"Gli iniziati, dapprima, si raccolgono insieme e si spingono tra di loro in tumulto  
          e gridano, quando però si eseguono e si mostrano i riti sacri, allora si fanno attenti,  
          timorosi e in silenzio... Chi è giunto all'interno e ha visto una grande luce,  
          come quando si schiude un santuario, si comporta diversamente, tace  
          e rimane stupefatto..." 
           Qui quasi cursores vitae lampada tradunt 
 
                  La parola perduta 
             Pubblicato, in anteprima, su The Other Genesis, con lo pseudonimo di Toth
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ATTESTAZIONE QUARTA 
In passato è già accaduto, alcuni diedero come responso ... 
 
 
 
 
In passato è già accaduto, alcuni diedero come responso:  
il pianeta Nibiru già in passato è diventato più caldo o più freddo. 
Si tratta di un destino, racchiuso nel circuito di Nibiru!  
Altri saggi, osservando il circuito, 
non diedero la colpa al destino di Nibiru. 
Nell'atmosfera si è verificata una frattura; questo fu il loro verdetto. 
I vulcani, progenitori dell'atmosfera, stanno eruttando con meno vigore! 
L'aria di Nibiru è più rarefatta, 
lo scudo protettivo si è assottigliato! 
Nel regno di Anshar e Kishar 
la pestilenza dei campi fece la sua apparizione;  
nemmeno con il duro lavoro si riusciva a sconfiggerla. 
Allora il figlio Enshar ascese al trono; 
era il sesto della dinastia. 
Il nome significava Signore dello Shar. 
Per natura dotato di grande comprensione,  
grazie allo studio acquisì molte conoscenze. 
S’impegnò per porre rimedio alle sventure; 
il circuito celeste di Nibiru studiò in modo approfondito. 
Cinque membri della famiglia del Sole, 
pianeti di bellezza abbagliante, erano racchiusi nel suo cerchio. 
Per trovare rimedio alle sventure, esaminò le loro atmosfere.  
A ognuno diede un nome, onorando progenitori ancestrali; 
li considerò come coppie celesti. 
Chiamò An e Antu, i pianeti gemelli, i primi che si incontrano.  
Oltre il circuito di Nibiru vi erano Anshar e Kishar, 
i più grandi per dimensione. 
 
Come messaggero fra gli altri seguiva la sua rotta,  
talvolta era il primo a incontrare Nibiru. 
Cinque in tutto erano i messaggeri celesti di Nibiru  
mentre ruotava intorno al Sole. 
Al di là, come un confine, 
il Bracciale Martellato racchiudeva il Sole. 
Come guardiano della regione proibita del cielo la proteggeva dalla distruzione. 
Il Bracciale proteggeva gli altri figli del Sole,  
quattro di numero, dalle intromissioni. 
Enshar si dedicò allo studio delle atmosfere dei cinque messaggeri. 
I cinque del cerchio di Nibiru  
furono attentamente studiati nel ripetersi del suo circuito. 
Furono esaminate in modo approfondito, 
tramite l'osservazione e i Carri Celesti, le loro atmosfere. 
I risultati furono sorprendenti, 
le scoperte crearono confusione. 
Di circuito in circuito l'atmosfera di Nibiru subiva ulteriori fratture. 
Nel consiglio dei saggi, furono discusse animatamente le cure; 
con urgenza vennero esaminati i modi per bendare la ferita. 
Si tentò così di creare un nuovo scudo per avviluppare il pianeta; 
tutto quello che era gettato in aria ritornava sulla superficie.  
Nel consiglio dei saggi vennero studiate le eruzioni dei vulcani.  
Dato che l’atmosfera era stata creata dai vulcani eruttanti, 
la sua ferita si era formata a causa delle minori eruzioni. 
 
Che, con inventiva, siano incoraggiate nuove eruzioni,  
che i vulcani possano ancora eruttare! 
Così asseriva un gruppo di saggi. 
Come realizzare questa impresa, 
quali strumenti usare per ottenere più eruzioni, nessuno sapeva dirlo al re. 
Nel regno di Enshar la frattura nei cieli divenne più grande.  
La pioggia fu trattenuta, i venti soffiarono più forte; 
le sorgenti non sgorgarono più dalle profondità. 
Nel territorio vi era una maledizione;  
i seni delle madri erano inariditi. 
Nel palazzo ci fu smarrimento; 
una maledizione vi si era instaurata. 
Come Prima Moglie, Enshar sposò una sorellastra,  
rispettando così la Legge del Seme. 
Fu chiamata Ninshar, Signora degli Shar.  
Non generò un figlio. Un figlio era nato da una concubina di Enshar; 
era il Primogenito. 
 
