|
La fuga
Cielo senza espressione e nuvole senza rughe
si stendono all’infinito.
La neve inzuppa la mente di bianca serenità
Il mio pianto si perde nel canto carismatico del vento,
che indecente mi fruga in bocca.
Ed ora tremo.
Assiderato di gioia incompresa.
Come un mendicante,
in un angolo di mondo me ne stò,
sbranato da occhi indiscreti.
Con le labbra increspate.
Le mani violacee.
Troppi sguardi affilati
hanno tagliato la mia testa.
Ho avuto paura potessero perforarla.
Entrarvi dentro.
Leggere i miei pensieri
Raggiungere il mio deserto di sogni emigranti.
E invece no.
Ho salvato la mia oasi desolata
uccidendo e leccando il sangue
del mio nemico.
Spengo le luci su questo palcoscenico
saturo di contraddizioni,
che rotolando goffamente
esce di scena.
Slaccio piano le stringhe
che mi legano ancora
alla speranza,
e mi lascio correr via.
Libero.
Senza pretese.
Attendo in un silenzio isterico
Mi illudo che, chi ha il potere di esaudire i desideri, possa ascoltarmi.
La realtà è che non credo più a Babbo Natale e forse non credo più a nulla.
|