"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
          (Plutarco, Quomodo qui suos in virtute sentiat profectus) 
          Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
         La parola perduta  
 
 
 
 
 
 
 
                  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La Sapienza si è costruita la casa,  
ha intagliato le sue sette colonne. 
Proverbi 9, 1 
 
 
 
 
 
Abdia (H “Colui che venera Yahweh”): profeta della Bibbia che, nel 570 a.C. circa, annunciò che il “Giorno del Signore è vicino”. Vedi Giorno del Signore. 
Abele (H Hevel): secondogenito di Adamo ed Eva, “pastore di greggi”, ucciso dal fratello Caino. Per la versione sumera vedi Agricoltura, Caino, Domesticazione. 
Abramo (secondo la Bibbia, in origine il suo nome era Abram, “Padre Amato” oppure “Amato dal Padre”): primo patriarca ebreo al quale si attribuisce la creazione della religione monoteistica, la fede in un solo Dio, che la Bibbia chiama “Yahweh”. Secondo la Genesi, Dio stipulò con lui un patto per garantire alla sua discendenza le terre tra il fiume d’Egitto (un fiume che scorre in inverno nella penisola del Sinai) e il fiume Eufrate, nella Mesopotamia settentrionale. Questo patto era la ricompensa per la sua incrollabile fede nell’unico Dio e per aver portato a termine il compito citato nel capitolo 14 della Genesi, Guerre dei re. Da mettere in relazione questi eventi a quelli descritti nelle tavolette conosciute come i Testi di Khedorla’omer e ha sincronizzare il momento storico e gli spostamenti di Abramo con le cronologie di Mesopotamia ed Egitto, giungendo alla conclusione che Abramo era nato nel 2123 a.C. a Nippur (Ne.Ibru), centro religioso di Sumer: ecco perché nella Bibbia ebraica viene identificato come Ibri – “un nippuriano”; il suo nome in sumero era Ib.ru.um. Obbedendo all’ordine di Dio, Abramo si trasferì a Ur, capitale di Sumer, insieme a suo padre, il sacerdote Terah; in seguito si spostò ad Haran (nell’odierna Turchia) e infine a Canaan (ora Israele). Quelle migrazioni coincisero con gli eventi riportati nei testi sumeri e babilonesi, di epoca successiva. Tutti quei documenti narrano anche della Guerra dei re, quando Abramo difese il Porto spaziale situato nella penisola del Sinai. Dopo l’attacco con armi nucleari al Porto spaziale (la distruzione di Sodoma e Gomorra citata nella Bibbia) e la conseguente fine di Sumer, il nome di Abramo venne cambiato nell’Abraham semitico; quello di sua moglie da Sarai a Sarah (Sara). I due ebbero un figlio, Isacco. Abramo e Sara vennero sepolti a Hebron. Vedi Guerra dei re, Harran, Nippur, Patriarchi, Porto spaziale, Testi di Khedorla’omer, Ur. 
Abydos (Abido): sito dell’antico Egitto dove venne rinvenuta una tavoletta attribuita al faraone Seti I (che ritraeva lui e suo figlio Ramsete II). Redatta in geroglifico, elencava le antiche dinastie reali egizie a partire dal faraone MEN (Menes in greco). 
Ab.Sin (“Suo padre è Sin”): nome sumero della costellazione zodiacale che onora Inanna/Ishtar, figlia del dio Sin. Il nome attribuitole, Vergine, risale all’inizio del sistema zodiacale, quando la costellazione onorava la dea Ninharsag che rimase nubile. La descrizione pittografica della costellazione, quella di una bella donna, è giunta invariata fino a noi. Vedi Inanna. 
Ab.zu/Absu (“Sorgente Primordiale/Profondità” da cui deriva la parola “abisso”): regione dell’Africa sud-orientale ricca di miniere d’oro da cui gli Anunnaki estraevano il prezioso metallo, “dove grandi acque scorrono rapide”. Regno di Ea/Enki. Stando ai testi sumeri della creazione fu proprio lì che Enki e Ninharsag crearono un “lavoratore primitivo” – l’uomo – mescolando “l’essenza” di un giovane Anunnaki con “l’argilla dell’Abzu”. Vedi Anunnaki, Dna, oro. 
Achemenidi: dinastia tribale di Anshan, provincia di Elam, a est di Sumer, i cui sovrani fondarono l’impero persiano. A questa dinastia appartenevano Ciro, Dario I, Serse I e Dario III. Ciro catturò Babilonia nel 539 a.C. e ordinò la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme. Serse I invase la Grecia nel V secolo a.C. Nel IV secolo a.C. Dario III combatté l’esercito greco guidato da Alessandro Magno. Vedi Alessandro Magno, Elam, Persia/Persiani, Serse, Susa. 
Acquario (“Colui che porta l’acqua”): una delle dodici costellazioni zodiacali. I sumeri associavano questa costellazione a E.a (“Colui la cui casa è l’Acqua”) e raffiguravano Ea seduto, con acqua che fluiva da lui. 
Acque della vita: mentre nei testi mesopotamici gli uomini potevano ottenere l’immortalità mangiando il Cibo (o Frutto) della vita, i testi egizi delle Piramidi descrivevano il faraone che cercava di ottenere la Vita eterna bevendo l’Acqua della vita (nella quale, a volte, cresceva l’Albero della vita). Non è chiaro se gli Anunnaki che vivevano sulla Terra chiedevano che fosse portato loro da Nibiru del cibo per mantenere la longevità. 
Acropoli: complesso di templi antichi costruiti in cima a una collina, ad esempio ad Atene, capitale della Grecia. 
Adab: una delle prime città di Sumer. 
Adad (anche Hadad): figlio minore di Enlil (Ishkur in sumero) il cui principale dominio era la regione montuosa dell’Anatolia (l’odierna Turchia), terra degli Ittiti, che lo chiamarono “Teshub” (“Colui che genera la Tempesta di Vento”) e lo ritrassero su di un toro (suo “animale di culto”) armato di una saetta. Dopo il Diluvio ebbe il compito di supervisionare l’estrazione di oro e stagno in Sud America: la sua presenza è testimoniata dall’immagine scolpita sulla “Porta del Sole” a Tiahuanacu (in Bolivia) e dal suo emblema inciso sul versante di una collina nella baia di Paracas (in Perù). I testi cananei lo chiamavano semplicemente Ba’al (Signore), signore del “Luogo dell’atterraggio”, posto tra i monti del Libano. Vedi Ba’albek, Dio della tempesta, Ittiti. 
Adam (Adamo) (da H Adamah, “terra”): da cui la traduzione letterale (H) “Colui che è della Terra”, ossia terrestre. Nella Genesi si fa riferimento a lui come a l’Adamo, una nuova razza di esseri intelligenti creati dagli Elohim (sostantivo plurale) che dissero “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza” (Genesi 1, 26). Le narrazioni sumere della creazione attribuiscono al dio Enki e alla dea della nascita Ninharsag la creazione dell’Adamo dopo che gli Anunnaki ebbero preso la decisione di creare un “lavoratore primitivo” (Lulu amelu) ricorrendo alla manipolazione genetica, ossia la combinazione dei loro geni con quelli di un ominide già presente sulla Terra. La Bibbia allora utilizza “Adamo” come nome proprio del progenitore che, insieme a sua moglie Eva, dette il via alla stirpe dei patriarchi antidiluviani. La storia narrata nella Bibbia, e ancor più quella narrata in tempi remoti dai Sumeri, forniscano “l’anello mancante” nell’evoluzione del genere umano. 
Adapa (“Il più saggio tra gli uomini”): uno dei figli che Enki ebbe da una donna terrestre; fu il primo essere umano al quale venne data la conoscenza – scrittura, matematica e astronomia. Secondo un testo conosciuto con il nome di Epica di Adapa, fu il primo terrestre a recarsi su Nibiru e a essere presentato ad Anu. Enki fece in modo che Adapa tornasse sulla Terra senza aver acquisito la longevità degli Anunnaki. 
