"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
                  La chiave delle cose perdute 
           
 
 
 
 
LA PRIMA CHIAVE 
Ninurta conosceva bene le viscere del pianeta ... 
 
 
 
 
Ninurta conosceva bene le viscere del pianeta; rivolse parole di saggezza agli anziani: 
Che venga creata una Città del Metallo, 
dove fondere e raffinare il minerale che contiene l'oro. Così dalla Terra si dovranno sollevare carri meno pesanti. 
Ogni navicella spaziale potrà così portare più oro, ci sarà anche spazio perché gli Anunnaki possano far ritorno su Nibiru. 
Che coloro che sono stanchi facciano ritorno a Nibiru, che siano sostituiti da forza nuova! 
Enlil, Enki e Ninmah erano favorevoli al suggerimento di Ninurta. 
Anu venne consultato e dette il suo consenso. Nell’Eden venne progettata la Città del Metallo, 
Enlil insistette per collocarla in quel luogo! 
Venne costruita con materiale proveniente da Nibiru, con strumenti provenienti da Nibiru venne attrezzata. 
Tre Shar durò la costruzione, BadTibira venne chiamata. Ninurta, che aveva dato il suggerimento, 
fu il suo primo comandante. 
Il flusso di oro a Nibiru venne così facilitato e reso più veloce. 
Coloro che erano arrivati sulla Terra 
e su Lahmu all'inizio dei Tempi Remoti. 
A Nibiru ora facevano ritorno; 
Alalgar, Abgal e Nungal erano fra loro. 
I nuovi arrivati che li avevano sostituiti erano più giovani e impazienti. 
Ai cicli della Terra e di Lahmu e agli altri rigori non erano abituati. 
Su Nibiru, da dove erano giunti, 
la frattura nell’atmosfera si stava sanando. 
I giovani non conoscevano le grandi calamità sul pianeta e nei suoi cieli. 
Erano entusiasti in particolare dell’eccitazione e dell'avventura legata alla missione dell'oro! 
Come previsto da Ninurta, 
vennero consegnati i minerali provenienti dal! ‘Abzu. 
 
Vennero fusi e raffinati a BadTibira, 
e vennero infine inviati a Lahmu a bordo di navicelle spaziali. 
Da Lahmu, l'oro puro venne consegnato a Nibiru a bordo di Carri Celesti. 
Come previsto da Ninurta, l'oro fluì dall’Abzu fino a Nibiru. 
Ciò che non era stata previsto era la rivolta dei nuovi Anunnaki sfruttati nell'Abzu! 
A dire la verità Enki non prestava attenzione a quanto accadeva intorno a lui. 
Nell'Abzu la sua attenzione era focalizzata su altre cose. Nell'Abzu restò affascinato da tutto ciò che vi cresceva e viveva. 
Desiderava conoscere e comprendere le differenze 
fra ciò che vi era su Nibiru e ciò che vi era sulla Terra. 
Desiderava scoprire in che modo le malattie erano causate dai cicli della Terra e dell'atmosfera. 
Eresse perciò nell’Abzu, accanto alle acque zampillanti, un luogo meraviglioso per studiare. 
Lo attrezzò con ogni sorta di strumenti e di equipaggiamento. Chiamò il luogo Casa della Vita, 
vi invitò suo figlio Ningishzidda. 
Forgiarono insieme formule sacre, minuscoli ME, che possedevano i segreti della vita e della morte. 
Cercarono di svelare i misteri della vita 
e della morte delle creature della Terra. 
Enki era affascinato in particolare da alcune creature. Vivevano fra gli alberi alti, usavano le zampe anteriori. 
come se fossero mani. 
Nell'alta vegetazione della steppa si vedevano strane creature; sembravano camminare in posizione eretta. 
Enki era assorto in questi studi; 
non notava perciò quanto stava accadendo fra gli Anunnaki. 
Il primo ad accorgersene fu Ninurta: 
osservò una diminuzione dell'estrazione del minerale aureo a BadTibira. 
Enlil inviò allora Ninurta nell'Abzu, 
per scoprire quanto stava succedendo. 
 