Da Ninshar, Prima Moglie e sorellastra,  
un figlio non fu procreato. 
Per la Legge della Successione, 
il figlio della concubina ascese al trono; 
fu il settimo a regnare. 
Dauru fu il suo nome reale; 
Colui Che fu creato nella Dimora era il suo significato. 
Nella Casa delle Concubine, non nel palazzo,  
era stato in verità concepito. 
Come sposa Dauru scelse una fanciulla che amava 
fin da ragazzo; così scelse la Prima Moglie per amore,  
non per seme. 
Duru fu il suo nome reale; 
Colei Che mi sta al Fianco era il suo significato. 
Nella corte reale dilagava la confusione. 
I figli non erano eredi, 
le mogli non erano sorellastre.  
Nelle terre dilagava la sofferenza. 
I campi dimenticarono la loro abbondanza,  
nel popolo diminuiva la fecondità. 
Nel palazzo la fecondità era assente; 
non vennero alla luce né figli né figlie. 
Del seme di An vi furono sette re;  
poi il trono fu privato del seme. 
Dauru trovò un bambino al cancello del palazzo; lo accolse come un figlio. 
Dauru infine lo adottò come un figlio, 
lo decretò Erede Legittimo; fu chiamato Lahma, che significa Aridità. 
A palazzo i principi erano scontenti; 
nel Consiglio dei Consiglieri si levarono lamentele. 
Alla fine Lahma ascese al trono. 
Anche se non del seme di An, fu l'ottavo a regnare. 
 
Nel consiglio dei saggi furono dati due suggerimenti per sanare la ferita: 
un suggerimento era quello di usare un metallo,  
oro era il suo nome. Su Nibiru era molto raro; 
all'interno del Bracciale Martellato esso abbondava. 
Era l'unica sostanza che poteva diventare polvere molto fine;  
se portata nell'alto dei cieli, poteva rimanere sospesa. 
Così, grazie a questi rifornimenti, la frattura si sarebbe sanata,  
la protezione sarebbe aumentata. 
Che siano costruite barche celesti, 
che una flotta celeste possa portare l'oro a Nibiru! 
Che siano create le Armi del Terrore!  
Fu l'altro suggerimento;  
armi che sconvolgano il terreno, che squarcino le montagne. 
Con i missili siano attaccati i vulcani,  
così da risvegliarli dal loro letargo, per intensificare le loro eruzioni. 
Per riempire l'atmosfera, per sanare la frattura! 
 
Lahma era troppo esitante per poter prendere una decisione;  
non sapeva quale scelta compiere. 
Nibiru completò il circuito, 
Nibiru continuò a contare due Shar. 
Nei campi la desolazione non era mitigata. 
Dalle eruzioni vulcaniche l’atmosfera non era protetta. 
Un terzo Shar passò, ne fu contato un quarto. 
Non vi furono rifornimenti d'oro.  
Nel territorio dilagava la discordia; 
cibo e acqua scarseggiavano. 
Nel territorio non regnava più l'unità; 
le accuse erano numerose. 
Nella corte reale, i saggi andavano e venivano; 
i consiglieri entravano e uscivano frettolosamente. 
Il re non prestava attenzione alle loro parole. 
Cercava solo i consigli della sposa; Lahma era il suo nome. 
Se deve essere destino, 
invochiamo il Grande Creatore di Ogni Cosa! 
Così disse al re.  
Suppliche e non azioni sono la sola speranza! 
 
Nella corte reale i principi erano in agitazione; le accuse erano dirette al re: 
in modo dissennato e insensato causava calamità più grandi,  
invece di prestare cure! 
Dai vecchi magazzini, furono recuperate le armi;  
si fece molto parlare di ribellione. 
Un principe nel palazzo reale fu il primo a impugnare le armi. 
Con parole piene di promesse, 
gli altri principi mise in fermento;  
Alalu era il suo nome. 
Che Lahma non sia più il re! Così gridò. 
Che la decisione si sostituisca all'esitazione! 
Venite, attacchiamo il re nella sua dimora! 
Che sia così obbligato a rinunciare al trono! 
I principi diedero ascolto alle sue parole;  
si affrettarono al cancello del palazzo. 
Si recarono, come acque in piena, alla sala del trono,  
il cui ingresso era proibito. 
Il re scappò sulla torre del palazzo; Alalu gli era alle calcagna.  
Nella torre ci fu una lotta; Lahma vi trovò la morte. 
Lahma non c'è più! Così gridò Alalu. Il re non c'è più! 
Così annunciò esultante di gioia. 
Alalu si affrettò alla sala del trono, lui stesso si sedette sul trono.  
Senza alcun diritto o alcuna decisione del consiglio, si proclamò re.  
Nel regno si era persa l'unità; 
alcuni si rallegrarono per la morte di Lahma,  
altri furono rattristati dall’azione di Alalu. 
 