Adda-Guppi: somma sacerdotessa del tempio del dio Sin ad Haran (odierna Turchia sud-occidentale) che, nel 555 a.C., convinse il dio a incoronare re di Babilonia il proprio figlio Nabunaid. Fu testimone della partenza di Sin dalla Terra e del suo ritorno – eventi miracolosi che Adda-Guppi e Nabunaid immortalarono su quattro colonne di pietra erette nel tempio del dio. (Nabunaid fu l’ultimo re di Babilonia). Vedi Ehulhul, Harran, Nabunaid, Sin. 
Ade: nelle leggende greche, uno dei figli di Cronos e Rea, che ebbero in totale sei figli, tre femmine e tre maschi (Ade, Poseidone e Zeus). Dopo aver sconfitto i Titani, i tre fratelli tirarono i dadi: Zeus ebbe i cieli e il Mondo Superiore; Poseidone gli oceani e Ade il Mondo Inferiore. Col trascorrere del tempo, il dominio di Ade divenne sinonimo degli Inferi, il “Regno dei Morti”. Ade e i suoi fratelli appartenevano alla terza generazione di dèi. Nell’Epica di Atra-Hasis, in Mesopotamia, era stata descritta un’analoga spartizione tra Anu, Enlil ed Enki, sempre tirando a dadi. 
Aditya: nella narrazione indù sono le sette grandi divinità del pantheon, figli del dio Kasyapa e della dea Aditi – tra loro ricordiamo Vishnu, Varuna, Rudra e Indra. Con il trascorrere del tempo – come nella mitologia greca – a loro si unirono altre cinque divinità, formando così i dodici membri del clan divino che assurse al dominio, al termine di diverse competizioni e guerre trascinatesi da una generazione all’altra. Proprio nel corso di quelle battaglie aeree gli dèi fecero ricorso ad armi magiche. Vedi Battaglie aeree, Dio/dèi. 
Africa: il continente che, “dopo la spartizione della Terra”, fu il dominio di Enki e dei suoi sei figli. Vedi anche Mondo Inferiore. 
Afrodite: dea greca dell’amore (“Venere” per i Romani), figlia di Zeus, nonché una delle dodici divinità dell’Olimpo. Secondo le leggende, giunse in Grecia dal Vicino Oriente toccando l’isola di Cipro. Molti dei suoi attributi sono uguali a quelli di Inanna/Ishtar. 
Agade: vedi Akkad. 
Agar: la schiava di Sara che partorì Ismaele, figlio di Abramo. Vedi Ismaele. 
Agga: re di Kish, città di Sumer, rivale del famoso Gilgamesh, sovrano di Uruk. 
Agni: divinità indù, armato di potenti saette. Fratello di Indra. 
Agricoltura: dati scientifici hanno consentito di stabilire che la coltivazione di cereali e di altri prodotti della natura ebbe inizio nel 10500 circa a.C. nell’antico Vicino Oriente, in un’area che abbraccia oggi la Siria occidentale, il Libano orientale e il Nord di Israele. Le scoperte della scienza moderna corroborino le narrazioni sumere in base alle quali gli dèi Enlil ed Enki, spinti dalla necessità di nutrire gli dèi e il resto dell’umanità dopo il Diluvio Universale, usarono una base tra le montagne come Laboratorio della Creazione per coltivare piante da semina e allevare animali. Nelle Americhe, le leggende attribuivano agli dèi l’introduzione del mais. Vedi Domesticazione. 
Ahaz: re giudeo dell’VIII secolo la cui meridiana, a Gerusalemme, conosciuta come (H) Ma’alot Ahaz (“scalini/gradi di Ahaz”) fu protagonista di un miracolo profetico descritto nella Bibbia, in 2 Re 20 e in Isaia, 38. 
Ahiram (Hiram): re della città fenicia di Tiro che aiutò re Salomone, suo alleato, nella costruzione del Tempio in Gerusalemme (X secolo a.C.) 
AH-MOSE (Ahmosis, Amosis in greco): fondatore della XVIII dinastia dell’antico Egitto (1570-1352 a.C.) dalla quale discesero i famosi faraoni Thothmose I, II, III e IV (Thoth-Mes; variazioni ortografiche: Thothmosis, Tutmosis), il faraone donna Hatshepsut, nonché Akhen-Aten e Tut-Ankh-Amen. I nomi regali erano teoforici: infatti il prefisso era il nome di una divinità (Ah, Thot, ecc.), mentre il suffisso, MSS (si legge Mes/Mose/Mosis) significava “nato da” quel dio. Nell’episodio narrato dalla Bibbia, la “figlia del faraone” che allevò Mosè fosse Hatshepsut, la quale gli dette un nome che terminava in MSS (Mose, Moshe), come era consuetudine nella sua dinastia. Vedi Hatshepsut, Mosè, Sfinge, Thothmes. 
Akapana: una delle principali caratteristiche archeologiche dell’antico sito di Tiahuanacu (o Tiwanaku) nei pressi del lago Titicaca in Bolivia. Si tratta di una struttura collinosa che, secondo alcuni, potrebbe essere ciò che resta di una piramide. Gli scavi condotti hanno rivelato nelle sue viscere una serie di canali e camere collegate tramite condotti, che avevano suggerito l’ipotesi che si trattasse di una struttura per la lavorazione dei metalli. Vedi Tiahuanacu. 
AKHEN-ATEN: il faraone Amenhotep/Amenophus IV che, nel 1379 a.C., introdusse in Egitto l’adorazione del disco celeste chiamato “Aten” – una forma di monoteismo, secondo alcuni studiosi; si trattava, invece, di una nuova denominazione che faceva espresso riferimento a una croce, simbolo di Nibiru, in linea con le aspettative del suo prossimo ritorno. Nelle iscrizioni il faraone affermava di essere il figlio di un dio e annunciava un’èra messianica. Vedi Aten, Disco alato. 
A.ki.ti (“Costruire [sulla] Vita della Terra”): celebrazioni sumere per il Nuovo Anno le cui cerimonie imponevano che il dio che regnava su di una città dovesse scomparire per poi ritornare in una processione che toccava sette stazioni che simulavano il viaggio spaziale da Nibiru fino al Settimo Pianeta (la Terra). Celebrato come la festività di Akitu a Babilonia, assunse un ruolo centrale nell’elevazione del suo dio, Marduk, a ruolo di divinità suprema. Lì, le cerimonie del Nuovo Anno includevano anche “Celebrazioni della Passione” che mettevano in scena la risurrezione di Marduk, sepolto intenzionalmente vivo all’interno della Grande Piramide, e dalla quale uscì, invece, vivo e trionfante. Vedi Nabu, Guerre delle Piramidi. 
Akkad/accadico: regione della Mesopotamia che confinava a nord-ovest con Sumer, colonizzata da un popolo la cui lingua, “l’accadico”, è considerata la lingua madre di tutte quelle semitiche (incluso l’ebraico, il cananeo, il fenicio, l’aramaico, l’arabo, ecc.). Un testo conosciuto come Leggenda di Sargon racconta che, in un periodo di cambiamenti a Sumer, la dea Inanna/Ishtar, che volava nei cieli, atterrò in un campo ed ebbe un rapporto sessuale con il giardiniere; in seguito lo avrebbe raccomandato alla leadership degli Anunnaki quale successivo re. Nel 2370 a.C., questi, con il nome di Sharru-kin (“Re degno di fiducia” da cui deriva il nome “Sargon”) fondò una nuova capitale, Agade (“unione, unito” – da cui deriva il termine Akkad); a partire da quel momento, il regno così unificato venne conosciuto come Sumer e Akkad. La dinastia accadica, in particolar modo durante il regno di Naram-Sin, nipote di Sargon, fu dedita alla conquista e alla guerra su ordine di Inanna/Ishtar, il che suscitò l’ira degli altri dèi che, nel 2230 a.C., posero fine alla dinastia e distrussero Agade. Vedi Naram-Sin, Sargon di Akkad. 
Alalu: sovrano del pianeta Nibiru che, deposto da Anu, si rifugiò sulla Terra. Fu lui a scoprire la presenza di oro, inducendo gli Anunnaki a venire sulla Terra per estrarre il prezioso minerale. Nel corso di una delle visite di Anu sulla Terra i due si affrontarono in combattimento e Alalu staccò con un morso “la mascolinità” di Anu. 
