniziata! Così disse loro. 
Riforniti direttamente dell'oro che è la nostra salvezza, imminente è la fine delle fatiche! 
Una volta che su Nibiru sarà accumulato abbastanza oro da proteggerla, 
la fatica sulla Terra diminuirà, 
gli eroi e le eroine potranno fare ritorno su Nibiru! 
Con queste parole Anu, il re, 
pronunciò una promessa solenne a tutti i suoi sudditi riuniti; una grande speranza dette loro: 
Ancora pochi Shar di fatica e farete finalmente ritorno a casa! 
In pompa magna Anu si levò in volo per fare ritorno su Nibiru; oro, oro puro portava con sé. 
Utu eseguì il suo nuovo compito con gioia; 
Ninurta mantenne il comando di BadTibira. 
Marduk non fece ritorno su Lahmu; non si recò con suo padre nell’Abzu. 
Desiderava viaggiare su tutte le terre, 
comprendere la Terra a bordo della sua navicella spaziale. 
Utu venne nominato comandante degli Igigi, alcuni su Lahmu, altri sulla Terra. 
 
Dopo che Anu ebbe fatto ritorno su Nibiru, 
i capi sulla Terra nutrivano grandi aspettative: si aspettavano che gli Anunnaki lavorassero 
con rinnovata energia. 
Così da ammucchiare in fretta l'oro, così da essere presto di ritorno. 
Ma ahimè, non era quanto doveva accadere! Nell'Abzu, il riposo, 
non la fatica continua era quanto si aspettavano gli Anunnaki. 
Ora che i Terrestri si stanno moltiplicando, che siano loro a fornire la manodopera! 
Questo era quanto dicevano gli Anunnaki nell' Abzu. Nell'Eden, i compiti erano più gravosi: 
più dimore, più rifornimenti erano necessari. 
Gli eroi dell'Eden chiedevano a gran voce i Lavoratori Primitivi, confinati nell'Abzu. 
Per quaranta Shar il sollievo è stato concesso soltanto all'Abzu! 
Così urlavano gli eroi nell'Eden. 
La nostra fatica è aumentata oltre ogni sopportazione, che anche a noi siano dati Lavoratori! 
Mentre Enki ed Enlil dibattevano la faccenda, Ninurta prese la decisione nelle sue mani: 
Con cinquanta eroi guidò una spedizione nell'Abzu, di tutto punto gli eroi erano armati. 
Nelle foreste e nelle steppe dell'Abzu andarono a caccia di Terrestri. 
Li catturarono con reti, 
maschi e femmine portarono nell'Eden. 
Li addestrarono a svolgere qualsiasi compito, nelle campagne e nelle città. 
Per queste azioni Enki si incollerì, per queste azioni Enlil si infuriò: 
Non avete rispettato il mio esilio di Adamo e TiAmat! 
Così disse Enlil a Ninurta. 
Che l'ammutinamento che ha avuto luogo una volta nell'Abzu non si ripeta nell'Eden! 
 
Con queste parole Ninurta replicò a Enlil: 
Con i Terrestri nell’Eden gli eroi si calmeranno. 
Ancora pochi Shar e tutto sarà a posto! 
Così rispose Ninurta a Enlil. 
Enlil non si era placato: Che così sia! Così borbottò al figlio. Che l'oro sia accumulato in fretta, 
che tutti noi possiamo far presto ritorno su Nibiru! 
Nell'Eden, gli Anunnaki osservavano con ammirazione i Terrestri: 
possedevano intelligenza, comprendevano i comandi. 
Si assunsero tutti i compiti; 
privi di indumenti assolvevano ai loro compiti. Maschi e femmine si accoppiavano di continuo, 
a ritmo veloce si moltiplicavano. 
In uno Shar, le loro generazioni erano a volte quattro, a volte di più! 
Man mano che i Terrestri crescevano di numero, gli Anunnaki avevano più lavoratori. 
Gli Anunnaki, però, non erano mai sazi di cibo. 
Nelle città e nelle campagne, nelle valli e nelle colline, i Terrestri procacciavano di continuo il cibo. 
In quei giorni i cereali non erano stati ancora coltivati. Non c'era la pecora, l'agnello non era stato ancora creato. Per questo Enlil rivolgeva a Enki parole colme di rabbia: Il vostro agire ha generato confusione, 
che siate voi perciò a ideare la salvezza! 
 
