"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto
e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,
timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,
come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace
e rimane stupefatto..."
(Plutarco, Quomodo qui suos in virtute sentiat profectus)
Qui quasi cursores vitae lampada tradunt
La parola perduta
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La Sapienza si è costruita la casa,
ha intagliato le sue sette colonne.
Proverbi 9, 1
Andare alla ricerca del Principio è equivalso ad aprire un vaso di Pandora traboccante di altre domande.
Perché la Bibbia definisce “figli di Dio” i Nefilim che si scelsero mogli tra le “figlie degli uomini”?
Chi erano gli Elohim che avevano creato l’uomo a propria immagine?
Era mai esistito un Giardino dell’Eden e in caso affermativo, dove si trovava e come era fatto?
C’era mai stato il Diluvio? Era davvero esistito Noè?
Chi era?
Come poté il genere umano venire a conoscenza del modo in cui erano stati creati i Cieli, la Terra e lo stesso uomo?
Quale mente scientifica visse nell’antichità, o per essere più precisi, come nacque la civiltà stessa?
Nella terra che la Bibbia chiama Shine’ar era esistito davvero un regno antecedente a quelli di Babilonia, Assiria ed Egitto?
E perché in tempi remoti, in regioni distanti del mondo, sono sorte civiltà che presentavano sconcertanti analogie con quelle ancor più antiche?
Per rispondere a queste domande la ricerca è inevitabilmente slittata dalla Bibbia all’archeologia.
Sappiamo che il Vicino Oriente è stato la culla della civilità: i suoi monumenti, manufatti e documenti rivelano una storia viva e vera, fatta di terre e di popoli; le narrazioni di divinità del cielo e della terra ci hanno trasportato dalla mitologia alla religione, dall’astronomia alla genetica.
Ben presto, la mia semplice e ingenua domanda si è trasformata in una ricerca che ha abbracciato ogni disciplina dello scibile umano: dalle viscere della Terra fino al Sistema Solare e al Cosmo, dal passato al futuro, dal Principio fino alla Fine dei giorni.
I pantheon dell’antica Grecia e di Roma, di Aztechi e Indù sono stati identificati come quelli di Sumer e di Babilonia; i calendari maya e olmechi vengono messi a confronto con quelli di Assiria ed Egitto; nella Bibbia ebraica riecheggiano ancora le storie inca della creazione, o del giorno in cui la Terra si fermò; le piramidi e i cerchi megalitici presenti in diversi paesi rivelano una sorta di “parentela”.
Tutto prende senso dal momento in cui la teoria riesce a spiegare ciò che altrimenti è inspiegabile: Nel nostro Sistema Solare esiste un pianeta in più che si avvicina periodicamente a noi, in cui alcuni astronauti erano discesi sulla Terra, avevano creato l’umanità, ne erano diventati le divinità e poi ripartirono, promettendo che, un giorno, avrebbero fatto ritorno.
Il risultato è talmente vasto da rappresentare una vera e propria sfida.
Sono state elencate, in ordine alfabetico, centinaia di voci relative ai dati più importanti che riguardano dèi e semidèi, re e regni, patriarchi e sacerdoti, siti archeologici e luoghi mitici. Le voci rimandano ad altre voci e – laddove è necessario – aggiungono il mio “parere”, particolare sull’argomento.
N.B. L’Autore usa quale riferimento la Bibbia interconfessionale in lingua corrente, ABU-Alleanza Biblica Universale. Laddove i brani coincidono, sono tratti dalla Bibbia, Edizioni Piemme, sia pure con sporadiche modifiche di alcuni nomi.
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