Albero della Conoscenza: secondo la Genesi (2, 9), due alberi speciali crescevano nel Giardino dell’Eden, “l’Albero della vita” e “l’Albero del Conoscere”; Dio proibì ad Adamo di mangiare del frutto di quest’ultimo. Venne poi creata la donna, Eva, e il Serpente la convinse a mangiare il frutto di quell’albero insieme ad Adamo, una trasgressione per la quale la coppia venne espulsa dal Giardino dell’Eden. Mentre il termine biblico viene tradotto di solito come “Albero del Conoscere”, tradotto come “Albero della Conoscenza”*, ossia il termine che usa la Bibbia per indicare rapporti sessuali al fine di procreare. Questa narrazione, parla della seconda manipolazione genetica da parte del “serpente” Enki – per consentire all’ibrido sterile di riprodursi. Vedi Eden, Enki, Serpente. 
* In lingua italiana il problema non sussiste, perché la Bibbia lo chiama già “Albero della Conoscenza del Bene e del Male”.  
Albero della vita: nella storia di Adamo ed Eva, la Bibbia afferma che l’Albero della vita cresceva “in mezzo al giardino”. Fu solo dopo che la coppia ebbe mangiato il frutto dell’Albero della Conoscenza che Yahweh espresse (a non meglio identificati colleghi) la sua preoccupazione che potesse “prendere anche dell’Albero della vita, ne mangi e viva per sempre”. Perciò venne scacciato dal Giardino dell’Eden e due cherubini vennero posti “per custodire la via all’Albero della vita”. I testi egizi fanno riferimento “all’Albero nella Terra della vita”; quelli mesopotamici a una “Pianta della vita”. In entrambe le civiltà le raffigurazioni mostrano l’albero come una palma da dattero; nell’arte mesopotamica (e in particolare in quella assira) l’Albero della vita è spesso raffigurato con accanto esseri divini. Vedi Palma da dattero, Pianta della vita. 
Aldilà: i faraoni dell’antico Egitto credevano di ottenere l’immortalità nell’Aldilà. Dopo la morte e dopo la cerimonia della “pesatura del cuore”, qualora fossero stati ritenuti degni, avrebbero compiuto un viaggio fino al “Pianeta di milioni di anni”, dove avrebbero vissuto felici e contenti insieme agli dèi. Il viaggio nell’Aldilà è stato descritto e illustrato in testi quali Il Libro dei Morti e i Testi delle Piramidi. Vedi Viaggio nell’Aldilà. 
Alessandria: città egizia, sulla costa del Mediterraneo, costruita per seppellire Alessandro Magno alla sua morte. Nell’antichità era rinomata come centro di studi, la sua fama legata alla grande biblioteca (distrutta, insieme ai suoi preziosi manoscritti, nell’incendio appiccato dai conquistatori musulmani nel 642 d.C.). La città era famosa anche per il porto. 
Alessandro Magno: figlio del re macedone Filippo II e della regina Olimpia che, nel 334 a.C., guidò l’esercito attraverso l’Ellesponto (l’attuale Stretto dei Dardanelli), che separava l’Europa dall’Asia Minore. Sconfisse nel corso di alcune battaglie l’esercito del re persiano Dario. Partendo dal Mediterraneo conquistò l’Asia fino all’India e arrivò fino all’Egitto, in Africa. Gli storici ritengono che l’invasione di Alessandro fu la risposta a precedenti attacchi alla Grecia da parte dei Persiani; le motivazioni personali di Alessandro che lo spinsero in questa impresa: voci di corte, infatti, asserivano che il suo vero padre fosse il dio egizio Amon – il che faceva di lui un semidio, degno di divenire immortale. Ciò spiega il motivo per cui Alessandro, dopo le prime battaglie con i Persiani, si diresse verso l’oasi di Siwa in Egitto, luogo dove viveva un famoso oracolo, per avere conferma della propria natura divina. Proseguì quindi il suo viaggio verso Babilonia, dove si recò a onorare Amon/Ra/Marduk, entrando nella tomba del grande dio all’interno dell’Esagil, la ziggurat. Alessandro morì a Babilonia, nel 323 a.C. a soli 32 anni. 
Alfabeto, scrittura alfabetica: primo sistema di scrittura nato a Sumer, più avanzato, rispetto a quello pittografico che utilizzava disegni per descrivere oggetti e azioni. Il passaggio a segni cuneiformi ne denotava la pronuncia sillabica. La scrittura egizia compì progressi analoghi, pur continuando a utilizzare pittogrammi (i “geroglifici”). Entrambi i sistemi richiedevano che gli scribi utilizzassero centinaia di segni. La scrittura alfabetica, che fece la sua comparsa per la prima volta nella penisola del Sinai a metà del secondo millennio a.C., fu il risultato del passaggio a un sistema vocale, che sceglieva il pittogramma semplificato di un oggetto: ad esempio la testa di un bue (Aluf in ebreo semitico) per indicare il suono “A”, di una casa (Bayit) per indicare il suono “B”, eccetera. Ne è risultata la riduzione della scrittura a un “alfa-bet” di appena ventidue segni. Nel momento storico e nel luogo in cui si è verificata questa invenzione: in quale lingua e con quale scrittura Mosè annotò le parole del Signore ai tempi dell’Esodo, sul monte Sinai (su appena due tavolette di pietra)? Vedi Alfabeto ebraico. Vedi anche Dna. 
Allah: unico grande dio venerato dai musulmani, rappresentato simbolicamente dal segno della Mezzaluna. 
Allat: nome tardo attribuito alla dea Elat, una delle mogli del dio cananeo El, venerato nel Vicino Oriente, in particolare nella penisola del Sinai e in Arabia settentrionale. 
Alleanza (H Brit): nella sua accezione generale significa “trattato”, ma il termine è usato nella Bibbia per definire la promessa di impegno eterno che Dio aveva fatto ad Abramo e ai suoi discendenti. 
Al Mamoon: sovrano musulmano (“califfo”) dell’Egitto che, nell’830 d.C. assoldò muratori, fabbri e tecnici per aprirsi con la forza un varco all’interno della Grande Piramide di Giza alla ricerca di tesori nascosti. Mancando di poco l’ingresso originale nel versante nord della piramide, raggiunse il Corridoio Discendente, caratteristica architettonica comune alle altre piramidi. Poi, grazie alla fortuita caduta di un blocco di pietra, i suoi uomini scoprirono le peculiarità uniche della zona superiore di questa piramide: le camere del “re” e della “regina”, nonché i passaggi orizzontali e ascendenti che conducono a queste camere, tra i quali anche la splendida Grande Galleria. 
Amaleciti: tribù che durante l’Esodo bloccò l’ingresso degli Israeliti nel Sinai, provocando una feroce battaglia. 
Amar.Pal: altra possibile lettura del nome Amar.Sin. Amar.Sin/Amar.Pal era proprio “Amrapel, re di Shine’ar” (ossia di Sumer) che, secondo Genesi 14, guidò un’alleanza di “re dell’Oriente” contro un’alleanza dei “re dell’Occidente”; guerra in cui Abramo svolse un ruolo importante. La data dell’attacco nel 2041 a.C. coincide con quanto è scritto negli annali reali di Ur III (“Formule di data”) in relazione alla spedizione di Amar-Sin contro “terre ribelli” in Occidente. Il vero obiettivo era il Porto spaziale nel Sinai e la missione principale di Abramo era proprio difendere quel sito strategico. Vedi Amar.Sin, Porto spaziale, Tilmun. 
Amar.Sin (“Visto da Sin”): terzo sovrano (2047-2039 a.C.) della terza dinastia sumera di Ur, figlio di Shulgi, che cercò di difendere Sumer con offensive militari a nord e a ovest. Guidò una spedizione punitiva contro un’alleanza di re cananei fedeli a Marduk e probabilmente cercò anche di assumere il controllo del Porto spaziale nel Sinai. Vedi Amar.Pal, En.shag, Tilmun. 
