"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
                  La parola perduta 
             Pubblicato, in anteprima, su The Other Genesis, con lo pseudonimo di Toth
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ATTESTAZIONE SETTIMA 
Il destino di Nibiru ... 
 
Alalu irradia la notizia a Nibiru, rivendica il regno. 
Anu, sorpreso, sottopone la questione al consiglio reale. 
Enlil, Figlio Supremo di Anu, suggerisce una verifica sul posto.  
Ea, Figlio Primogenito e genero di Alalu, viene scelto in sua vece.  
Ea attrezza con ingegno la barca celeste per il viaggio. 
La navicella spaziale, pilotata da Anzu, trasporta cinquanta eroi. 
Superando i pericoli, i Nibiruani si entusiasmano alla vista della Terra. 
Guidati da Alalu, dopo l'ammaraggio, guadano a riva Eridu. 
Casa Lontana da Casa, viene fondata in sette giorni  
Inizia l'estrazione dell'oro dalle acque. 
Anche se la quantità è minima, Nibiru ne domanda . 
La consegna Abgal.  
Il pilota, sceglie la navicella spaziale di Alalu per il viaggio.  
Armi nucleari segrete vengono scoperte nella navicella spaziale. 
Ea e Abgal spostano le Armi del Terrore e le nascondono in un luogo sicuro. 
 
 
 
Il destino di Nibiru è nelle mie mani; alle mie condizioni dovete attenervi! 
Così parlò Alalu; così Colui Che Parla, 
dalla Terra di colore scuro fino a Nibiru, ne irradiò le parole. 
Quando le parole di Alalu vennero riferite ad Anu, il re, 
Anu fu colto da stupore; meravigliati furono i consiglieri e sorpresi furono i saggi. 
Alalu non è dunque morto? Così si interrogavano. 
Vive veramente su di un altro pianeta? Così si chiedevano increduli. 
Non si era dunque nascosto su Nibiru, 
dopo aver raggiunto con un carro il suo nascondiglio? 
I comandanti dei carri furono convocati, i saggi valutarono le parole irradiate. 
Le parole non provenivano da Nibiru; 
erano state irradiate da ben oltre il Bracciale Martellato. 
Questa fu la loro scoperta e così riferirono ad Anu, il re. Anu era stupefatto; valutò con attenzione gli eventi. 
Che parole di riconoscenza siano inviate ad Alalu. 
Così decretò all'assemblea riunita. 
Al Luogo dei Carri Celesti venne impartito l'ordine, ad Alalu vennero irradiate queste parole: 
Anu, il re ti invia il suo saluto; 
grande è la sua gioia alla notizia della tua buona salute. 
Non vi era motivo che tu lasciassi Nibiru, nel cuore di Anu non alberga l'inimicizia. 
Se hai davvero scoperto l'oro della salvezza, 
fa che Nibiru possa essere salvata! 
Le parole di Anu raggiunsero il carro di Alalu; così Alalu prontamente rispose: 
Se devo essere il vostro salvatore, se devo salvare le vostre vite, riunite i principi in assemblea, 
dichiarate suprema la mia discendenza! 
Che i comandanti mi riconoscano loro capo, che si pieghino al mio comando! 
Che il consiglio mi proclami re, 
che io possa sostituire Anu sul trono! 
Quando le parole di Alalu furono udite su Nibiru, grande fu la costernazione. 
Come si poteva deporre Anu? 
Così si interrogavano i consiglieri. 
E se Alalu non diceva il vero, ma solo falsità? 
Dov'era il suo rifugio? Aveva davvero trovato l'oro? Convocarono i saggi, chiesero il loro dotto consiglio. 
Il più anziano così parlò: Sono stato il maestro di Alalu! 
Così dichiarò. 
Ha prestato attenzione agli insegnamenti del Principio, ha appreso della Battaglia Celeste. 
Ha acquisito conoscenza di Tiamat, il mostro delle acque, e delle sue vene d'oro. 
Se nel suo viaggio ha davvero superato il Bracciale Martellato, il suo asilo è sulla Terra, il settimo pianeta! 
Nell'assemblea un principe parlò; era un figlio di Anu, era frutto del ventre di Antu, sposa di Anu. 
Enlil era il suo nome, Signore del Comando significava. 
Pronunciò parole che invitavano alla prudenza: Alalu non può porre condizioni. 
Il suo operato fu causa di calamità, 
con una sola battaglia ha perso il trono. 
Se ha davvero trovato l'oro di Tiamat, deve darne prova. 
È sufficiente per proteggere la nostra atmosfera? 
 
