"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
         La parola perduta 
             Pubblicato, in anteprima, su The Other Genesis, con lo pseudonimo di Toth
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ATTESTAZIONE SESTA 
Si rivolse verso la rabbiosa Tiamat 
 
 
 
 
Questo è ora il racconto della Battaglia Celeste, 
e di come la Terra fu creata e del destino di Nibiru. 
Il Signore andò avanti e seguì la sua strada decisa dal Fato. 
 
 
 
 
 
Si rivolse verso la rabbiosa Tiamat, 
con le sue stesse labbra pronunciò un incantesimo. 
Indossò come vestito di protezione Ciò Che Pulsa e Ciò Che Irradia. 
La sua testa fu incoronata da un terribile fulgore. Alla sua destra posizionò Ciò Che Colpisce, 
alla sua sinistra mise Ciò Che Respinge. 
Mandò avanti come una tempesta i sette venti, la sua schiera di aiutanti. 
Verso l'infuriata Tiamat, con clamori di guerra, si stava affrettando. 
Gli dèi gli si strinsero intorno, poi lasciarono la sua strada. Avanzava per esplorare Tiamat e i suoi aiutanti, 
per scrutare il piano di Kingu, comandante della schiera di Tiamat. 
Quando scorse il valoroso Kingu, la sua vista si offuscò; mentre guardava i mostri, il suo corso si sconvolgeva, 
non riusciva a mantenere la direzione, compiva gesti confusi. Gli aiutanti di Tiamat le si strinsero intorno, tremanti di terrore. Le radici di Tiamat si scossero, emise un terribile ruggito. 
Su Nibiru operò un incantesimo, lo avviluppò con il suo fascino. Fra i due si arrivò allo scontro, la battaglia era inevitabile! 
Tiamat e Nibiru si trovarono faccia a faccia; avanzavano l'uno contro l'altro. 
Si avvicinavano alla battaglia, si preparavano a un duello. 
li Signore distese la sua rete, la gettò per avvilupparla. 
Con furia Tiamat gridò, perse i sensi come se fosse posseduta. Il Vento del Male, che lo seguiva, Nibiru le scatenò contro; 
Il Vento del Male le scagliò in faccia. 
Tiamat aprì la bocca per divorare il Vento del Male, ma non riuscì più a richiudere le labbra. 
Il Vento del Male caricò il suo ventre, penetrò nelle sue viscere. 
Le sue viscere erano dilaniate, il suo corpo si gonfiò, la sua bocca si spalancò. 
Attraverso l'apertura Nibiru scagliò una freccia lucente, un lampo divino. 
 
Penetrò nelle sue viscere le dilaniò il ventre; 
le si conficcò nel grembo, le spezzò il cuore. 
Dopo averla così domata, egli spense il suo soffio vitale. Nibiru esaminò il corpo senza vita, 
Tiamat era ora come una carcassa macellata. 
Vicino alla padrona senza vita, 
i suoi undici aiutanti erano tremanti di paura. 
Nella rete di Nibiru furono catturati; furono incapaci di fuggire. Anche Kingu, proclamato da Tiamat capo della schiera, 
era fra di loro. 
li Signore lo incatenò, lo legò alla padrona senza vita. Strappò da Kingu le Tavole dei Destini, 
ingiustamente a lui date. 
Vi impresse il suo sigillo, fissò il Destino al suo petto. Gli altri della schiera di Tiamat legò come prigionieri, 
li intrappolò nel suo circuito. 
Li calpestò sotto i suoi piedi, li fece a pezzi. 
Li legò al suo circuito; li fece orbitare indietro. Nibiru partì poi dal Luogo della Battaglia, 
si recò ad annunciare la vittoria agli dèi che lo avevano prescelto. Compì un circuito intorno ad Apsu, viaggiò verso Kishar e Anshar. Gaga venne a salutarlo, 
poi fece rotta come messaggero verso gli altri. 
Nibiru oltrepassò An ed Antu, 
si diresse verso la Dimora nel Profondo. 
Ripensò poi al fato di Tiamat ormai senza vita e a quello di Kingu. 
Il Signore Nibiru allora ritornò a Tiamat, 
che prima aveva domato. 
Le si avvicinò, si soffermò a vedere il suo corpo senza vita. 
Nel suo cuore concepì ingegnosamente un piano per dividere il mostro. 
Poi, come si fa con un mitilo, la divise in due parti, le separò il petto dalle parti inferiori. 
Recise i canali del suo sangue, 
guardò con stupore le sue vene d'oro. 
 