Amazzoni (rio delle): l’immenso fiume che scorre in Sud America insieme ai suoi numerosi affluenti. Nasce a ovest nelle Ande e sfocia a est nell’Oceano Atlantico, attraversando una grande foresta pluviale: una distanza di oltre 3.200 chilometri. Non navigabile nei tratti che scorrevano nel folto della giungla, questo fiume legò il suo nome a città scomparse, come ad esempio, la leggendaria “Akakor”. 
Ammonizioni di IPU-WER: nome dato a un antico papiro egizio il cui lungo testo, redatto in geroglifico, contiene sezioni profetiche che riguardano l’imminente arrivo di problemi e tribolazioni, una sorta di travaglio messianico che sarebbe culminato nell’arrivo di un redentore, che avrebbe introdotto un’èra idilliaca. Questo testo deve il suo nome a una serie di ammonizioni rivolte a coloro che avevano abbandonato le pratiche religiose, esortandoli al pentimento e al battesimo. Il papiro, che risale al XXVI secolo a.C., afferma di profetizzare eventi relativi al XXII secolo a.C.; alcuni studiosi ritengono, invece, che venne redatto in epoca successiva agli eventi descritti. 
AMON (Ammon, Amen): nome-epiteto che significa “l’Invisibile”, anche “Colui che è nascosto”). Indica il dio egizio Ra, il nome egizio del dio che i Babilonesi chiamavano Marduk. Questo epiteto (spesso nella forma combinata Ra-Amon) entrò in uso allorché Ra/Marduk venne esiliato dall’Egitto. Gli eventi al periodo caotico in Egitto che ebbe inizio nel 2160 a.C. (conosciuto come il Primo Periodo Intermedio) e che, nella storia dell’antico Egitto separò l’Antico Regno dal Medio Regno. 
Amorriti (Amurru, Martu): popolo semitico che abitava la regione a occidente del fiume Eufrate, che corrisponde in buona parte all’odierna Siria. Dal punto di vista culturale e religioso era parte integrante di Sumer e Akkad; con il trascorrere del tempo i capi amorriti poterono regnare a Sumer e a Babilonia. Il loro centro più famoso, Mari, è stato fatto oggetto di estensivi scavi archeologici. 
Amos: uno dei profeti della Bibbia ebraica che portò il verbo di Dio al popolo di Israele e ad altre nazioni. Cronologicamente fu il primo; le sue profezie iniziarono, infatti, nel 760 a.C. circa. Predisse con esattezza gli attacchi che l’Assiria avrebbe sferrato in futuro ed enfatizzò l’avvento del “Giorno del Signore”, allorché “oscurerà la Terra in pieno giorno”.Si trattava del ritorno di Nibiru in prossimità della Terra. Vedi Giorno del Signore. 
An (“Cielo”); An. Anu (“Colui che appartiene ai Cieli”): sovrano che regnava sul pianeta Nibiru quando i suoi astronauti giunsero sulla Terra. Padre di Enlil, avuto dalla sposa ufficiale Antu, e di Ea/Enki e Ninharsag, avuti da altre mogli. Discendente di una lunga dinastia di sovrani di Nibiru, salì al trono dopo aver deposto Alalu, il sovrano regnante; la loro inimicizia si ripercosse sulle generazioni successive. In quanto a capo del pantheon, il suo numero di rango era il 60. Anu fece almeno tre visite sulla Terra, delle quali esistono testimonianze. La prima fu quando si dovette organizzare una Missione Terra in piena regola; la seconda fu dopo l’ammutinamento degli Anunnaki, quando venne presa la decisione di creare un “lavoratore primitivo”; la terza fu nel 4000 a.C.: una visita di stato insieme alla sua consorte Antu, allorché venne donata la civiltà al genere umano. 
AN/Annu (chiamata On nella Bibbia): nome originario della città egizia, successivamente conosciuta come Eliopoli, primo centro religioso dell’antico Egitto. Le iscrizioni in geroglifico ci raccontano che una volta all’anno i faraoni avevano il permesso di entrare nel Sancta Sanctorum del grande tempio della città per vedere la “barca celeste” a bordo della quale il dio Ra, figlio di Ptah, era giunto sulla Terra proveniente dal “Pianeta di milioni di anni”. Secondo il capitolo 41 della Genesi, quando Giuseppe venne nominato vicerè d’Egitto, il faraone “gli diede in moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On”. Vedi Ben-Ben. 
Anakim (H): tradotti comunemente come “giganti”; Vedi Anunnaki e Nefilim. 
Anat (“Colei che risponde”): una dèa che, secondo la tradizione cananea, era la compagna del dio Ba’al; molte narrazioni attribuiscono a lei le avventure sessuali e il vagabondare nei cieli che i testi sumeri/accadici attribuiscono invece a Ishtar. 
Anatolia: Asia Minore, odierna Turchia. 
Angeli: nella Bibbia questa parola viene utilizzata per tradurre il termine ebraico Mal’achim, che letteralmente significa “emissari”. Pur se nella Bibbia era utilizzato per indicare anche l’ambasciatore di un re, la traduzione “angeli” sta a significare emissari divini, comunemente raffigurati come esseri alati. Nella Bibbia, una classe di angeli, chiamati Seraphim (serafini), vengono descritti in Isaia, 6, con sei ali ciascuno; i due cherubini alati in cima all’Arca dell’Alleanza avevano quattro ali ciascuno (analogamente alle entità divine che proteggevano il sarcofago del faraone Tutankamon). In Mesopotamia sia gli dèi, sia i loro emissari, erano raffigurati con indosso uniformi alle quali erano attaccate ali, per indicare il loro status di astronauti. Vedi Cherubini, Esseri alati, Uomini aquila. 
ANKH: l’antico geroglifico egizio che sembra quasi un filo a piombo e che significa “Vita”. 
An.na (“Pietra celeste”): termine sumero per indicare lo stagno. Anaku in accadico, da cui deriva il termine ebraico Anak “collana” e Anakh “una sorta di filo a piombo”. Vedi anche Ankh. 
Anshan: provincia persiana, roccaforte degli Achemenidi, che lasciarono il segno nella storia quando, nel 549 a.C., Ciro ne divenne re. 
An.shar (“Primo dei Cieli”): secondo ZS il pianeta Saturno. Il suo ruolo nella formazione del Sistema Solare viene descritto nell’Epica della Creazione mesopotamica. Vedi anche Ki.shar. 
Antartide: il continente australe sommerso dai ghiacci, dove si trova il polo sud della Terra. Anche se totalmente sconosciuto agli europei prima della sua scoperta, avvenuta nel 1820, la sua presenza su mappe antiche, che ne ritraggono con accuratezza i confini, mostrano che era già noto in ère precedenti. Il nome geografico sumero Erkallum, generalmente tradotto come la “Grande Terra Inferiore”, faceva riferimento proprio all’Antartide, ed era la “Grande Profondità” di cui parla la Bibbia, dove ebbe inizio il Diluvio Universale; questo evento catastrofico, venne causato dallo scivolamento in mare della calotta polare antartica, originando un immenso tsunami, l’innalzamento del livello dei mari e il cambiamento climatico. Vedi anche Orbita di Nibiru. 
Antu: sposa ufficiale di An/Anu. Essendone la sorellastra (stesso padre, ma di madri diverse), suo figlio Enlil divenne l’Erede legittimo di Anu, pur se non era il primogenito. Accompagnò Anu nel corso della sua visita di stato sulla Terra. 
Anunnaki (“Coloro che dal cielo scesero sulla Terra”), a volte abbreviato in Anunna (Coloro che sono dei Cieli): gli abitanti di Nibiru discesi sulla Terra per estrarne oro dalle viscere. Il primo gruppo, composto da cinquanta astronauti, era guidato da Ea. Dopo l’arrivo di Enlil se ne aggiunsero altri e vennero creati sette insediamenti nell’E.Din (“Casa/Dimora dei giusti”), in seguito conosciuta come Sumer. Ciascun insediamento aveva una funzione specifica. Nel periodo di massima colonizzazione della Terra gli Anunnaki erano ben 600, ai quali si aggiunsero 300 Igi.gi che avevano compiti speciali. Erano gli “dèi di Cielo e Terra”, venerati dai popoli antichi. Il termine usato nella Bibbia, Anakim, comunemente tradotto come “giganti”, è invece la traduzione ebraica di Anunnaki; in accadico vennero chiamati Ilu (“Supremi”): gli Elohim della Bibbia. Secondo le Liste dei re sumere, dal loro arrivo fino al Diluvio, gli Anunnaki regnarono sulla Terra per 120 sars (432.000 anni terrestri). Ripartirono dalla Terra nel VI secolo a.C. Vedi An (Anu), Ea/Enki, El, Elohim, Enlil, Nazca, Nefilim, Nibiru, Re/Sovranità. 