Come lo si può trasportare attraverso 
il Bracciale Martellato fino a Nibiru? 
Così parlò Enlil, figlio di Anu; 
pose anche molte altre domande. 
Erano necessarie prove, erano richieste molte risposte, tutti furono d'accordo. 
Alalu meditò su queste parole, accettò di divulgare i suoi segreti. 
Raccontò in modo veritiero del suo viaggio e dei pericoli incontrati. 
Rimosse le interiora di cristallo del Verificatore, estrasse il cuore di cristallo dal Campionatore. 
Inserì i cristalli in Colui Che Parla, così da trasmettere tutte le scoperte. 
Ora che vi ho fornito la prova, proclamatemi re, inchinatevi al mio comando! Così pretese con fermezza. 
Costernati erano i saggi; 
con le Armi del Terrore Alalu 
su Nibiru aveva già causato molta distruzione. 
Con le Armi del Terrore si era aperto un varco attraverso il Bracciale! 
Quando Nibiru, nel suo circuito, attraverserà quella regione, 
nuove sventure si abbatteranno su Alalu! 
Profondamente costernato era il consiglio: cambiare il re era invero questione molto seria. 
Anu non era re solo per discendenza: 
aveva conquistato il trono in una giusta lotta! 
Nell'assemblea dei principi, 
un figlio di Anu si alzò e prese la parola. 
Era saggio in tutte le cose, fra i saggi era molto noto. Era un maestro dei segreti delle acque; 
Ea, Colui la Cui Casa è l'Acqua, era chiamato. 
Di Anu era il Primogenito; era sposo di Damkina, figlia di Alalu. Anu, il re, è mio padre per nascita, disse Ea; 
Alalu è mio padre in virtù del matrimonio. 
 
Unire le due tribù era la mia intenzione nuziale. 
Che io possa essere colui che in questo conflitto porta unità! Che io possa essere l'emissario di Anu presso Alalu, 
che io possa essere colui che conferma le scoperte di Alalu! 
Che io possa viaggiare fino alla Terra a bordo di un carro, con l'acqua e non col fuoco mi aprirò un varco attraverso il Bracciale. 
Sulla Terra lasciatemi estrarre l'oro prezioso dalle acque; a Nibiru sarà poi consegnato. 
Che Alalu sia re sulla Terra, in attesa di un verdetto dei saggi: se salverà Nibiru, che ci sia una seconda lotta; 
che si possa così decidere chi deve governare su Nibiru! 
Con stupore i principi, i consiglieri, i saggi, i comandanti ascoltarono le parole di Ea. 
Erano parole molto sagge, 
offrivano una soluzione al conflitto. 
Che così sia! Così decretò Anu. Che Ea compia il viaggio; che l'esistenza dell'oro sia verificata. 
Allora lotterò una seconda volta con Alalu, che il vincitore possa regnare su Nibiru! 
La decisione venne comunicata ad Alalu. Lui la meditò e la accettò: 
che Ea, mio figlio in virtù del matrimonio, possa scendere sulla Terra! 
Che si estragga l'oro dall'acqua, che la sua presenza sia verificata 
per portare la salvezza su Nibiru. 
Che una seconda battaglia determini chi debba regnare su Nibiru: se io o Anu! 
Così sia! Anu in seno all'assemblea così decretò. 
Enlil si alzò per dissentire; le parole del re erano però inconfutabili. Ea si recò sul Luogo dei Carri, consultò comandanti e saggi. 
Valutò i rischi della missione, 
studiò come estrarre e trasportare l'oro. 
Attentamente studiò la trasmissione di Alalu, chiese ad Alalu di verificarne ancora i risultati. 
 