Questo è ora il racconto del regno di Alalu e del suo viaggio sulla Terra. 
Nel regno l'unità era ormai compromessa; 
molti erano addolorati per la successione al trono. 
Nel palazzo i principi erano agitati; 
nel consiglio, i consiglieri erano turbati. 
Da An di padre in figlio era continuata la successione sul trono. 
 
Perfino Lahma, l'ottavo re, 
era stato proclamato figlio per adozione. 
Chi era Alalu? Era un Erede Legittimo?  
Era il Primogenito? Con quale diritto aveva usurpato il trono; 
non era forse l'assassino di un re? 
Alalu fu convocato davanti ai Sette Che Giudicano, per valutare il suo fato. 
Davanti ai Sette Che Giudicano Alalu enunciò i suoi diritti:  
pur non essendo Erede Legittimo e nemmeno Primogenito, 
discendeva in verità da seme reale! 
Discendo da Anshargal! Così proclamò davanti ai giudici.  
Da una concubina nacque il mio antenato; 
Alam era il suo nome. 
Secondo il conto degli Shar, Alam era il primogenito; 
il trono gli apparteneva. 
Per connivenza la regina aveva messo da parte i suoi diritti!  
Aveva creato dal niente la Legge del Seme, 
in modo che il proprio figlio avesse il regno. 
Aveva privato Alam del regno; 
l'aveva invece concesso al proprio figlio. 
Per discendenza io sono il successore delle generazioni di Alam; 
il seme di Anshargal è dentro di me! 
I Sette Che Giudicano diedero ascolto alle parole di Alalu.  
Sottoposero la questione al Consiglio dei Consiglieri, 
per accertarne la verità o la falsità. 
Gli annali reali furono portati dalla Casa degli Archivi;  
furono letti con molta attenzione. 
An e Antu furono la prima coppia reale;  
procrearono tre figli e nessuna figlia. 
Il primogenito era Anki; era morto sul trono; non aveva discendenti. 
In sua vece ascese il trono il figlio di mezzo; si chiamava Anib. 
Anshargal era il primogenito; ascese al trono. 
Dopo di lui non continuò la successione al trono tramite il primogenito. 
La Legge della Successione fu sostituita dalla Legge del Seme. 
 
Il figlio di una concubina era il Primogenito;  
fu privato del regno per la Legge del Seme. 
Il regno invece fu dato al figlio di Kishargal; 
questo perché era una sorellastra del re.  
Del figlio della concubina, il Primogenito, 
non vi era registrazione negli annali. 
Io discendo da lui! Così Alalu gridò ai consiglieri.  
Per la Legge della Successione il regno spettava a lui; 
per la Legge della Successione io ho ora diritto al regno! 
Con esitazione i consiglieri di Alalu gli domandarono di giurare di dire la verità. 
Alalu giurò sulla vita o sulla morte; 
il Consiglio lo riconobbe come re. 
Convocarono gli anziani, convocarono i principi; 
al loro cospetto pronunciarono la decisione.  
Tra i principi un giovane principe si fece avanti; 
voleva anch'egli dire qualcosa sulla successione. 
La successione deve essere ripresa in considerazione! 
Così disse all'assemblea. 
 
Anche se non sono primogenito 
e nemmeno figlio di una regina, io discendo dal seme puro: 
l'essenza di An è in me preservata, 
non è indebolita da alcuna concubina! 
I consiglieri ascoltarono le parole con stupore;  
al giovane principe fu chiesto di avvicinarsi. 
Gli chiesero il nome. Anu è il mio nome, dal nome del mio avo An!  
Fecero domande sulla sua discendenza; 
egli allora rammentò loro i tre figli di An. 
Anki era il primogenito, era morto senza figlio o figlia. 
Anib era il figlio di mezzo, invece di Anki era asceso al trono.  
Anib prese per moglie la figlia del fratello più giovane; 
da loro in poi la successione è registrata negli annali.  
Chi era quel fratello più giovane, figlio di An e Antu, 
un figlio del seme più puro? 
I consiglieri si interrogavano con lo sguardo. 
 