Enugu, il Capo Ufficiale, lo accompagnò agli scavi. 
Con le proprie orecchie udì le lamentele degli Anunnaki. Dicevano calunnie e si lamentavano, degli scavi si lagnavano. La fatica è insopportabile! Così dissero a Ninurta. 
Ninurta riferì a suo zio Enki. Che sia convocato Enlil! 
Così disse Enki. 
Enlil giunse allora nell'Abzu, 
venne ospitato in una dimora nei pressi delle miniere. 
Provochiamo Enlil nella sua dimora! 
Così urlarono gli eroi minatori. Che ci sgravi dal lavoro pesante! 
Dichiariamo guerra, con le ostilità guadagniamoci il riposo! 
Così altri urlarono. 
Gli Anunnaki della miniera dettero ascolto alle parole di incitamento, incendiarono i loro strumenti, dettero fuoco alle asce. 
Attaccarono Enugu, il Capo Ufficiale della Miniera, lo catturarono nelle gallerie della miniera. 
Lo trascinarono con loro, 
si fecero strada fino alla porta del! ‘eroe Enlil. 
Era notte, a metà del turno di guardia. Circondarono la casa di Enlil, 
come torce brandivano i loro attrezzi in fiamme. 
Kalkal, il guardiano del cancello, sprangò la porta e Nusku si svegliò. 
Nusku, visir di Enlil, svegliò il suo padrone, lo fece alzare dal letto e così gli parlò: 
Mio signore, la tua casa è circondata, 
Anunnaki in rivolta sono giunti alla tua porta! 
Enlil convocò Enki, 
Enlil convocò Ninurta alla sua presenza: Cosa vedono i miei occhi! 
È contro di me che si ribellano? 
Così diceva loro Enlil: Chi è l'istigatore di queste ostilità? Gli Anunnaki restarono compatti: 
Ciascuno di noi ha dichiarato guerra! 
 
La fatica eccessiva ci ha distrutti, troppo pesante era il lavoro, troppa la sofferenza! 
Ecco cosa dissero a Enlil. 
Enlil irradiò notizia dell’accaduto ad Anu. 
Di cosa è accusato Enlil? Così chiese allora Anu. 
Non è Enlil, bensì è il lavoro a creare problemi! 
Così riferì Enki ad Anu. 
Ogni giorno levavano grandi lamenti, 
li sentivamo bene! 
L'oro si deve estrarre! Diceva Anu. 
Il lavoro deve continuare! 
Liberate Ennugi per poterlo consultare! Così disse Enlil agli Anunnaki ostili. 
Ennugi venne liberato; così parlò allora Ennugi ai capi: Da quando il calore sulla Terra è aumentato, 
la fatica si è fatta atroce, insopportabile! 
Che i ribelli facciano ritorno a Nibiru, 
che nuovi eroi arrivino in vece loro! Così disse Ninurta. 
Sai forse creare nuovi attrezzi? Chiese Enlil a Enki. Così da evitare agli eroi la permanenza nei tunnel? 
Convochiamo mio figlio Ningishzidda, desidero consultarmi con lui! 
Rispose allora Enki. 
Convocarono Ningishzidda, giunse dalla Casa della Vita. Enki si consultò con lui, fra loro scambiarono parole. 
Una soluzione c'è! Così asserì Enki: 
Lasciateci creare un Lulu, un Lavoratore Primitivo, che sia lui a portare il giogo. 
Che sia lui a sopportare le fatiche degli Anunnaki! 
I capi assediati erano stupefatti, erano davvero ammutoliti. Chi aveva mai sentito di un Essere creato ex-novo, 
di un lavoratore in grado di svolgere il lavoro degli Anunnaki? 
Convocarono Ninmah, 
colei che sapeva molte cose sulla guarigione e sul soccorso. 
Le ripeterono le parole di Enki: 
Chi ha mai sentito una cosa del genere? Così le chiesero. 
 
Nessuno ne ha mai sentito parlare! Così disse ad Enki. 
Tutti gli esseri sono discesi da un seme. 
Nel corso del tempo un essere si è sviluppato da un altro, nessuno è mai nato dal nulla! 
Hai ben ragione mia cara sorella! Disse Enki, sorridendo. 
Rivelo a tutti voi un segreto dell'Abzu: 
l'Essere di cui avete pronunciato il nome esiste già! Bisogna soltanto fissargli sopra la nostra immagine, 
l'immagine degli dèi. 
Un Lulu, un Lavoratore Primitivo, sarà così creato! 
Così disse loro Enki. 
Prendiamo perciò una decisione, date la benedizione al mio piano: che sia creato un Lavoratore Primitivo, 
che sia creato grazie al segno della nostra essenza! 
 