Stava forgiando una Tavola dei Destini per la missione. Se l'acqua deve essere la Forza, dove la si può attingere? Dove la si potrà immagazzinare sul carro, 
come la si potrà trasformare in Forza? 
Un circuito completo di Nibiru trascorse in riflessioni, uno Shar di Nibiru trascorse nei preparativi. 
Per la missione venne approntato il più grande Carro Celeste. 
Venne calcolato il destino del suo circuito, venne fissata una Tavola dei Destini. 
La missione sulla Terra per estrarre l'oro richiedeva cinquanta eroi. 
Anu diede il suo assenso al viaggio. 
Allora coloro che studiano le stelle 
scelsero il momento propizio per il viaggio. 
Al Luogo dei Carri Celesti si radunarono le moltitudini, vennero per accomiatarsi dagli eroi e dal loro comandante. 
Si misero gli Elmetti d’Aquila, indossarono ciascuno un abito di Pesce: 
uno alla volta gli eroi entrarono nel carro. 
L'ultimo a imbarcarsi fu Ea; disse addio alla folla radunata. Si inginocchiò davanti ad Anu, suo padre; 
per ricevere la benedizione del re si prostrò. 
Figlio mio, primogenito: 
hai intrapreso un viaggio che ti porterà lontano, sarai in pericolo per salvare tutti noi. 
Che il tuo successo possa bandire la calamità da Nibiru; 
va e torna sano e salvo! 
Così Anu benedisse il proprio figlio, accomiatandosi da lui. La madre di Ea, colei che si chiamava Ninul, 
lo strinse forte al cuore. 
Perché, dopo che Anu ti ha donato a me come figlio, ti ha anche dotato di un cuore irrequieto? 
Va e ritorna, attraversa la strada perigliosa sano e salvo! 
Così lo esortò. 
Ea baciò con tenerezza la sua sposa, in silenzio abbracciò Damkina. 
 
Enlil abbracciò il suo fratellastro. Sii benedetto, 
che la tua missione possa essere coronata da successo! Così gli disse. 
Con cuore greve Ea entrò nel carro, impartì l'ordine di decollare. 
 
Questo è ora il racconto dei viaggi al settimo pianeta, e di come ebbe inizio la leggenda del Dio Pesce 
che emerse dalle acque. 
Con cuore greve Ea entrò nel carro, impartì l’ordine di decollare. 
Al posto del comandante era seduto Anzu e non Ea; Anzu, non Ea, era il comandante del carro. 
Il suo nome significava Colui Che Conosce i Cieli; era stato appositamente scelto per questo compito. 
Era un principe fra i principi, 
i suoi antenati erano di seme reale. 
Guidava con destrezza il Carro Celeste; 
lo sollevò con possenza dal suolo di Nibiru, lo condusse verso il Sole distante. 
Il carro percorse dieci leghe, cento leghe, mille leghe. 
Il piccolo Gaga uscì per salutarli, estese il benvenuto agli eroi. Indicò la via che portava fino ad Antu, di colore blu; 
Antu, la bella ammaliatrice. 
Anzu fu affascinato da quella visione. 
Scandagliamo le acque! Così suggerì Anzu. 
Ea impartì l'ordine di proseguire senza fermarsi; è un pianeta dal quale non c'è più ritorno. 
Così dichiarò con fermezza. 
Il carro continuò verso il celeste An, il terzo contando i pianeti. 
An giaceva su un fianco, 
la schiera di sateuiti gli turbinava intorno. 
I raggi del Verificatore rivelavano la presenza di acqua; indicavano ad Ea la possibilità di effettuare una sosta, se necessario. 
 