An.zu (“Colui che conosce i cieli”): rivale di Enlil che riuscì a sottrargli le “Tavole dei destini” e a spezzare il “legame Cielo-Terra”. Il testo sumero che descrive gli eventi e la sconfitta definitiva del dio del male per mano di Ninurta, figlio di Enlil, è noto con il nome di Mito di Zu; ma la scoperta recente di un frammento mancante del testo ha svelato il vero nome del colpevole: si credeva fosse Zu, invece era An.Zu. Vedi Battaglie aeree, Zu. 
Apin: sostantivo sumero legato all’astronomia per indicare il pianeta che noi chiamiamo Marte. Vedi Marte. 
Apkallu: nome collettivo per indicare il primo gruppo di comandanti che pilotò l’astronave da Nibiru alla Terra. Deriva da Ab.gal (“Il Grande che guida”), nome del primo comandante. 
Apocalisse: termine che deriva dal greco “rivelare”, che indica le profezie che riguardano la Fine – la Fine dei tempi, la Fine del Mondo – o gli aspetti cataclismici dell’Evento Finale in sé. I testi apocalittici, comparsi in Egitto e in Babilonia più di mille anni prima di quelli biblici, ammonivano i popoli a pentirsi di trasgressioni religiose o sociali, e descrivevano l’arrivo di sconvolgimenti e tribolazioni su scala globale, se non addirittura cosmica. Predicevano anche l’arrivo di un redentore che avrebbe confortato e portato salvezza ai popoli. Vedi Ammonizioni di Ipu-Wer, Fine dei giorni, Giorno del Signore, Marduk, Nabu, Profeti, Profezie accadiche. 
Apocrifi: antichi libri non inclusi nella Bibbia ebraica canonica, ma disponibili in diverse altre lingue – ad esempio, il Libro dei Giubilei, il Libro di Enoch, il Libro di Noè; forniscono ulteriori dettagli alle narrazioni bibliche, quali il nome dei capi e il numero dei Nefilim (200) che presero in moglie le Figlie dell’uomo. 
Apollo: una delle principali divinità greche (e in seguito romane); dio della profezia e della divinazione, interpretava per i mortali la volontà degli dèi; veniva venerato principalmente a Delfi, il sito degli oracoli più sacro dell’antica Grecia. Anche se era il primogenito di Zeus (figlio della dea Leto), non ne era tuttavia l’Erede legittimo perché, in seguito, Zeus ebbe un figlio da una sorellastra (Ares/Marte). Venne coinvolto direttamente nella Guerra di Troia; secondo la leggenda si recò in paesi distanti; secondo ZS (in Spedizioni nell’altro passato) anche nelle Americhe. 
Aqhat: nelle narrazioni cananee di dèi ed eroi, il figlio nato in tarda età a una donna senza figli, devota al dio El. “L’Artigiano degli dèi” gli donò un arco magico. La dea Anat, che desiderava ardentemente l’arco, gli offrì in cambio amore fisico e vita eterna. (Non è mai stata ritrovata la tavoletta che narra la fine della storia.) 
Arali (“Il luogo dei filoni lucenti presso le acque”): regione mineraria degli Anunnaki nell’Africa sud-orientale; quartier generale di Enki in quel continente. 
Aram: terra abitata da un popolo che parlava una lingua semitica (“aramaico”) ubicata nella regione superiore del fiume Eufrate; oggi è per la maggior parte Siria nord-orientale. Vedi Damasco. 
Ararat: le vette gemelle più alte in Asia occidentale (5.183 m e 3.658 m), situate in quella che oggi è la Turchia orientale, tra il lago Van e il lago Sevan – una zona conosciuta nell’antichità come “Urartu”, regno hurrita del II millennio a.C. È stata resa famosa dalla narrazione biblica del Diluvio, perché fu la prima terra a emergere dalle acque, nonché il luogo dove si posò l’Arca di Noè. Chiamato anche “Monte Nitzir” (Monte della Salvezza) nella narrazione mesopotamica del Diluvio. Gli Anunnaki usavano le vette gemelle come segni topografici per delineare i Corridoi dell’Atterraggio antidiluviani e postdiluviani per le loro astronavi. 
Aratta: terra, distante da Sumer, situata al di là delle creste montuose, famosa perché ricca di grano, nonché per i suoi gioielli. Forse si trattava di Harappa, antica metropoli della valle dell’Indo. I grandi Annunaki la concessero come dominio alla dea Ishtar; questa, però, continuava a tornare a Uruk, sua città preferita a Sumer, causando le rivalità accuratamente dettagliate in un’epica sumera conosciuta come Enmerkar e il Signore di Aratta. Vedi Harappa. 
Arba (H “Quattro”): secondo la Bibbia, il precedente nome di Hebron, “città fortificata”. Deve il suo nome al primo sovrano, Arba, che era un “Grande uomo degli Anakim”. ZS ha evidenziato che “Grande uomo” è la traduzione letterale in ebraico del sostantivo sumero Lu.gal, che significava “re”; Anakim era la traduzione ebraica di Anunnaki. Hebron, quindi, era originariamente la roccaforte di un semidio di nome Arba. Vedi Anunnaki, Re/Sovranità. 
Arca: sostantivo che indica sia l’imbarcazione di Noè, in grado di resistere all’acqua, citata nella narrazione biblica del Diluvio (H) Tevah (vedi Arca di Noè), sia l’Arca dell’Alleanza (H, Aron): la scatola in legno rivestita d’oro in cui Mosè ripose le tavole di pietra sulle quali aveva inciso i Dieci Comandamenti. Vedi Arca dell’Alleanza, Diluvio. 
Arca dell’Alleanza (H) Aron Ha-Brith: una scatola in legno rivestita d’oro costruita seguendo le precise istruzioni che Dio impartì a Mosè durante l’Esodo. In cima era decorata da due cherubini d’oro massiccio fuso, le cui ali si toccavano. Chi vi si avvicinava e la toccava senza permesso, moriva all’istante. Serviva per comunicare con Dio. L’Arca, in cui Mosè depose le due Tavole della Legge in pietra, ricevute sul monte Sinai, accompagnò gli Israeliti durante tutto l’Esodo e svolse un ruolo miracoloso nell’attraversamento del fiume Giordano. Venne infine deposta nel Sancta Sanctorum del Tempio di Gerusalemme, costruito dal re Salomone e vi si poteva avvicinare solo il Sommo Sacerdote. Si presume che l’Arca dell’Alleanza scomparve dal luogo benedetto nel 587 a.C., quando i Babilonesi saccheggiarono Gerusalemme e distrussero il Tempio. Ma la data esatta e le relative circostanze restano un mistero insoluto, fonte di ipotesi e leggende giunte fino a noi. 
Arca di Noè: costruita secondo le istruzioni delle divinità per sopravvivere al Diluvio; nella Bibbia viene chiamata Tevah (letteralmente “scatola” ma tradotta come “Arca”); nei testi accadici viene chiamata Tebitu “barca inaffondabile” e in sumero Ma.gur.gur “barca che può rovesciarsi e ribaltarsi” – una barca sommergibile in grado di resistere alla valanga di acqua. 
Archeoastronomia: disciplina che unisce astronomia e archeologia, consentendo la datazione di antichi monumenti in base al loro orientamento astronomico. Citata per la prima volta da sir Normal Lockyer nel suo libro del 1894 The Dawn of Astronomy (dopo la sua visita ai templi di Atena in Grecia) e da lui utilizzata per la datazione dei templi egizi e di Stonehenge in Gran Bretagna. 