Ai capi increduli, Enki rivela un segreto:  
Nell'Abzu vaga un Essere primitivo, simile agli Anunnaki; 
aggiungendo alla sua essenza, il segno dell'essenza degli Anunnaki, può assurgere a Lavoratore Primitivo dotato di intelligenza.  
La Creazione spetta al Padre di Tutto il Principio, urla Enlil  
Daremo solo la nostra immagine a un essere che già esiste, afferma Ninmah. 
Avendo un disperato bisogno di oro, i capi acconsentono.  
Enki, Ninmah e Ningishzidda, figlio di Enki, 
iniziano la sperimentazione 
Dopo numerosi insuccessi, si ottiene Adamo, l’Uomo modello.  
Ninmah esulta trionfante:  
Le mie mani lo hanno fatto! 
Per la sua creazione viene ribattezzata Ninki (" Signora della Vita").  
Ninki, sposa di Enki, lo aiuta a creare TiAmat, la femmina terrestre. 
I Terrestri, esseri ibridi, pur accoppiandosi, non procreano.  
Ningishzidda aggiunge due rami di essenza al loro Albero della Vita, scoprendo avvenimenti non autorizzati.,  
Enlil espelle i Terrestri 
 
La doppia spirale del DNA, emblema di Ningishzidda 
Creare un Lavoratore Primitivo, 
crearlo grazie al segno della nostra essenza! 
Così disse Enki ai capi. 
L'Essere di cui avete pronunciato il nome esiste già! Così Enki rivelò loro un segreto dell'Abzu. 
Con stupore gli altri capi prestarono ascolto alle parole di Enki, dalle sue parole rimasero affascinati. 
Vivono creature nell'Abzu, disse Enki, che camminano erette su due zampe. 
Usano gli arti anteriori come braccia, di mani sono provviste. Vivono fra gli animali della steppa. 
Non sanno cosa sia coprirsi con indumenti. Mangiano piante direttamente con la bocca, 
bevono l'acqua dei laghi e dei fossati. 
Ricoperto di peli è il loro corpo, 
simili alla criniera di un leone sono i capelli del loro capo. 
Competono con le gazzelle, 
si divertono con le creature di cui brulicano le acque! Con immenso stupore i capi ascoltavano le parole di Enki. Mai prima si è vista una creatura simile nell'Eden! 
Così disse Enlil incredulo. 
Eoni fa, su Nibiru, 
i nostri antenati avrebbero potuto essere come loro! Così affermò Ninmah. 
È un Essere, non una creatura! Aggiunse ancora Ninmah. 
Osservarlo deve essere eccitante! 
 
Enki li condusse alla Casa della Vita; 
alcuni di questi esseri erano rinchiusi in solide gabbie. 
Balzarono in piedi alla vista di Enki e degli altri, sulle sbarre della gabbia battevano i pugni. 
Grugnivano e soffiavano; non pronunciavano parola. Sono Maschio e Femmina! Così disse Enki; 
hanno l'organo maschile e quello femminile. Procreano come noi, che veniamo da Nibiru. Ningishzidda, mio figlio, 
ha testato la loro Essenza della Creazione. 
È simile alla nostra, è intrecciata come due serpenti. Quando la loro essenza sarà combinata con la nostra, 
il nostro segno resterà su di loro. 
Sarà così creato un Lavoratore Primitivo! 
Comprenderà i nostri ordini. 
Userà i nostri attrezzi, 
eseguirà in vece nostra il lavoro faticoso degli scavi. 
Nell'Abzu porterà sollievo agli Anunnaki! Così diceva Enki, in preda all'entusiasmo; con foga pronunciava queste parole. 
Enlil ascoltava titubante: la faccenda è di grande importanza! 
Sul nostro pianeta la schiavitù è stata abolita 
da ormai molto tempo, gli strumenti sono nostri schiavi, non altri esseri! 
Tu vuoi creare una nuova creatura, una mai prima d'ora esistita. La Creazione è solo nelle mani del Padre di Tutto il Principio! Così Enlil manifestava il proprio dissenso; le sue parole erano gravi. Così Enki replicò al fratello: il mio progetto prevede aiutanti, non schiavi! 
L'Essere esiste già! Così affermò Ninmah. 
Il progetto mira a migliorarne le capacità! 
Non una nuova creatura, bensì una che esiste già; fatta soltanto più a nostra immagine! 
Così Enki disse con tono persuasivo. 
La si può ottenere mediante piccoli cambiamenti, 
è necessaria solo una goccia della nostra essenza! 
 