Ea ordinò di continuare il viaggio verso Anshar, era diretto verso il principe supremo dei cieli. 
Ben presto avvertirono la forza della rete di attrazione di Anshar, con reverenziale timore ne ammirarono gli anelli colorati. 
Anzu guidò il carro con destrezza, 
con perizia evitò i pericoli di collisione. 
Il prossimo incontro sul loro cammino era con la gigantesca Kishar, suprema fra i pianeti con terraferma. 
La forza della sua rete era opprimente; 
con grande abilità Anzu deviò la traiettoria del carro. 
Con furia Kishar lanciava lampi divini al carro, scagliava la sua schiera contro gli ospiti indesiderati. 
Lentamente Kishar si allontanò, 
perché il carro potesse andare incontro al suo prossimo nemico. Era in agguato dietro il quinto pianeta del Bracciale Martellato! Ea comandò di far rombare il carro, 
ordinò di preparare Ciò Che Getta l'Acqua. 
Il carro si dirigeva verso una schiera di numerosi massi rotanti. Ciascuno di essi, come un sasso di fionda, 
mirava con ferocia al carro. 
Ea dette il comando e, con la forza di mille eroi, venne scagliata la corrente d'acqua! 
Uno alla volta i massi si facevano da parte: aprivano un varco per lasciar passare il carro! 
Ma mentre un masso si spostava, un altro attaccava al suo posto. Erano così numerosi che se ne perdeva il conto, 
una schiera che cercava vendetta per lo smembramento di Tiamat! 
Ea continuò a impartire l'ordine 
di far rombare Ciò Che Getta l'Acqua. 
E altre correnti d'acqua continuarono 
a essere scagliate contro la schiera di massi. 
E i massi continuarono a farsi da parte, 
aprendo così un varco per lasciar passare il carro. 
E poi, alla fine, il percorso fu sgombro; 
indenne il carro poté proseguire il suo viaggio! 
 
Esultarono gli eroi; 
ancor più grande fu la loro gioia allorché riuscirono a scorgere il Sole. 
Fra il giubilo generale Anzu lanciò l'allarme: per sgombrare il percorso dai massi, 
si era consumata troppa acqua. 
Le acque per alimentare le Pietre Fiammeggianti del carro non erano sufficienti per completare il viaggio! 
Nelle profondità tenebrose riuscivano a scorgere il sesto pianeta, 
rifletteva i raggi del Sole. 
C'è acqua su Lahmu, sosteneva Ea. 
Riesci a farvi discendere il carro? Così chiese ad Anzu. 
Anzu con destrezza fece rotta verso Lahmu; 
raggiunto il dio celeste, vi fece orbitare intorno il carro. 
La rete del pianeta non è grande, la sua presa è facile da gestire. 
Così diceva Anzu. 
Lahmu era bello da guardare, era di diversi colori; 
il suo copricapo era bianco come la neve, così pure i suoi sandali. 
Al centro era rossastro, nel mezzo laghi e fiumi scintillavano! Abilmente Anzu rallentò la corsa del carro, 
dolcemente discese sulle rive di un lago. Ea e Anzu indossarono gli Elmetti d'Aquila, 
misero il piede sulla terraferma. 
Gli eroi ordinarono a Ciò Che Risucchia le Acque di riempire le viscere del carro con le acque del lago. 
Mentre il carro si riempiva d'acqua, Ea e Anzu esplorarono i dintorni. 
Con il Verificatore e il Campionatore controllarono 
le cose importanti: le acque erano buone da bere, ma l'aria non era sufficiente. 
Tutte queste cose vennero riportate negli annali del carro, venne motivata la necessità di compiere una deviazione. 
Ripreso vigore, il carro si sollevò, accomiatandosi dal benevolo Lahmu. 
Più avanti il settimo pianeta compiva la sua orbita; la Terra, con la sua compagna, invitava il carro! 
 