Arco: secondo le tradizioni del Vicino Oriente l’arco era un’arma divina con attributi magici; a volte una divinità lo donava a un suo protetto. Un sigillo cilindrico, sul quale sono raffigurate alcune divinità, mostra un dio, probabilmente Enlil, armato di arco. Anche Inanna/Ishtar aveva con sè un arco quando veniva ritratta come dea della guerra. Nella Bibbia, dopo il Diluvio, Dio mostrò un “Arco divino nelle Nubi” (Keshet-be-Anan), quale segno che non ci sarebbe stato un altro Diluvio; il termine perciò è stato associato all’arcobaleno. Ciò non è necessariamente esatto, in quanto sui monumenti assiri è stato ritratto un “dio nelle nubi” che tiene in mano un arco. 
Ares (“Marte” per i Romani): nella mitologia greca, il figlio di Zeus e di Era. Veniva ritenuto l’Erede legittimo del dio supremo (perché Era era una sorellastra di Zeus), anche se il primogenito era Apollo, figlio di Zeus e della dea Leto. 
Argento (Ku.babbar, “Lucente brillantezza”): primo metallo utilizzato come mezzo di scambio monetario dopo essere stato fuso in unità di un determinato peso (“Shekel”), precursore delle monete. Vedi Metallurgia. 
Ariani (anche Arya): popolo di lingua indoeuropea che, nel II millennio a.C., migrò presumibilmente dall’area del Caucaso al subcontinente indiano, portando con sé le narrazioni degli dèi, così come sono trascritte nei Veda. Vedi Indoeuropeo, Tradizioni indù. 
Ariete (Ku.mal): una delle dodici costellazioni zodiacali, associata in Mesopotamia al dio Marduk. Poiché occupa un segmento di cielo più piccolo rispetto alla maggior parte delle altre costellazioni zodiacali, per il fenomeno della precessione si sposta in un numero di anni minore rispetto ai 2.160 anni matematici (un dodicesimo del ciclo di 25.920 anni). Nel XXI secolo a.C. fu proprio la discussione se era giunta o meno l’Èra dell’Ariete (della supremazia di Marduk) a sfociare nell’uso delle armi nucleari sulla Terra nel 2024 a.C. (Beroso, sacerdote di Marduk, che aveva ricevuto dai Greci l’incarico di redigere la storia di Babilonia, scrisse che l’Èra dell’Ariete era iniziata ben 1920 anni prima dell’Èra seleucide, ossia nel 2232 a.C.) 
Ariete: vedi Marduk 
Ariokh: il “re di Ellasar”, citato nel capitolo 14 della Genesi come uno dei re dell’Oriente che invase Canaan ai tempi di Abramo. 
Armageddon: il termine, che significa un’apocalisse terribile e senza via di scampo che travolgerà la Terra e l’umanità intera, è tratto dal libro del Nuovo Testamento l’Apocalisse di San Giovanni il Divino, comunemente chiamata Rivelazioni. Nella profezia di una catastrofe “di cui non vi era mai stato l’uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra”, il libro prevede anche una terribile guerra finale, quando “radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama Armageddon”. Il termine è chiaramente la traduzione letterale del nome ebraico Har Megiddo, il monte di Megiddo, un luogo in Israele già conosciuto ai tempi della Bibbia come vetta strategica, sulla quale erano state combattute numerose battaglie. Nella guerra finale, affermano le Rivelazioni, una delle “bestie” in combattimento, farà “scendere fuoco dal cielo sulla Terra davanti agli uomini” – un’affermazione che si può interpretare come la profezia di un’esplosione nucleare. Ne Il giorno degli dèi, l’oracolo dell’Armageddon nel contesto di altre profezie di una Guerra Finale (come quella di Gog e Magog fatta da Ezechiele) che precederà i tempi messianici. Consideriamo la scoperta di un antico mosaico che raffigura il segno dei Pesci, fatta nel 2007 ai piedi del monte di Megiddo, quale indizio per individuare il momento temporale in cui avverrà l’apocalisse. Vedi Ezechiele, Gog e Magog, Megiddo, Rivelazione (Apocalisse di San Giovanni). 
Armi degli dèi: antiche narrazioni degli dèi includono riferimenti ad armi straordinarie, usate dagli dèi nel corso di numerose battaglie, o quando volevano favorire i propri protetti. I testi sumeri citano la “Brillantezza” di Enlil, in grado di “trasformare in cenere gli dèi che gli si opponevano”; nel Mito di Zu, in cui si narra come Zu rubò le Tavole dei destini, Ninurta usò “sette turbini di vento che sollevano la polvere” per poterglisi avvicinare e abbatterlo con un missile. Ishkur/Adad veniva ritratto armato di una saetta (e allo stesso modo veniva raffigurato come Viracocha in Sud America). Horus sparò un “arpione” contro il suo avversario Seth; chiamata “Arma di Trenta” era ritratta nei pittogrammi con più testate simili a frecce. Zeus sopraffaceva i suoi avversari con una “Pietra di Tuono” che sparava fulmini; Indra sparava “dardi luminosi” che, quando colpivano il suolo, scuotevano la Terra; Vritra combatteva con “missili appuntiti”. Nelle raffigurazioni indù gli dèi tengono armi sofisticate in ciascuna mano. Tali storie spesso citano un “Artigiano degli dèi” che forgiava armi speciali (incluso un arco magico destinato a un eroe cananeo che la dea Anat bramava per sé). E c’era poi nell’Epopea di Erra la storia dell’uso di armi nucleari (la distruzione di Sodoma e Gomorra narrata dalla Bibbia). In diversi annali reali i re affermano di aver ricevuto armi speciali dal proprio dio, armi che avevano loro consentito di sopraffare il nemico. Vedi Adad, Aditi, Ashur, Ba’al, Efesto, Horus, Inanna, Indra, Kothar Hasis, Ninurta, Viracocha, Zeus, Zu. 
Armi nucleari: una serie di testi sumeri conosciuti come Lamentazioni attribuiscono la scomparsa della civiltà sumera, alla fine del III millennio a.C., a un “Vento del Male” che portò morte alla popolazione, agli animali e alla vegetazione, senza però distruggere gli edifici. Città, case, stalle, ovili erano desolati e vuoti; i loro occupanti andarono incontro a una morte terribile, una “morte invisibile”, alla quale non c’era possibilità di scampo. Il Vento del Male, che fece avvizzire tutte le piante e rese le acque “amare”, giunse soffiando da ovest. Era, affermano ripetutamente i testi, “una tragedia sconosciuta all’uomo, una che non si era mai vista prima”. Mentre l’opinione prevalente degli studiosi è che i testi descrivano un cambiamento climatico, nel contesto (e nella data) dell’escalation del conflitto tra i clan Anunnaki e ha collegato questa calamità, unica nel suo genere, alla descrizione dettagliata fatta nell’Epopea di Erra della decisione di usare sette mostruose “Armi del Terrore”, per far fallire i piani ambiziosi di Marduk. Nel 2024 a.C. vennero usate armi nucleari per cancellare il Porto spaziale del Sinai e le adiacenti cinque “città peccatrici” a sud del Mar Morto – la “distruzione” di Sodoma e Gomorra, narrata nella Bibbia. La conseguenza accidentale fu che la nube atomica venne spinta a est portando morte e distruzione a Sumer. Vedi Epica di Erra, Nabu, Nergal, Ninurta. 
Aronne: fratello di Mosè che ai tempi dell’Esodo fondò la dinastia sacerdotale. 
Arpakhshad (Arpachshad): secondo la lista genealogica delle nazioni che ripopolarono la Terra dopo il Diluvio (Genesi 10), uno dei cinque figli di Sem (il primo dei tre figli di Noè) dai quali discese Abramo. Particolari relativi al re Arpachshad, presenti nel Libro dei Giubilei, ci fanno capire che il suo dominio era la terra conosciuta poi con il nome di Elam. 