È una faccenda molto seria, non mi convince! 
Così diceva Enlil. 
È contro le regole del viaggiare da pianeta a pianeta. Fu proibita dalle regole per la discesa sulla Terra. 
Ottenere l'oro, quello era il nostro scopo; 
il nostro scopo non era quello di sostituire il Padre di tutto il Principio! 
Dopo che Enlil ebbe così parlato, Ninmah fu colei che rispose: Fratello mio! Così disse Ninmah a Enlil. 
Di saggezza e discernimento il Padre di tutto il Principio ci ha dotati. 
Per quale scopo siamo stati creati così perfetti se non per sfruttare queste nostre qualità al meglio? 
Di saggezza e discernimento il Creatore di Tutto il Principio, la nostra essenza ha riempito. 
Affinché la sfruttassimo nel modo migliore; non è forse questo il nostro destino? 
Queste parole rivolse Ninmah a suo fratello Enlil. Con ciò che ci è stato concesso nella nostra essenza, 
abbiamo perfezionato strumenti e carri. 
Con le Armi del Terrore abbiamo frantumato le montagne, con l'oro stiamo risanando i cieli! 
Così diceva Ninurta alla madre che gli aveva donato la vita. Che la nostra saggezza crei nuovi strumenti, non nuovi esseri! Che la fatica sia alleviata da nuovi strumenti, 
non da esseri schiavi! 
Laddove ci porta il nostro discernimento, ecco a cosa siamo stati destinati! 
Così diceva Ningishzidda, in pieno accordo con Enki e Ninmah. Qualunque sia la nostra conoscenza, 
non possiamo evitarne l'uso! Così disse Ningishzidda. 
Il Destino, invero, non lo si può alterare, dal Principio alla Fine è stato stabilito! 
Così parlava loro Enlil. È stato il Destino, oppure il Fato a condurci su questo pianeta, per estrarre l'oro dall'acqua? 
 
Per sfruttare gli Anunnaki facendoli scavare, per progettare di creare un Lavoratore Primitivo? 
Questo, gente mia, è il quesito a cui rispondere! 
Così, diceva Enki grave. 
È Destino o è Fato? Questo è quanto dobbiamo stabilire. È stato decretato dal Principio o è stata una nostra scelta? Decisero di sottoporre la questione ad Anu; 
Anu presentò la questione al Consiglio. 
Gli anziani, i saggi e i comandanti vennero consultati. 
Le discussioni furono lunghe e accese; si parlò di Vita e Morte, di Fato e di Destino. 
Ci può essere un altro modo per estrarre l'oro? 
La sopravvivenza stessa è in pericolo! 
Se si deve estrarre l'oro che sia creato l'Essere! 
Così decise il consiglio. 
Che Anu rinunci alle regole dei viaggi planetari, che Nibiru sia salva! 
La decisione venne irradiata sulla Terra dal palazzo di Anu; Enki se ne rallegrò. 
Che Ninmah sia la mia aiutante, 
lei ha conoscenza di queste cose! 
Così disse Enki, fissando Ninmah con desiderio. 
Che così sia! Replicò Ninmah. Che così sia! Concluse Enki. Ennugi comunicò la decisione agli Anunnaki nell'Abzu: 
Dovete tornare spontaneamente al lavoro 
fino a quando l’Essere non sarà creato! Così disse. 
Vi fu delusione; non vi fu però ribellione; al lavoro gli Anunnaki fecero ritorno. 
Nella Casa della Vita, nell'Abzu, 
. Enki spiegava a Ninmah come creare l'Essere. Condusse Ninmah in un luogo fra gli alberi, 
era un luogo pieno di gabbie. 
Nelle gabbie erano rinchiuse strane creature, 
nessuno aveva mai visto creature simili allo stato brado: le membra anteriori erano di un tipo, 
le membra posteriori appartenevano a un'altra creatura. 
 