Calpestando la sua parte posteriore, 
il Signore le tranciò di netto la parte superiore. 
Convocò accanto a sé il Vento del Nord, suo aiutante. Comandò al Vento di portare via il cranio staccato, 
di gettarlo nel vuoto. 
Allora il Vento di Nibiru si librò su Tiamat, investendola con un fiotto di acque. 
Nibiru scoccò un lampo, impartì il segnale al Vento del Nord. Con un fulgore, 
la parte superiore di Tiamat 
venne portata in un luogo sconosciuto. 
Anche Kingu, a lei legato, fu con lei esiliato, per essere compagno della parte staccata. 
Nibiru rifletté poi sul fato della parte posteriore: Che fosse un eterno trofeo della battaglia, 
questo era il suo volere. 
Che fosse per sempre ricordato nei cieli, per custodire il Luogo della Battaglia. 
Con la sua mazza schiacciò in mille pezzi la parte posteriore, poi li unì per formare il Bracciale Martellato, 
Unendoli insieme, li posizionò come guardiani, 
un Firmamento per dividere le acque dalle acque. 
Separò i Mari Superiori sopra il Firmamento dai Mari Inferiori. Tutto questo Nibiru creò con molto ingegno. 
Il Signore attraversò i cieli per scandagliare le regioni. Misurò le dimensioni dal regno di Apsu alla dimora di Gaga. 
Nibiru esaminò poi il limite del Profondo, gettò lo sguardo verso il suo luogo natale. 
Si soffermò ed esitò; poi lentamente ritornò al Firmamento, al Luogo della Battaglia. 
Nell'attraversare di nuovo la regione di Apsu, 
ripensò con rimorso alla sposa del Sole che più non c'era. 
Guardò la metà ferita di Tiamat, 
prestò attenzione alla sua Parte Superiore. 
Le acque della vita, la sua ricchezza, stillavano ancora dalle ferite. 
 
Le sue vene d'oro riflettevano i raggi di Apsu. Allora Nibiru si ricordò del Seme della Vita, 
eredità del suo Creatore. 
Quando aveva calpestato Tiamat, quando l'aveva separata, sicuramente le aveva trasmesso il seme! 
Si rivolse ad Apsu, così gli parlò: Con i tuoi caldi raggi, risana le ferite! 
Che nuova vita sia data alla parte staccata, 
che possa essere accolta nella tua famiglia come una figlia! 
Che le acque siano tutte raccolte in un luogo, che possa apparire la terraferma! 
Che sia chiamata Terraferma, 
che il suo nome d'ora in poi sia Ki! 
Apsu prestò attenzione alle parole di Nibiru: 
Che la Terra si unisca alla mia famiglia! Così decretò. 
Ki, Terraferma del Mondo Inferiore, 
che il suo nome d'ora in poi sia Terra! 
Che, con la sua rotazione, ci siano notte e giorno; 
che di giorno io la possa irradiare con i miei raggi risanatori. 
Che Kingu sia una creatura della notte, 
di notte brillerà come compagna della Terra, che per sempre sia la Luna! 
Nibiru ascoltò con compiacimento le parole di Apsu. Attraversò i cieli e ispezionò le regioni. 
Agli dèi, che lo avevano reso supremo, concesse stazioni permanenti. 
Decise che non dovessero trasgredire i confini dei propri circuiti, né darsi battaglia. 
Rafforzò le serrature dei cieli, ai loro lati posizionò dei cancelli. Scelse per sé una dimora esterna; si estendeva al di là di Gaga. 
Supplicò Apsu perché decretasse 
che il grande circuito fosse il suo destino. Dalle loro stazioni tutti gli dèi decretarono: 
che la sovranità di Nibiru sia senza pari! 
Lui è il più radioso degli dèi, 
che lui sia veramente il Figlio del Sole! 
 
Dalla sua dimora Apsu concesse la sua benedizione: 
Nibiru deve essere il Luogo dell'Attraversamento del Cielo e della Terra; 
Luogo dell’Attraversamento sarà chiamato! 
Sopra o sotto Nibiru gli dèi non dovranno mai attraversare. Una posizione centrale è stata conferita per sempre a Nibiru, 
per essere così il pastore degli dèi. 
Il suo circuito sarà uno Shar; 
questo sarà per sempre il suo Destino! 
 