Artigiano degli dèi: chiamato Kothar-Hasis (“Abile e sapiente”) nei racconti cananei, forgiò per il dio Ba’al le armi divine con le quali sconfiggere i fratelli, poi fortificò e attrezzò il rifugio di Ba’al sulla Cresta di Zaphon. Forgiò anche per un giovane eroe un arco unico, che la dea Anat voleva per sé. Gli eruditi greci paragonarono Kothar Hasis all’artigiano divino Efesto che, secondo la mitologia greca, costruì una dimora per Zeus ed Era. 
Asar: epiteto di Marduk, usato nella settima tavoletta dell’Enuma elish come prefisso di molti dei suoi cinquanta nomi. 
Ashanti: tribù nell’Africa occidentale, famosa per la sua bravura nell’estrazione dell’oro. Le caratteristiche dei maschi di questa tribù sono molto simili a quelle dei capitribù olmechi in Mesoamerica. 
Asher: uno dei dodici figli del patriarca Giacobbe e la tribù israelita che a lui deve il nome. 
Asherah (anche Ashtoreth nella Bibbia): dea cananea venerata in buona parte del Vicino Oriente tra la fine del II millennio e l’inizio del I millennio a.C. 
Ashur (“Colui che vede”): il grande dio degli Assiri, il nome con il quale chiamavano la loro terra (vedi Assiria), nonché una delle sue capitali. Adottando il pantheon sumero-accadico, gli Assiri, nei loro testi, gli assegnarono gli attributi di Enlil, ma spesso si riferivano a lui come se fosse Ninurta, il figlio di Enlil. Era descritto come una divinità matura che portava l’elmetto degli dèi, dotato di corna. Quando, nella prima metà del primo millennio a.C., l’Assiria assunse la supremazia nel Vicino Oriente, tutti i re assiri affermarono, senza eccezione, che le sue campagne militari e le sue spietate conquiste erano state fatte “per ordine del mio dio Ashur”. Vedi Assiria, Ninive, Sennacherib, Shalmaneser. 
Ashurbanipal (Ashur-bani-apli, “un figlio fatto da [dio] Ashur”): re assiro (668-630 a.C.) famoso per la sua biblioteca a Ninive; a volte veniva chiamato il “primo archeologo” perché aveva accumulato tavolette di argilla e altri manufatti, antichi già ai suoi tempi. Si vantava che il “dio degli scribi” lo “aveva iniziato ai segreti della scrittura”, inclusa la capacità di leggere il sumero e persino di capire le iscrizioni che risalivano “ai giorni prima del Diluvio” – prima citazione extra biblica del Diluvio. Gli argomenti affrontati nelle varie tavolette sono molteplici e diversi, tra i quali anche testi autorevoli quali l’Epica di Gilgamesh – che narra anch’essa la storia del Diluvio e che prestava particolare attenzione alle informazioni celesti. Tra i testi di natura puramente astronomica c’erano le tavolette che appartenevano a una serie intitolata Il giorno di Bel (del Signore) e le tavolette dell’Enuma elish, anch’esse molto importanti. Si tratta dell’Epica della Creazione, che narra di come un pianeta invasore si unì al Sistema Solare diventando Nibiru, il pianeta dal quale gli Anunnaki erano giunti sulla Terra. Sia la collezione di testi, sia le tavolette puramente astronomiche si focalizzavano su Nibiru – partendo dalla sua prima apparizione, elencando poi le successive, nonché quella che si era verificata prima del previsto; come ha dimostrato, alcuni testi avevano proprio funzione di linee guida per osservare l’arrivo di Nibiru quando raggiunge il perigeo. Vedi Assiria, Epica della Creazione, Ninive. 
Ashurnasirpal II: re assiro (883-859 a.C.) che indossava una croce tra le sue insegne reali e che catturò il Luogo dell’atterraggio in Libano. Questo avvenimento era legato alle crescenti aspettative relative al ritorno di Nibiru. Vedi Croce, Luogo dell’atterraggio. 
Asia Minore: parte più occidentale dell’Asia – sembra un’estensione del continente asiatico e si protende verso l’Europa. Nell’antichità, terra degli Ittiti; odierna Turchia. Vedi Anatolia. 
Asmonei (H Hashmona’yim, conosciuti anche come i “Maccabei”): una pia famiglia ebrea in Giudea che guidò, nel II secolo a.C., una rivolta contro i sovrani seleucidi (greco-siriani) che cercavano di ellenizzare con la forza gli Ebrei e di imporre la venerazione di Zeus nel Tempio di Gerusalemme. I disordini locali si trasformarono in una rivolta nazionale e, nel corso di una serie di aspre battaglie, gli Asmonei riuscirono a liberare il paese, a ripulire il Tempio dagli idoli, e a riaccendere il Sacro Fuoco nel 160 a.C.; da allora gli Ebrei celebrano nella festa dell’Hanukkah il miracolo delle ultime gocce di olio sacro che durarono otto giorni. Gli Asmonei ristabilirono la Giudea come stato indipendente, e vi regnarono fino a quando, un secolo dopo, i Romani occuparono il paese. Messo in relazione alla rivolta asmonea e l’ordine del 160 a.C. di riaccendere il Sacro Fuoco del Tempio di Gerusalemme, con il calendario di Nippur e con le profezie della Fine dei giorni presenti nel Libro di Daniele. Vedi Calendario di Nippur, Daniele, Dinastia Seleucide, Maccabei, Tempio di Gerusalemme. 
Assemblea degli dèi: vedi Consiglio degli dèi. 
Assiria (Ashur): regno nella regione superiore del fiume Tigri, chiamata Subartu ai tempi dei Sumeri, estensione settentrionale di Sumer e Akkad. Gli Assiri sembrano aver avuto un legame linguistico e razziale con Sargon di Akkad; alcuni dei suoi sovrani più famosi assunsero il nome reale di Sharru-kin – Sargon. (La Bibbia, in Genesi 10, cita Ashur – Assur – come discendente dalla dinastia di Sem). Dal punto di vista religioso, gli Assiri adottarono il pantheon sumero, mostrando particolare devozione nei confronti delle divinità enlilite: Enlil, Ninurta, Sin, Adad, Shamash e Ishtar. L’Assiria divenne importante nel II millennio a.C., entrò in competizione per la supremazia con Babilonia e con il suo dio Marduk, invase l’Egitto e nel IX e nel VII secolo a.C., nella fase neoassira, raggiunse una posizione di dominio nell’antico Vicino Oriente. I suoi centri religiosi e regali – Ashur, Ninive, Nimrud, Calah – che sin dal 1843 sono stati fatti oggetto di scavi, hanno rivelato vasti centri urbani, palazzi sontuosi, grandi templi, immense biblioteche di tavolette di argilla iscritte e un tesoro di manufatti. Le descrizioni e le iscrizioni, che rendono omaggio ai sovrani imperiali dell’Assiria, hanno consentito di ricostruire la vita e gli eventi del II e del I millennio a.C., convalidando le narrazioni della Bibbia relative alle guerre e alle conquiste dei famigerati re assiri, inclusa l’invasione di Israele per mano di Tiglath-Pileser III (744-727 a.C.) e l’esilio parziale dei suoi sovrani, l’attacco a Israele nel 722 a.C. da parte di suo figlio Shalmaneser V, che ne esiliò tutto il popolo, creando l’enigma delle “Dieci tribù perdute”; infine, l’attacco alla Giudea e il fallito assedio alla sua capitale, Gerusalemme, da parte di Sennacherib nel 702 a.C. Esattamente come avevano predetto i profeti, nel 614-612 a.C. l’Assiria andò incontro alla sua fine subendo una serie di sconfitte militari, allorché venne attaccata da invasori del Nord. Vedi Ashur, Babilonia, Harran, Ninive. 
Assuan: nome moderno di Sirene/Syene, antica città sul Nilo nell’Egitto superiore. Situata laddove il tratto navigabile del Nilo è distinto dal suo corso meridionale ostruito dalle cataratte, nell’antichità segnava il confine tra Egitto e Nubia. Secondo le tradizioni egizie era il luogo in cui il dio Ptah aveva installato delle chiuse per regolare il livello del fiume per prosciugare l’Egitto dalle acque del Diluvio, rendendolo abitabile. È il sito dove sorge l’attuale diga di Assuan. 