Enki mostrò a Ninmah creature di due tipi, dalle loro essenze unite! 
Fecero ritorno alla Casa della Vita, 
Ninmah venne condotta in un luogo puro che rifulgeva di luce. 
Nel luogo puro Ningishzidda spiegò a Ninmah i segreti dell'essenza della vita. 
Di come si può combinare l’essenza di due specie, a lei mostrò. 
Le creature nelle gabbie di rami d'albero sono invero anomale, mostruose! Così esclamò Ninmah. 
È vero! Le rispose Enki. Per questo abbiamo bisogno di te, perché tu le renda perfette! 
Come combinare le essenze, 
quanta di una e quanta dell’altra mettere insieme. 
In quale grembo dare il via al concepimento, quale grembo dovrà procreare? 
Per farlo si deve far ricorso alla tua conoscenza delle arti curative e di soccorso. 
È necessaria la conoscenza di colei che ha partorito, di una madre! 
Un sorriso illuminò il volto di Ninmah; 
ben si ricordava delle due figlie avute da Enki. 
Con Ningishzidda esaminò le formule sacre che sul ME erano tenute segrete. 
Gli chiese come questo e quello erano fatti. Esaminò le creature rinchiuse nelle gabbie, 
contemplò le creature a due zampe. 
Le essenze sono trasmesse da un maschio che feconda una femmina. 
I due filamenti intrecciati si separano 
e si combinano così da creare un discendente. 
Che un maschio Anunnaki ingravidi una femmina bipede, che possa nascere una combinazione dei due generi! 
Così disse Ninmah. 
Abbiamo già fatto questa prova, ma senza successo! 
Così le rispose Enki. 
Non c’è stato alcun concepimento, non c'è stata alcuna nascita! 
 
Questo è ora il racconto di come venne creato 
il Lavoratore Primitivo, 
e di come Enki e Ninmah forgiarono l'Essere con l'aiuto di Ningishzidda. 
Bisogna tentare di combinare le essenze in un altro modo. 
Così disse Ninmah. 
Bisogna trovare un altro modo per combinare i filamenti delle due essenze. 
Quello che è parte della Terra non deve essere danneggiato. Deve essere forgiato così da ricevere per gradi la nostra essenza. 
Si può tentare di ottenerlo solo poco per volta dalle formule del ME dell’essenza di Nibiru! 
In un contenitore di cristallo Ninmah preparava una mistura, 
dolcemente vi depose l'ovulo di una femmina bipede. 
Fecondò l'ovulo con il ME che conteneva il seme degli Anunnaki. 
Reinserì l'ovulo nel grembo della donna bipede. Questa volta vi fu concepimento, 
una nascita era invero imminente! 
I capi attesero l’epoca prevista per la nascita, con i cuori trepidanti attendevano il risultato. 
Il momento tanto atteso giunse, ma non vi fu nascita! Disperata, Ninmah praticò un taglio, 
con le pinze estrasse ciò che era stato concepito. 
Era un essere vivente! 
Di gioia Enki urlò. Ci siamo riusciti! 
Così esultò Ningishzidda. 
Nelle sue mani Ninmah teneva il neonato, ma lei non esultava: la creatura appena nata era tutta ricoperta di peli, 
le membra anteriori erano simili 
a quelle delle creature della Terra. 
Le membra posteriori erano più simili a quelle degli Anunnaki. Lasciarono che la femmina bipede allattasse il piccolo, 
che lo nutrisse con il suo latte. 
 
La creatura cresceva rapidamente, 
un giorno di Nibiru era un mese nell'Abzu. 
Il figlio della Terra divenne più alto, non somigliava però agli Anunnaki. 
Le sue mani non erano adatte a tenere in mano strumenti, 
il suo parlare era soltanto un grugnito! 
Dobbiamo riprovare ancora una volta! Così disse Ninmah. 
La mistura deve essere modificata. 
Che io metta alla prova il ME, 
che io possa provare con questo o quel ME! 
Assistita da Enki e Ningishzidda, 
il procedimento venne ripetuto. 
Ninmah esaminò accuratamente le essenze nel ME. Da una ne prelevò un frammento, 
da un’altra ne prelevò un altro. 
Poi nel contenitore di cristallo fecondò l'ovulo di una femmina terrestre. 
Vi fu il concepimento, al momento giusto vi fu la nascita! 
Questa creatura somigliava di più agli Anunnaki. La fecero allattare dalla madre, 
attesero che la creatura appena nata si sviluppasse. 
Il suo aspetto era affascinante, 
le sue mani forgiate per tenere strumenti. 
Controllarono i suoi sensi, scoprirono che non funzionavano. Il neonato della Terra non era in grado di sentire, 
la sua vista era incerta. 
Molte volte ancora Ninmah modificò la mistura, mille frammenti prese delle formule del ME. 
Un Essere aveva piedi paralizzati, un altro stillava il seme. Un altro aveva mani tremanti, 
un altro ancora aveva il fegato che mal funzionava. 
Uno aveva mani troppo piccole per raggiungere la bocca, un altro aveva polmoni non adatti alla respirazione. 
Enki era deluso dai risultati. 
Non riusciamo a ottenere un Lavoratore Primitivo.  
 
Così diceva a Ninmah. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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