Il genio   Ninni Raimondi 23 Maggio 2014   
 
la bambina  
 
Matilde, una tenera bambina di sei anni, sta giocando nella via dietro casa. All’improvviso da sotto un cespuglio, viene attratta da una strana luce, quasi uno scintillio. Presa dalla curiosità si avvicina e scopre con grande meraviglia una piccola e graziosa lampada ad olio colorata d’oro. La raccoglie e nascondendosi dalla vista del papà, comincia pian piano a pulirla, convinta di fare così a tutti una grande sorpresa. Mentre la strofina accade ciò che ebbe solo udito una notte a letto ascoltando una fiaba.  
 
Chi ha svegliato il mio sonno secolare,  
chi mai ha la fortuna di potermi incontrare,  
io sono il genio che ad ogni person sincera,  
un solo desiderio in uno schiocco avvera.  
 
Volete forse fama, gloria e reputazione?  
Avverare il vostro sogno è mia intenzione,  
volete posseder miniere e del petrolio i giacimenti?  
Oppure delle fate i graziosi lineamenti?  
 
Possiedo d’amor i filtri per chi vorrete amare,  
ma anche quelli di morte per chi sapete odiare,  
intrugli e medicine per guarire tutti i mali,  
ma anche il poter di parlare agl’animali.  
 
Volete dello sport esserne il campione?  
Volete aver coscienza di ogni decisione?  
O volete parlar le lingue dell’universo intero,  
o esser della storia il più grande condottiero?  
 
Presto affrettatevi a darmi vostra risposta,  
un solo desiderio in gioco è questa posta,  
ora qui attendo finche’ potrò udire,  
il vostro desiderio che lesto vorrò esaudire.  
 
Il papà mi ha detto che la mamma se n’è andata via. Lo so che è morta solo che mi crede troppo piccola e non ha voluto dirmelo. Ma guarda che ho quasi sette anni sai?! Io vorrei solo che ritornasse qui con me, mi manca tanto. Mi manca giocare con lei, quando ci rincorrevamo nel giardino, mi mancano perfino le sue sgridate ai miei capricci e dispetti. Non ho mai avuto un fratellino ed era l’unica compagnia che avevo perché il mio papà viaggia tanto. Sono sicura che se tornasse farebbe una torta gigante e ne avresti una fetta pure tu che sei così buffo. Ti prego, è la verità e ti prometto che sarò sempre brava. Allora? Perché non parli? Perché non dici niente? Schiocca le dita e mandala da me. Tu sei un genio, hai detto che puoi tutto…  
 
Mi chiedete dolce amica di sconfiggere la morte?  
 
non di sconfiggere la morte, ma di donare la vita a chi già l’aveva… ti prego…  
 
Per secoli e secoli ho donato tanta ricchezza,  
C’è pure chi mi ha chiesto solamente la saggezza,  
Ma ora occhi di bimba mi fanno risentire,  
Per l’unico desiderio che non potrò esaudire.  
 
Non posso dolce amica varcare quella soglia,  
Sebbene pur ti giuro ne avrei immensa voglia,  
Ma ora che ci penso una soluzione la posso dare,  
Di chi vorrete in vita la mia vita devo scambiare.  
 
Ebbene bimba mia esaudire è mio dovere,  
Sincero è il vostro cuore e così potrà avere,  
In cambio la mia vita in quest’ultimo mio giorno,  
Al fin che vostra madre dalla morte faccia ritorno.  
 
Non crucciatevi bambina mia per me dolce sarà morire,  
Per donare giusto ristoro ad un viso stanco di soffrire,  
Or chiudete i vostri occhioni vi bacerò la fronte,  
E poi di scatto riapriteli per mirar chi c’è di fronte.  
 
Matilde apre gli occhi. Poco più in là vede la lampada appoggiata al suolo. Luccicava come non mai, sembrava quasi il sole stesso si fosse impadronito della doratura. Un giglio sporgeva dal foro della fiamma ed una tenera farfallina donava una variopinta cornice di colori che con grazia addolcivano il candido bianco del fiore. Matilde pianse con gli occhi di chi ha perso un amico ma il suo pianto si spense quasi subito, alzò lo sguardo per vedere chi raccolse la sua lampada: la mamma era tornata...  
 
 
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