Astrolabio (“Catturatore di stelle”): termine usato per descrivere dischi circolari in argilla, scoperti a Babilonia, divisi a mo’ di torta in dodici segmenti che tagliavano tre anelli concentrici, fornendo una rappresentazione piana della sfera celeste ed elencando i corpi celesti nei 36 segmenti astronomici così ottenuti. Vedi Planisferi. 
Astrologia: per definizione, studio dei movimenti del Sole, della Luna e dei pianeti, che si fonda sulla convinzione che la loro posizione in relazione l’uno all’altro e le loro “stazioni” zodiacali influenzino la sorte del singolo individuo. Tuttavia, quando “l’astrologia” nacque in Mesopotamia (in particolare a Babilonia), era soltanto l’applicazione delle osservazioni astronomiche agli affari dello stato: il fato dei regni e dei loro sovrani, certo non oroscopi personali. 
Astronauti (antichi): vedi Anunnaki, Apkallu, Nefilim, Uomini aquila. 
Astronomia: gli studiosi che decifrarono le tavolette ritrovate nelle grandi biblioteche di Ninive e Babilonia, nonché nelle biblioteche più piccole di altri antichi siti, restarono stupefatti sia dalla preponderanza di testi astronomici, sia dalla loro precisione e perfezione, che andava dalle osservazioni quotidiane di fenomeni celesti, alle previsioni di eclissi lunari con ben 50 anni di anticipo. Effettuando le osservazioni dai diversi gradini delle ziggurat (piramidi a gradoni), caste speciali di sacerdoti fornivano ogni giorno rapporti astronomici al re. Mentre gli attuali testi parlano con ammirazione “dell’astronomia babilonese”, le annotazioni in accadico degli stessi scribi, nonché la terminologia usata, non lasciano alcun dubbio sul fatto che l’astronomia babilonese/assira si fondasse, in realtà, sulla più antica conoscenza astronomica, sulle annotazioni e sui testi sumeri, alcuni dei quali vennero ritrovati tra le rovine di città sumere (come Nippur, Eridu e Ur). I testi sorpresero gli studiosi per la ricchezza e la precisione dei termini astronomici utilizzati: ad esempio An.pa per “Zenith”, An.bil per “solstizi”, An.ub per gli orientamenti del solstizio, An.ur per “orizzonte”. Inoltre citavano pianeti, stelle e costellazioni, e operavano una netta distinzione tra questi. La conoscenza più antica aveva già adottato il Dub, l’Astronomia Sferica di 360 gradi (sulla quale si fonda ancora oggi l’astronomia moderna), che divide i cieli che circondano la Terra in tre “Vie”: quella di Enlil a nord, quella di Ea/Enki a sud e quella di Anu al centro. Quest’ultima racchiude al suo interno le dodici costellazioni zodiacali, i cui nomi sumeri e raffigurazioni pittografiche sono in uso ancora oggi (Leone, Toro, Ariete, Gemelli, Pesci, ecc.). Molte delle tavolette erano raggruppate in serie (una, conosciuta come Enuma Anu Enlil, era composta da ben trenta tavolette); e c’erano anche “astrolabi”, ossia raffigurazioni della sfera celeste su di una superficie piana. Tutti questi testi avevano in comune il riferimento al pianeta Nibiru, alla sua orbita, alla sua visibilità nel corso di una visita di stato sulla Terra da parte di Anu e Antu, e al suo ritorno alla visibilità nel I millennio a.C. Vedi E.Ninnu, Gudea, Lagash, Nibiru, Templi, Vie del Cielo, Ziggurat, Zodiaco. Per le successive strutture astronomiche vedi Chichén Itzá, Dendera, Gigal Repha’im, Sacsahuaman, Sarmizegetusa, Stonehenge, Tiahuanacu, ecc. 
Atahualpa: sovrano inca al tempo in cui gli spagnoli giunsero in Perù guidati da Francisco Pizzarro (1530 d.C.). 
ATEN: nel XIV secolo a.C., quando il dio supremo dell’Egitto Ra divenne Amon (“l’Invisibile”/“Colui che è nascosto”), il faraone egizio Amenhotep/Amenhophis IV proclamò “Aten” (ritratto come un disco celeste radiante) – il fulcro dell’adorazione, cambiò il proprio nome in Akhen-Aten (“Il servo/l’adoratore di Aten”) e costruì una nuova capitale con centro religioso, chiamata Akhet-Aten, (“Aten dell’Orizzonte”). Alcuni esperti considerano Aten come un “Nuovo Sole” o “Nuovo Ra” e spiegano tale cambiamento come l’adozione di una nuova “Religione del Sole”. Altri vedono nell’adorazione di Aten elementi di monoteismo. La revisione religiosa era stata fortemente opposta dai sacerdoti di Ra/Amen. Akhen-Aten e la sua città giunsero a una brusca fine nel 1362 a.C. Ha sottolineato che fu proprio allora che il simbolo della croce fece la sua comparsa sulle raffigurazioni reali, sia in Egitto sia in Mesopotamia. 
Atena: dea greca della guerra e protettrice di numerosi eroi semidèi; i Romani la chiamavano Minerva. Figlia di Zeus, nonché una delle dodici divinità dell’Olimpo, il suo tempio principale si trovava nella città di Atene, chiamata così in suo onore. Insieme al fratellastro Apollo svolse un ruolo attivo durante la Guerra di Troia. 
Atlanti: gigantesche statue in pietra dalle sembianze umane, alte più di 4,5 metri, erette sopra una piramide tolteca a cima piatta, nell’antico sito di Tollan, in Messico. Hanno volti austeri, con tratti di una razza a noi sconosciuta; indossano corone di piume decorate con simboli stellari e sono munite di armi, tra cui anche quella che sembra una sorta di pistola laser. 
Atlantide: leggendaria isola-stato paradisiaca descritta da Platone nelle sue opere, che (stando a quanto afferma) venne inghiottita dal mare a seguito di una calamità di origine vulcanica. Anche se sono state compiute numerose ricerche laddove sono stati individuati resti di strutture sommerse o isole sprofondate (e anche se alcuni affermano di averla ritrovata), se davvero sono esistiti Atlantide o luoghi analoghi – le diverse indicazioni presenti nelle fonti greche o mesoamericane ne indicano in maniera univoca l’ubicazione in Mesoamerica. 
Atra-Hasis (“Colui Che È Estremamente Saggio”): titolo di un’antica epica sumera, conosciuta grazie alle traduzioni in accadico, che cita Atra-Hasis, fedele di Enki, quale protagonista del Diluvio. Il testo inizia con la divisione delle funzioni tra Enlil ed Enki durante una visita di Anu sulla Terra, prosegue descrivendo un ammutinamento da parte degli Anunnaki che lavoravano nelle miniere, a seguito del quale Enki e Ninharsag crearono un “lavoratore primitivo”, e annota infine tutti gli eventi successivi che culminarono nel Diluvio. È un testo che mostra numerose analogie con la Genesi: Adamo, Noè, il Diluvio e la capacità degli esseri umani di sposarsi e procreare. 
Aymara: popolo autoctono che abitava gli altipiani andini del Perù meridionale prima degli Inca. Anche la loro lingua si chiama aymara. 
Azag: in un poema di lode sumero dedicato al dio Ninurta, è l’epiteto attribuito all’avversario che il dio sconfisse nel corso di una battaglia celeste. Vedi Anzu, Zu. 
Aztechi: tribù autoctona che popolava il Messico centrale all’arrivo degli spagnoli nel 1519. La loro capitale (ora completamente ricoperta da Città del Messico) si chiamava Tenochtitlan e il loro re era Moctezuma (scritto anche Montezuma). Le leggende ne descrivono l’arrivo in Messico via mare e le peregrinazioni fino a quando non trovarono il luogo scelto per fondare Tenochtitlan. 
Azt-lan: il “Luogo Bianco” che, secondo la leggenda azteca, era la dimora ancestrale della prima coppia patriarcale, dalla quale diverse tribù azteche migrarono via mare verso la Mesoamerica. 
 
 
 
 
 
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