Questo è ora il racconto di come iniziarono i Tempi Antichi, e dell'era che negli Annali fu chiamata l'Età Dell'Oro, 
e di come da Nibiru alla Terra furono compiute missioni per procurare l'oro. 
Tutto ebbe inizio con la fuga di Alalu da Nibiru. Alalu era dotato di grande comprensione, 
acquisì grandi conoscenze grazie allo studio. 
Grandi conoscenze dei cieli e dei circuiti erano state accumulate dal suo progenitore Anshargal. 
Le conoscenze furono notevolmente arricchite da Enshar. Alalu approfondì tutte quelle conoscenze; 
ne discusse con i saggi, consultò i sapienti e i comandanti. 
Così fu consolidata la conoscenza del Principio, così Alalu possedeva quella conoscenza. 
La conferma fu la presenza di oro nel Bracciale Martellato. 
L'oro nel Bracciale Martellato confermava la presenza dell'oro nella Metà Superiore di Tiamat. 
Alalu arrivò vittorioso al pianeta dell'oro, 
il suo carro atterrò con un boato. Scandagliò il luogo con un raggio, 
per scoprirne i dintorni. 
Il suo carro discese sul terreno arido, atterrò ai bordi delle estese paludi. 
Si mise un Elmetto d'Aquila, indossò un vestito di Pesce. 
 
Aprì il portello del carro; 
con il portello aperto si soffermò a osservare. Il terreno era di colore scuro, i cieli erano azzurri. Non vi era alcun suono, 
non vi era nessuno a dargli il benvenuto. 
Era solo su un pianeta sconosciuto, forse per sempre esiliato da Nibiru! 
Lui stesso mise piede sul terreno; camminò sul suolo di colore scuro. 
In lontananza si stagliavano le colline; 
nelle vicinanze rigogliosa era la vegetazione. 
Davanti a lui si stendevano le paludi, 
camminò nelle paludi; rabbrividì alla frescura delle acque. 
Ritornò sul terreno asciutto: 
era solo su un pianeta sconosciuto! 
Era immerso nei propri pensieri, 
ripensava con nostalgia alla sua sposa e ai suoi discendenti. 
Era dunque per sempre esiliato da Nibiru? Continuava a porsi questo interrogativo. 
Presto tornò al carro, per ritemprarsi con il cibo e con il bere. 
Poi fu sopraffatto da un sonno profondo, un potente sonno profondo. 
Non seppe ricordare quanto tempo dormì; non seppe dire cosa 'lo risvegliò. 
Fuori un'intensa luminosità, una luce forte mai vista a Nibiru. Allungò un palo dal carro, munito di un Verificatore. 
Poteva respirare l'aria del pianeta: ne indicava la compatibilità! Aprì il portello del carro, con i.I portello aperto respirò l'aria. 
Fece un altro respiro, poi un altro e un altro ancora; l'aria di Ki era davvero compatibile! 
Alalu batté le mani, innalzò un inno di gioia. Senza l'Elmetto l’Aquila, senza il vestito di Pesce, 
mise piede sul terreno. 
La luminosità fuori era accecante; i raggi del Sole erano fulgidi! Ritornò nel carro, 
indossò una maschera per proteggere gli occhi. 
 
Prese l'arma che aveva portato, sollevò il versatile Campionatore. 
Lui stesso discese sul terreno, camminò sul suolo di colore scuro. 
Si avviò verso le paludi; le acque erano <li un color verde scuro. Alcuni ciottoli erano sul bordo della palude; 
Alalu ne prese uno, lo gettò nelle acque. 
Nella palude i suoi occhi colsero un movimento: le acque brulicavano di pesci! 
Nella palude calò il Campionatore, per scandagliare le acque buie. 
L’acqua non era adatta da bere, Alalu fu molto deluso. 
Si allontanò dalle paludi, si avviò in direzione delle colline. 
Si fece strada fra la vegetazione; 
i cespugli cedevano il posto agli alberi. 
Il luogo era come un frutteto, gli alberi erano carichi di frutta. Attirato dal loro dolce profumo, Alalu prese un frutto; 
lo mise in bocca. 
Il profumo era dolce, il gusto era più dolce ancora! 
Alalu ne fu deliziato. 
Alalu camminava lontano dai raggi del Sole, si dirigeva verso le colline. 
Fra gli alberi sentì umidità sotto i piedi, segnale di acqua nelle vicinanze. 
Si diresse verso l'umidità. 
Nel mezzo della foresta c'era uno stagno, uno stagno di acque silenziose. 
Nello stagno calò il Campionatore; 
l'acqua era buona da bere! 
Alalu rise; una risata irrefrenabile lo colse. L'aria era buona, l'acqua si poteva bere; 
c'era frutta, c’erano i pesci! 
Con impazienza Alalu si chinò, mise le mani a coppa, portò l’acqua alla bocca. 
L'acqua dava refrigerio, 
aveva un gusto diverso dall'acqua di Nibiru. 
 