Anzu, ammutolito, era seduto al posto di comando; anche Ea era in silenzio. 
Davanti a loro si stagliava la loro destinazione, nel suo oro era racchiuso il destino di Nibiru: la sua salvezza o la sua condanna. 
Il carro deve rallentare la sua corsa, 
altrimenti perirà nella densa atmosfera della Terra! Così Anzu disse a Ea. 
Compi dei circuiti lenti attorno alla Luna, compagna della Terra! Così Ea suggerì ad Anzu. 
Compirono circuiti intorno alla Luna; 
essa giaceva prostrata e segnata dalle cicatrici 
che la vincente Nibiru le aveva inferto nella Battaglia Celeste. 
Ora che il carro aveva rallentato la sua corsa, Anzu lo diresse verso il settimo pianeta. 
Fece orbitare il carro una volta, due volte attorno alla Terra, lo fece scendere sempre più vicino alla terraferma. 
Due terzi del pianeta erano di colore bianco come la neve; il suo centro era di colore scuro. 
Riuscivano a scorgere i suoi oceani, riuscivano a scorgere le Terre Ferme; cercavano il segnale luminoso di Alalu. 
Laddove l'oceano si congiungeva alla terra asciutta, laddove quattro fiumi erano ingoiati dalle paludi, il segnale di Alalu era irradiato. 
Ma il carro è troppo grande e pesante per le paludi! 
Anzu così esclamò. 
La rete di attrazione della Terra è troppo forte 
per discendere sulla terra asciutta! Così Anzu annunciò a Ea. 
Ammara! Ammara nelle acque dell'oceano! 
Così Ea urlò ad Anzu. 
Anzu compì ancora un altro circuito intorno al pianeta; con molta attenzione fece discendere il carro 
verso il limite dell'oceano. 
Di aria riempì i polmoni del carro; 
ammarò nelle acque, non sprofondò nei suoi abissi. 
 
Irradiata da Ciò Che Parla si udì una voce: 
Siate i benvenuti sulla Terra! Così li accolse Alalu. 
Grazie alle sue parole irradiate fu possibile individuare il luogo dove egli si trovava. 
Anzu diresse il carro verso il posto esatto, 
galleggiando come una barca, si muoveva sulle acque. Ben presto l'infinito oceano si restrinse; su entrambi i lati, 
come un guardiano, apparve la terra asciutta. 
Sulla sponda sinistra, si ergevano colline dal color brunito, 
su quella destra, si ergevano montagne svettanti verso il cielo. 
Il carro si dirigeva verso il luogo di dimora di Alalu, sulle acque fluttuava come una barca. 
La terra asciutta era sempre più inondata dalle acque, al posto dell'oceano vi erano paludi. 
Anzu impartì ordini agli eroi, 
comandò loro di indossare gli abiti da Pesce. Solo allora venne aperto un portello del carro, 
gli eroi discesero nelle paludi. Attaccarono forti corde al carro, 
con le corde trainavano il carro. 
Le parole irradiate da Alalu diventarono più imperiose. 
Affrettatevi! Affrettatevi! Così esortava. 
All'estremità delle paludi qualcosa attirò il loro sguardo: 
scintillante ai raggi del Sole, risplendeva un carro di Nibiru; era il Carro Celeste di Alalu! 
Gli eroi affrettarono il passo, 
si affrettarono verso il carro di Alalu. Impaziente, Ea indossò l'abito da Pesce; 
nel petto il cuore gli batteva forte. 
Balzò nella palude, 
diresse i suoi passi veloci verso il suo margine. 
Le paludi erano ricolme di acqua, 
erano più profonde di quanto non si aspettasse. 
Il passo si trasformò in nuoto, avanzò con audaci bracciate. Quando si avvicinò alla terra asciutta, scorse prati verdi. 
 
Poi i suoi piedi toccarono terra; 
allora si alzò e proseguì camminando. 
Ritto davanti a sé scorgeva Alalu, 
che agitava le mani in segno di saluto. 
Uscendo dalle acque Ea mise piede sulla sponda: era proprio sulla bruna terra! 
Alalu corse verso di lui; abbracciò forte il figlio acquisito in virtù del matrimonio. 
Benarrivato su di un altro pianeta! 
Così Alalu accolse Ea. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Torna a Obscura 
Home