Questo è ora il racconto di come fu creato l’Uomo Civilizzato, e di come, da un segreto di Enki, 
Adapa e Titi vennero procreati nell'Eden. 
Enki era compiaciuto del moltiplicarsi dei Terrestri, Enki, però, era anche preoccupato. 
La sorte degli Anunnaki era di molto migliorata, 
il loro malcontento era diminuito. 
 
Grazie alla moltiplicazione gli Anunnaki evitavano la fatica, i lavoratori iniziarono a diventare schiavi. 
Per sette Shar la sorte degli Anunnaki era di molto migliorata, il malcontento era diminuito. 
A causa della moltiplicazione dei Terrestri, però, quanto cresceva spontaneamente 
non bastava per saziare tutti. 
Dopo altri tre Shar vi fu penuria di pesci e di volatili, 
di ciò che cresce spontaneamente Anunnaki e Terrestri non riuscivano più a saziarsi. 
In cuor suo Enki andava progettando una nuova impresa; ideò di creare l'Umanità Civilizzata. 
Che siano coltivati i cereali da loro seminati, 
che le pecore diventate greggi siano da loro pascolate! 
In cuor suo Enki andava progettando una nuova impresa; rifletteva su come attuarla. 
Per il suo progetto osservò i Lavoratori Primitivi nell'Abzu. 
Esaminò i Terrestri nell'Eden, nelle città e nelle campagne. Cosa poteva renderli adatti a questi nuovi compiti? 
Qual era l’errore nella combinazione ottenuta dall’essenza vitale? 
Osservò i discendenti dei Terrestri, notò una situazione inquietante: 
per colpa dei loro ripetuti accoppiamenti stavano regredendo 
al livello dei loro incivili progenitori! 
Enki ispezionò le paludi, navigò e osservò il corso dei fiumi: con lui era soltanto Isimud, il suo visir, 
colui che sapeva mantenere i segreti. 
Sulle rive del fiume, notò Terrestri che, gioiosi, facevano il bagno. 
Due femmine fra loro erano di una bellezza sconvolgente, ben sodi erano i loro seni. 
Alla loro vista il fallo di Enki si inumidì, un desiderio ardente lo pervase. 
Non devo forse baciare le giovinette? Così chiese Enki al suo visir, Isimud. 
 
Remerò e porterò la barca fin lì, così bacerai le giovinette! 
Così Isimud rispose a Enki. 
lsimud diresse la barca fin lì, Enki scese sulla terraferma. 
Enki chiamò a sé una fanciulla, lei gli offrì un frutto dell'albero. Enki si chinò, abbracciò la giovinetta, la baciò sulle labbra. 
Dolci erano le sue labbra, i suoi seni sodi e maturi. 
Nel suo grembo riversò il suo seme, con lei si accoppiò. Nel suo grembo lei accolse il seme sacro, 
venne fecondata dal sacro seme del dio Enki. 
Enki chiamò a sé la seconda fanciulla, lei gli offrì le bacche dei campi. 
Enki si chinò, abbracciò la giovinetta, la baciò sulle labbra. Dolci erano le sue labbra, i suoi seni sodi e maturi. 
Nel suo grembo riversò il suo seme, con lei si accoppiò. Nel suo grembo lei accolse il seme sacro, 
venne fecondata dal sacro seme del dio Enki. 
Resta con le giovinette, accertati che portino avanti le gravidanze! Così Enki ordinò a Isimud suo visir. 
Isimud sedette accanto alle giovinette; 
al quarto conto il loro ventre mostrava una protuberanza. 
Al decimo conto, completato il nono, 
la prima si accovacciò e partorì; da lei nacque un figlio maschio. 
Anche la seconda si accovacciò e partorì, da lei nacque una figlia femmina. 
I due erano nati lo stesso giorno; all'alba e al crepuscolo, che delimitano un giorno. 
Alba e Crepuscolo, così furono chiamati da allora in poi nelle Leggende. 
I due figli di Enki erano nati nel novantatreesimo Shar, nell'Eden. Isimud fu lesto nel portare la notizia a Enki. 
Delle nascite Enki era estasiato: chi ha mai visto una cosa simile! 
Il concepimento fra Anunnaki e Terrestri è stato così realizzato. Ho creato l'Uomo Civilizzato! 
Enki dette istruzioni a Isimud, suo visir: questo mio atto deve restare un segreto! 
 