Enuru era il suo nome! Così Anu annunciò loro. 
Fu il mio progenitore! 
La sua sposa Ninuru era una sorellastra; 
suo figlio era primogenito; Enama era il suo nome. 
Sua moglie era una sorellastra, 
per le leggi del seme e della successione gli diede un figlio. 
Le generazioni così continuarono la stirpe pura, rispettando la legge e il seme! 
Anu, in onore del mio avo An, i miei genitori mi chiamarono.  
Fummo privati del trono; 
non fummo però privati del puro seme di An! 
Che Anu sia il re! Così molti consiglieri invocarono. 
Che Alalu sia rimosso! 
Altri consigliarono cautela: che gli scontri siano evitati, che prevalga l'unità! 
Chiamarono Alalu, per comunicargli le ultime rivelazioni.  
Al principe Anu, Alalu offrì l'abbraccio;  
a Anu così parlò: Anche se di diversi rami, 
ambedue discendiamo da un unico progenitore. 
Viviamo dunque in pace, 
insieme operiamo perché a Nibiru torni l'abbondanza! 
Che io possa tenere il trono, che tu possa avere la successione!  
Così parlò al consiglio: Che Anu sia il Principe Ereditario, 
che possa essere il mio successore! 
Che suo figlio sposi mia figlia,  
che la successione sia unita! Anu s'inchinò davanti al Consiglio, 
all'assemblea così dichiarò: 
Sarò il coppiere di Alalu, il suo futuro successore;  
uno dei miei figli sceglierà in sposa una sua figlia. 
Questa fu la decisione del consiglio; negli annali reali fu registrata. 
In questo modo Alalu rimase assiso sul trono. 
Convocò i saggi, consultò i dotti e i comandanti;  
per prendere decisioni acquisì molta conoscenza. 
Che le barche celesti siano costruite! Così decise. 
Per cercare l'oro nel Bracciale Martellato!  
Così decretò. 
 
Dal Bracciale Martellato le barche furono schiantate, 
nessuna fece ritorno. 
Che con le Armi del Terrore le viscere di Nibiru siano dilaniate,  
che i vulcani eruttino nuovamente!  Così egli comandò. 
I Carri Celesti furono armati con le Armi del Terrore, 
dai cieli i vulcani furono colpiti con i missili del terrore. 
Le montagne ondeggiarono, le vallate rabbrividirono,  
mentre grandi fiammate esplodevano 
con il fragore del tuono. 
Nel territorio vi fu grande esultanza; 
si rinnovò la speranza di abbondanza.  
Nel palazzo, Anu era il coppiere di Alalu.  
Si sarebbe inchinato ai piedi di Alalu, 
avrebbe posto la coppa nelle mani di Alalu. 
Alalu era il re; Anu era da lui trattato come servitore.  
Nel territorio cessò l'esultanza; la pioggia fu trattenuta, 
i venti soffiarono più forti. 
L'eruzione dei vulcani non aumentò, 
la frattura dell’atmosfera non si sanò. 
Nei cieli Nibiru continuò a fare rotta nei suoi circuiti;  
di circuito in circuito il calore e il freddo  
diventarono sempre più difficili da sopportare. 
La gente di Nibiru cessò di venerare il proprio re: invece di sollievo,  
aveva causato dolore. 
Alalu rimase assiso sul suo trono. 
Il forte e saggio Anu, supremo fra i principi,  
era in piedi davanti a lui. 
Si sarebbe inchinato ai piedi di Alalu,  
avrebbe posto la coppa nelle mani di Alalu. 
Furono contati nove periodi di regno di Alalu su Nibiru.  
Nel nono Shar, Anu dichiarò battaglia a Alalu. 
In un combattimento corpo a corpo, completamente nudi, 
egli sfidò Alalu. Che il vincitore sia re! Così disse Anu. 
Lottarono corpo a corpo nella piazza pubblica;  
gli stipiti tremarono e le mura vibrarono. 
Alalu piegò le ginocchia; cadde a terra riverso sul petto. 
 
Alalu era stato sconfitto in combattimento;  
per acclamazione Anu fu proclamato re. 
Anu fu scortato fino al palazzo;  
Alalu non tornò al palazzo. Furtivamente sfuggì alla folla; 
aveva timore di morire come Lahma. 
All'insaputa di tutti, 
si diresse velocemente al Luogo dei Carri Celesti. 
Alalu salì su un carro lanciamissili;  
chiuse il portello dietro di lui. 
Entrò nella camera anteriore; occupò il sedile del comandante.  
Accese Ciò Che Mostra il Cammino, 
riempendo la camera con un'aura bluastra. 
Risvegliò le Pietre Fiammeggianti; 
alle sue orecchie il loro ronzio era come dolce musica:  
Venne azionato il Grande Motore Rombante; 
brillava di una luce rossastra. 
All’insaputa di tutti, Alalu si allontanò da Nibiru,  
a bordo della nave celeste fuggì. 
Alalu fece rotta sulla Terra coperta di neve;  
scelse la sua destinazione 
secondo un segreto tramandato dai Tempi del Principio. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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