Bevve ancora una volta, poi intimorito balzò da un lato: poteva sentire un suono come un sibilo; 
un corpo strisciante si muoveva vicino allo stagno. 
Afferrò l'arma che aveva portato, scoccò un raggio verso il sibilo. 
Il movimento si fermò, il sibilo terminò. 
Per comprendere meglio il pericolo, Alalu avanzò. 
Il corpo strisciante era immobile; la creatura era morta, aveva un aspetto molto strano: 
il suo lungo corpo era come una corda, il corpo era senza mani o piedi. 
Nella sua testa minuta vi erano degli occhi feroci, 
una lunga lingua sporgeva dalla sua bocca. Non aveva mai visto niente di simile a Nibiru, 
era una creatura di un altro mondo! 
Era forse il guardiano del frutteto? Così Alalu rifletteva. Era forse il padrone delle acque? Così si domandava. 
Raccolse un po’ di acqua nella borraccia che ave va con sé; con cautela si avviò al carro. 
Colse anche i dolci frutti; si diresse verso il carro. 
La luminosità dei raggi del Sole era molto diminuita; quando raggiunse il carro, 
era calata ormai l'oscurità. 
Alalu rifletté sulla brevità del giorno; della sua breve durata era stupito. 
Dalle paludi una luce fredda si levava all'orizzonte. 
Una palla di colore bianco stava velocemente alzandosi nei cieli: poteva scorgere Kingu, il compagno della Terra. 
Quello che era nei racconti del Principio, 
ora poteva veramente vedere con i suoi occhi. I pianeti e i loro circuiti, il Bracciale Martellato, Ki la Terra, Kingu la sua luna, tutti erano creati, 
tutti erano chiamati per nome! 
In cuor suo Alalu sapeva che ancora una verità doveva essere svelata: 
era necessario scoprire l'oro, lo strumento della salvezza! 
 
Se nei racconti del Principio vi è verità, 
se le vene d'oro di Tiamat furono bagnate dalle acque, 
allora l'oro deve trovarsi nelle acque di Ki, la sua metà separata! 
Con mani nervose Alalu prelevò il Verificatore dal palo del carro. 
Con mani tremanti indossò il vestito da pesce, restò in impaziente attesa della luce del giorno che sorgeva velocemente. 
All'alba uscì dal carro, velocemente si avviò verso le paludi. Guadò nelle acque più profonde, 
inserì il Verificatore nelle acque. 
Osservò con impazienza la sua faccia illuminata, 
il cuore gli batteva forte in petto. 
Il Verificatore indicava il contenuto delle acque, svelando con simboli e numeri quanto scopriva. 
Poi il battito del cuore di Alalu si arrestò: 
vi è oro nelle acque! Così aveva scoperto il Verificatore! 
Alalu si avviò malfermo sulle gambe, addentrandosi sempre di più nelle paludi. 
Nuovamente inserì il Verificatore nelle acque; nuovamente il Verificatore denunciò la presenza di oro! 
Un grido, un grido di trionfo proruppe dalla bocca di Alalu: ora il fato di Nibiru era nelle sue mani! 
Ritornò verso il carro, si tolse il vestito di Pesce, 
occupò il posto di comando. 
Ravvivò le Tavole dei Destini che conoscono tutti i circuiti, per trovare la direzione verso Nibiru. 
Risvegliò Ciò Che Parla, per irradiare parole verso Nibiru. Poi irradiò queste parole a Nibiru, così egli parlò: 
Le parole del grande Alalu sono dirette ad Anu su Nibiru. Sono in un altro mondo, ho trovato l'oro della salvezza. 
Il fato di Nibiru è nelle mie mani; 
devi dare ascolto alle mie condizioni! 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Torna a Obscura 
Home