Che i neonati vengano allattati dalle loro madri; che poi vengano condotti alla mia dimora. 
Fra i giunchi di palude, in ceste di vimini li ho trovati! 
Così a tutti dirai! 
Dalle madri i neonati furono allattati e nutriti. 
In seguito Isimud li condusse alla dimora di Enki nell'Eridu. Fra i giunchi di palude, in ceste di vimini li ho trovati! 
Così a tutti raccontò Isimud. 
Ninki si affezionò presto ai trovatelli, li allevò come fossero stati figli suoi. 
Chiamò il maschio Adapa, il Trovatello; chiamò la femmina Titi, Colei Che ha la Vita. 
I due erano diversi da tutti gli altri Terrestri. Crescevano più lentamente dei Terrestri, 
erano molto più svelti nel comprendere. 
Erano dotati di intelligenza, 
erano in grado di parlare con le parole. 
Bella e cortese era la bambina, le sue mani erano molto abili. Ninki, la sposa di Enki, iniziò a prediligere Titi, 
tutte le arti le insegnò. 
Lo stesso Enki insegnava ad Adapa, 
lo istruiva su come registrare ogni cosa. 
Enki mostrava con orgoglio i risultati a Isimud. 
Ho creato l'Uomo Civilizzato! Così diceva a Isimud. 
Dal mio seme è stata creata una nuova specie di Terrestri, una specie a mia immagine e somiglianza! 
Dalle sementi faranno crescere cibo, 
dalle pecore avranno greggi da pascolare. 
D'ora in poi, perciò Anunnaki e Terrestri saranno saziati! Enki inviò la notizia a Enlil, suo fratello; 
da Nibruki Enlil giunse a Eridu. 
Una nuova specie di Terrestri è nata allo stato brado! 
Così Enki riferì a Enlil. Sono svelti nell'apprendere; 
conoscenza e lavoro artigianale possono essere loro insegnati. 
Che da Nibiru siano portati i semi che si seminano. 
 
Che da Nibiru giungano sulla Terra le pecore che diventano greggi. 
Che sia insegnato alla nuova razza di Terrestri come coltivare i campi e come allevare le greggi. 
Che gli Anunnaki e i Terrestri insieme siano saziati! 
Così disse Enki a Enlil. 
Sono molto simili a noi Anunnaki, lo sono davvero! 
Così Enlil disse a suo fratello. 
Meraviglia delle meraviglie, che siano nati così, da soli, allo stato brado! 
Isimud venne convocato. 
Fra i giunchi di palude in ceste di vimini li ho trovati! Così disse. 
Enlil rifletté a fondo sulla faccenda, con stupore scosse il capo. 
È proprio una meraviglia delle meraviglie 
che sulla Terra sia nata una nuova razza di Terrestri. 
La Terra stessa ha prodotto l'Uomo Civilizzato. 
Gli si possono insegnare l'agricoltura e la pastorizia, le arti e la fabbricazione degli utensili! 
Così diceva Enlil a Enki. 
Che della nuova razza sia data notizia ad Anu! 
La notizia della nuova razza venne irradiata ad Anu su Nibiru. Che sulla Terra siano inviati i semi che possono venire seminati, 
le pecore che diventano greggi! 
Così Enki ed Enlil suggerirono ad Anu. 
Che l'Uomo Civilizzato possa saziare gli Anunnaki e i Terrestri! Anu ascoltò le parole, da queste parole fu sorpreso: 
Si è già avuta notizia che dalle essenze vitali una specie si evolva in un'altra! Così rispose loro. 
Ma che sulla Terra un Uomo Civilizzato sia nato da Adamo in un così breve lasso di tempo, questa sì che è nuova! 
Per la semina e per il pascolo ce ne è bisogno di un gran numero; 
sono forse questi esseri in grado di moltiplicarsi? Mentre i saggi su Nibiru analizzavano la questione, 
a Eridu si verificarono avvenimenti di grande importanza: Adapa si accoppiò con Titi, 
nel grembo di lei riversò il proprio seme. 
 
Vi fu concepimento, seguì la nascita: 
due gemelli, due fratelli Titi dette alla luce! 
La notizia della nascita venne irradiata ad Anu, su Nibiru: i due sono compatibili per il concepimento, 
possono dunque moltiplicarsi! 
Che i semi che vengono seminati e le pecore che diventano greggi siano inviati sulla Terra. 
Che sulla Terra agricoltura e pastorizia abbiano inizio, che tutti noi possiamo essere saziati! 
Così dissero Enki ed Enlil ad Anu su Nibiru. 
Che Titi resti a Eridu, per allattare e nutrire i neonati. Che Adapa, il Terrestre, venga condotto a Nibiru! 
Questa fu la decisione di Anu! 
 
 
 
 
 
 
 
 
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