La fuga
3 Settembre 2012
 
La fuga 
 
Cielo senza espressione e nuvole senza rughe 
si stendono all’infinito. 
La neve inzuppa la mente di bianca serenità 
Il mio pianto si perde nel canto carismatico del vento, 
che indecente mi fruga in bocca. 
Ed ora tremo. 
 
Assiderato di gioia incompresa. 
Come un mendicante, 
in un angolo di mondo me ne stò, 
sbranato da occhi indiscreti. 
Con le labbra increspate. 
Le mani violacee. 
 
Troppi sguardi affilati 
hanno tagliato la mia testa. 
Ho avuto paura potessero perforarla. 
Entrarvi dentro. 
Leggere i miei pensieri 
Raggiungere il mio deserto di sogni emigranti. 
 
E invece no. 
Ho salvato la mia oasi desolata 
uccidendo e leccando il sangue 
del mio nemico. 
Spengo le luci su questo palcoscenico 
saturo di contraddizioni, 
che rotolando goffamente 
esce di scena. 
 
Slaccio piano le stringhe 
che mi legano ancora 
alla speranza, 
e mi lascio correr via. 
Libero. 
Senza pretese. 
Attendo in un silenzio isterico 
 
Mi illudo che, chi ha il potere di esaudire i desideri, possa ascoltarmi. 
La realtà è che non credo più a Babbo Natale e forse non credo più a nulla. 
 
 
 
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